La cantina di Castelnuovo Berardenga, nel Chianti Classico, mira a volare sempre più alto con l’introduzione di tre nuove etichette da singole vigne. La linea Grandi Cru, fortemente voluta dall’enologo Alessandro Cellai, è stata presentata a Vallepicciola, durante una degustazione guidata insieme con lo Head Sommelier dell’Hotel Gallia di Milano Paolo Porfidio. Nessuno dei presenti si aspettava di gustare in anteprima vini di poco conto, conoscendo l’azienda senese. Ma cavolo! Fin dal primo assaggio ogni aspettativa è stata superata. E ci riferiamo a tre vini giovani (sono le prime annate rilasciate) e, a loro modo, ancora sperimentali. Pertanto, viene da pensare che, tra qualche anno, pronunceremo frasi del tipo: “Io c’ero, quando li hanno lanciati”.

Ma veniamo ai tre “infanti”. Il primo è il Bianco Toscano IGT, Chardonnay in purezza, dal colore giallo dorato, luminoso. Sorride, insomma, fin dal primo sguardo. E si presenta con nuances altrettanto allegre. Agrumi, note floreali, balsamiche e mediterranee. In bocca è fresco, rotondo, persistente. Un frutto con polpa bianca accarezzato dal sale. La prima annata 2021 ha affinato 12 mesi in barrique e altri 4 mesi in bottiglia, dopo la vinificazione in cemento e tonneaux.

Due gli abbinamenti proposti, quello a caldo e facilmente replicabile del sommelier Porfidio: un sampietro burro e salvia. E quello dello chef bistellato Gaetano Trovato: Branzino, Zafferano e Cime di rapa. Il primo lo abbiamo solo immaginato, il secondo abbiamo avuto modo di provarlo.

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Il secondo vino è il Vallepicciola Rosso Toscana IGT 2020, Sangiovese al cento per cento. Il figliolo preferito da Cellai, che tifa sempre e comunque per il Sangiovese. Le uve provengono dal vigneto Le Fontanelle, contiguo all’omonimo lussuoso hotel che appartiene alla Maison fondata da Bruno Bolfo. Parliamo di un vino con tannini vibranti, un’acidità marcata, note di ciligia matura, spezie ed evidenti nuances balsamiche, “tratto comune a tutti  tre i vini”, sottolinea a ragione  Paolo Porfidio. Quindi il cicciolato, e il finale persistente sapido in bocca. E deve sgambettare ancora a lungo questo vino, che ha percorso i suoi primi 20 mesi in barriques e altri 4 in bottiglia. Lo chef Trovato del Ristorante “Arnolfo” lo ha proposto in abbinamento con un piatto di Piramidi, Cinta senese e Mela vrde della Valdichiana.


Il Rosso Toscana IGT Migliorè 2019 è, Cellai ci perdoni, per chi scrive il vino più importante tra i Grandi Cru di Vallepicciola. Ci riferiamo a un sapiente assemblaggio di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot in parti uguali. Dl tipo di quelli che erano stati battezzati come vini Super Tuscan. Un azzardo nel cuore del Chianti Classico, ma anche una scommessa vinta. E frutto certamente di un progetto ambizioso. Questo bimbo contiene in sé molte virtù, che rivelerà appieno quando diventerà adulto. E ancora una volta sia al naso sia in bocca emerge nel complesso bouquet il filo rosso delle note balsamiche. Ma emergono anche quei caratteri tipici dei vini da meditazione. Anche se Cellai,  e ragione insiste sul carattere gastronomico di tutti e tre i nuovi vini. Per chi ama le note tecniche aggiungiamo che fermentazione e macerazione avvengono in cemento. Mentre l’invecchiamento avviene in barriques per 24 mesi (il 70% nuove) e un ulteriore affinamento è in bottiglia per altri 8 mesi.
Pairing: lo chef lo ha proposto con un gustoso Capriolo, Rapa rossa e Melagrana.