Fulmine, il London Dry Gin con le zanne
L’azienda del Lago d’Orta Glep Beverages fondata da Ezio Primatesta, ristoratore e albergatore, e Luca Garofalo, designer e creativo, ha centrato un nuovo obiettivo il Gin Fulmine, che nel 2023 ha anche vinto la medaglia d’oro come migliore London Dry italiano al World Gin Award.
La nascita del distillato è avvenuta dopo una lunga gestazione, con tasting anche notturni, che hanno coinvolto lo chef Antonino Cannavacciuolo, cognato di Ezio. Mentre Luca Garofalo lavorava all’ennesima brillante etichetta rockettara, con protagonista una gagliarda tigre elettrica. Che si è aggiunta alle altre icone di Glep, metropolitane, ma anche con dettagli con richiami faunistici e vegetali evidenti al territorio del Lago d’Orta.
Dopo l’Amaro di erbe Grinta, il Vermouth Rosso Vandalo, il Bitter Rosso Spinto, il duo di Glep non poteva non compiere il salto nella giungla dei gin con la sua tigre. Per giunta terzo ingrediente per un Negroni con tutti i crismi da miscelare con il Vandalo e con lo Spinto. Un Negroni che parli lo slang urbano, ma contaminato appunto con i suoi luoghi d’origine e le su radici piemontesi. Non a caso Fulmine London Dry Gin è distillato con un alambicco settecentesco riscaldato con fuoco a legna da Bordiga, nota distilleria del cuneése.
Verticale ed elegantemente agrumato (tra le sue botaniche troviamo pompelmo rosa, arancia, limone) Fulmine ha un carattere proprio da London Dry Gin, con il ginepro che svolge in tutto e per tutto la sua parte, compito negli ultimi tempi un po’ abbandonato da tanti, troppi produttori che inseguono ricette “stupefacenti”. Mentre questa bestia rara, elettrica accarezza con i suoi artigli il naso e il palato. Proprio come deve fare un buon gin, piacevole anche bevuto in purezza.
Insomma, in questo caso più che in molti altri la bottiglia e l’etichetta corrispondono perfettamente a quel che ritroviamo nel bicchiere. Ma anche nel babà di Antonno Cannavacciuolo servito a Villa Crespi.