È paragonabile alle festività natalizie dei Paesi occidentali, il momento dell’anno in cui le famiglie si riuniscono per il tradizionale “cenone”, fanno offerte per le divinità e per gli antenati, pregano Buddha e si dedicano alle grandi pulizie “di primavera” per pulire la casa dallo sporco dell’anno passato, per poter fare posto alla felicità e alla buona sorte (fu 福) che arriveranno con il nuovo anno. È il Capodanno cinese che per il 2023 si festeggia domani, domenica 22 gennaio, e dà inizio all’Anno del Coniglio: le caratteristiche del segno sono gentilezza ed eleganza. Le celebrazioni iniziano in verità oggi, 21 gennaio (Vigilia di Capodanno), e continuano fino al 5 febbraio (data della Festa delle Lanterne) per un totale di 16 giorni di festa.

In Cina le feste durano più giorni e si fanno in famiglia anche andando a trovare i parenti. Si festeggia anzitutto vestendosi di rosso, il colore portafortuna in Cina, per un motivo ben preciso. Secondo i racconti e le leggende, le tradizioni legate al Capodanno hanno origine dalla difesa degli uomini da un mostro terribile chiamato Nian che, alla vigilia del nuovo anno, portava distruzione. Gli uomini quindi appendevano drappi rossi sulle facciate delle case, illuminavano le strade con le lanterne e lanciavano in aria fuochi d’artificio perché il mostro aveva paura del rosso, del fuoco e dei rumori forti.

Una festa che dall’Asia arriva anche Milano, dove quest’anno si torna a festeggiare in grande stile il Capodanno Cinese tra strade addobbate (in zona Paolo Sarpi), eventi e l’immancabile Parata del Dragone.

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Occasione perfetta per gustare i menu particolari e molto vari, dedicati alla festività. Come quello che Zhang Le e il papà chef Zhang Guoqing propongono da Bon Wei, tempio della cucina cinese. Quella vera, con una carta di 24 ricette regionali selezionate all’interno degli 8 territori, le regioni gastronomiche, che compongono la “badacaixi”. Domani sera il menu degustazione, firmato da chef Zhang Guoqing, prevede dieci piatti, tutte specialità della Cina contemporanea. “Il Riso dell’Imperatore”, con riso Venere saltato con anatra arrosto e foie gras, a seguire “Huángshí bān yú”, cernia gialla al vapore condita con salsa di soia nera e peperoncino. Simbolo del Capodanno ecco gli gnocchi di riso “Niángão” con granchio di laguna e zenzero. Il pairing dei vini, appositamente studiato da Zhang Le insieme a Distribuendo Wine & Spirits, prevede 7 etichette e 1 vermouth in abbinamento (140 euro il menu completo senza vino / 40 euro il pairing dei vini), pensate per esaltare gli aromi della cucina cinese e far scoprire alcuni produttori di nicchia che Bon Wei ha inserito nella sua carta vini, valorizzandoli.

Nelle due settimane successive, fino alla festa delle Lanterne, in carta sarà presente una selezione di 5 piatti del menu, che ciascun ospite potrà ordinare liberamente, mescolandoli alla carta classica: Gambero fritto in forma di hulu, “Il riso dell’Imperatore”, “Huángshí bān yú”: cernia gialla al vapore, Filetto di manzo saltato nel wok in salsa chili nera, oltre a “Ricchezza e felicità”, il dessert della pastry chef Sonia Latorre Ruiz.

Zhang Le ha inoltre voluto dedicare al nuovo anno un tocco artistico, chiamando Teo Kaykay, street artist pioniere nella customizzazione dello Champagne, a dipingere due pregiate bottiglie (un Salon Blanc de Blancs Le Mesnil Brut 2012, e un Cristal Rosé 2009 Louis Roderer) con il simbolo del coniglio (una sagoma oro su sfondo rosso, colore simbolo del Capodanno Cinese, di Bon Wei e allo stesso tempo del coniglio), il suo ideogramma e il caratteristico diamante, tag con cui firma le opere. Una delle due bottiglie verrà messa in vendita a partire dalla serata di Capodanno (prezzo su richiesta), l’altra resterà nella collezione di Bon Wei.

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Wine pairing con la cucina cinese

Altro punto importante del successo del Bon Wei è la passione di Zhang Le per il vino. La cantina del Bon Wei è importante e di vasta geografia enologica, spaziando dall’Italia alla Francia, fino ad una interessante proposta di vini australiani. Tutto ciò a dimostrare che la cucina orientale gourmet si abbina perfettamente con il vino con etichette più ricercate, capaci di reggere i sapori della cucina asiatica (dal dolce all’aspro al piccante), ragionando su abbinamenti non soltanto al singolo piatto ma all’intero pasto.

Uno Chardonnay o un Sauvignon con i loro aromi sposano perfettamente i dim sum fritti di pesce, mentre un bianco minerale come l’Etna o un Pinot Grigio barricato accompagnano anche il gambero piccante alla Kung Pao.

«Se la bollicina, che sia Champagne o Franciacorta, risponde ad ogni quesito, ci sono vitigni che risultano ben versatili con i sapori della Cina – spiega Zhang Le- il Pinot nero, che è uno dei miei preferiti e oggi va molto di moda, è polivalente, riesce ad accompagnare un pesce saporito così come una carne speziata». Infine Anatra Laccata e Pinot Nero, abbinamento perfetto. 

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