Grandi vetrate che affacceranno su piazza Duomo, uno spazio multiforme, dove organizzare meeting esclusivi, colazioni di lavoro, fare una pausa relax con i vini della propria cantina vini riservata e molto molto altro. C’è grande fermento per il wine club che AMC Vini sta per aprire a Milano, all’ombra della Madonnina.

Ma facciamo un passo indietro e capiamo chi sono i deus ex machina di questo ambizioso progetto. Lo scorso settembre uno dei più grossi gruppi di distribuzione di vino italiana, la Meregalli Giuseppe Spa, holding del Gruppo Meregalli, è entra nel capitale di Advini Italia Spa, la joint-venture costituita nel 2020 dalla cantina della Valpolicella La Collina dei Ciliegi e dal gruppo francese Advini SA. L’ingresso è avvenuto con un aumento di capitale effettuato dalla stessa Meregalli Giuseppe e dai due partner, arrivando a una compagine che vede i tre soggetti partecipare con quote paritarie al capitale.

Con l’ingresso della realtà di distribuzione brianzola e in seguito a questa operazione, la società ha cambiato nome in AMC Vini Spa. Di cosa si occupa esattamente questa società? All’annuncio della nascita di AMC Vini era stato dichiarato che “il compito della nuova realtà sarebbe stato quello di potenziare le rispettive possibilità commerciali dei soci verso l’estero e verso nuovi canali”: «Il tutto – spiega Marcello Meregalli, ad del gruppo di famiglia – nasce dalla conoscenza con Massimo Giannolli di Generalfinance e de La Collina dei Ciliegi, con cui era da tempo che si pensava come poter lavorare insieme. Nel 2022 è arrivato il momento giusto: prima siamo partiti con la distribuzione dei suoi vini, poi abbiamo messo a segno l’operazioni che ha visto la creazione di AMC Vini Spa. Tutto ciò che è Horeca sarà gestito da Meregalli, mentre per la gdo e i canali private label utilizzeremo le potenzialità produttive delle nostre aziende e questi canali saranno gestiti da AMC. All’estero Advini ha sette filiali in tutti i continenti, cosa che Meregalli invece non ha: abbiamo filiali dirette in Francia, Svizzera e nel Principato di Monaco, ma con Advini e quindi AMC le potenzialità si moltiplicheranno». Obiettivo: portare il prodotto italiano fuori dai confini nazionali.

Perché questa aggregazione? «Questa operazione – spiega Corrado Mapelli, direttore generale del Gruppo Meregalli – nasce da una specifica esigenza di mercato: i buyer della gdo oggi cercano di avere un unico interlocutore che abbia un pacchetto di gamma più ampio possibile. A questa esigenza vogliamo rispondere come AMC».

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Ma veniamo al wine club. A che punto siamo? Di cosa si tratterà esattamente? «AMC Vini – fa sapere Meregalli – ha realizzato all’atto della costituzione un primo e importante passo concreto, dando vita a Duomo 18 (controllata al 100%) che gestirà il nuovo Wine & Life Style Club Duomo 18 nella piazza simbolo di Milano. Vorremmo aprire prima dell’estate, ma probabilmente saremo pronti a settembre, ottobre. Un primo piano tutto a vista sul Duomo: una location unica, bellissima. Sarà un club super esclusivo, a cui si potrà avere accesso versando una quota annuale. I soci potranno invitare un numero ristrettissimo di ospiti. Ci rivolgiamo a un target gourmet, di appassionati di vino e di cibo. In verità, abbiamo già molte richieste di tesseramenti: si tratta per lo più di importanti manager del mondo della finanza, appassionati di vino e di cibo naturalmente».

Sarà, a tutti gli effetti, un wine club stile londinese, con spazi attrezzati di tutte le ultime tecnologie per poter avere dei meeting, micro cellette per custodirvi le bottiglie più da collezione che magari si vogliono consumare con gli amici al wine club, spazi relax e molto altro. «Stiamo lavorando anche a un app che metteremo a disposizione dei soci per gestire le prenotazioni e le richieste speciali – anticipa Meregalli -. I membri del club avranno anche la possibilità di fare acquisti en primeur, di prenotarsi la propria barrique e di decidere quando e come farsele imbottigliare, e molte altre cose divertenti ed esclusive, da veri wine lover. Non mancherà, naturalmente, la parte della ristorazione: a cucinare ci sarà uno chef con tanta storia stellata alle spalle, un professionista molto bravo di cui ancora non vogliamo svelare il nome, ma possiamo dire che farà divertire i clienti con una cucina non da fuochi d’artificio ma di grande tradizione milanese, perfetta da abbinare a qualsiasi tipologia di vino.  E con tocchi monzesi, ça va sans dire, a partire dal risotto».

Insomma, niente Metaverso, niente eCommerce, meglio incontrarsi di persona: «Se appena scoppiata la pandemia abbiamo pensato che il mondo di prima non sarebbe più esistito e che tutto si sarebbe spostato sull’online e sul digital – osserva Mapelli – oggi possiamo dire che per il mondo del vino non è stato così. L’Horeca è tornata ad avere la sua quota di importanza, le enoteche sono tornate a essere un punto di aggregazione, mentre l’eCommerce che in pandemia aveva superato il 10% ora è tornato ai livelli del 2019.  Noi abbiamo fatto i nostri investimenti online, funziona, ma il contatto personale è ancora al primo posto.

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Non solo. I Appena finito il primo lock down giovani e Millennial sono stati protagonisti del boom di consumo di prodotti di fascia alta. Si è abbassata tantissimo la media di età che consuma grandi bottiglie. Il prezzo medio di consumo è aumentato quasi del 20%, inflazioni escluse. Insomma, è aumentata la voglia di bere cose importanti a discapito degli spirits ed è ritornato in auge il concetto di osteria 4.0, dove mangiare, bere bene e magari restare anche per il dopocena».

Tendenze che sono confermate dai dati di bilancio 2022 del Gruppo Meregalli, che ha raggiunto un fatturato totale di 92.089.000  di euro, pari a +14,16% rispetto al 2021. Nello specifico per la distribuzione sul mercato italiano Meregalli Wines ha chiuso con un aumento del 10,7%, Meregalli Spirits con un +7% e Visconti43 con un +45,22%, per un totale vendite Italia di +12,32%. Non sono da meno le consociate estere, che confermano il trend made in Italy: Meregalli France e Meregalli Monaco chiudono con un aumento del fatturato di 28,59% e Meregalli Suisse con un aumento del 4%.

Quali sono i prodotti con il trend di crescita più interessante? «Per quanto ci riguarda, la categoria che cresce di più sono i rosati, sia fermi sia bollicine, seguiti dai vini bianchi. In crescita anche i vini dolci italiani, mentre i Sauternes soffrono un po’. I rossi perdono un 2% a favore di bianchi e rosati, ma continuano a essere l’ossatura, nel nostro fatturato. Il consumo del vino rosso, del resto, è molto legato al clima e sicuramente tra i giovani e il pubblico femminile, bollicine e bianchi importanti sono i preferiti. Il mondo dei rossi, invece, si sta molto più concentrando sui marchi e sulle Doc storiche, mentre per i bianchi vediamo più curiosità.  La bevibilità è, comunque, la parola d’ordine. I vini fermi dal 2019 al 2022 hanno registrato un incremento delle vendite del 21,82% , la categoria bollicine ha chiuso il 2022 con un aumento di +18,70%, potevano crescere di più ma non c’era prodotto».

Sul fronte distillati, invece, il Gin si conferma il più ricercato nei cataloghi di Meregalli Spirits, che ha triplicato il volume di vendita dal 2019. Anche Whisky e Liquori sono due trend in crescita, nell’ultimo triennio hanno aumentano il
numero di bottiglie vendute rispettivamente del 67,30% – whisky – e del 43% – liquori.

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