La birra si compra in gruppo su Beersboard
Nato come spinoff della piattaforma Vinix, Beersboard si candida a diventare il punto di riferimento per tutti gli appassionati e gli operatori del mondo brassicolo.
Non solo offre la possibilità di poter comprare in gruppo con gli amici con il sistema delle cordate con sconti scalari fino al 51% reale rispetto ai canali tradizionali, Beersboard eredita dalla piattaforma Vinix anche la parte social (pubblicazione di contenuti, amici, reactions, commenti, messaggistica) unendo le classiche funzionalità di un social network con quelle di un e-commerce innovativo, per dare vita al primo vero social commerce italiano della birra.
La selezione dei birrifici artigianali parte da un primo zoccolo duro di una ventina di produttori scelti tra i migliori birrifici italiani a cui si aggiungeranno presto nuove realtà: «La selezione avviene con la medesima cura, regole e attenzioni che prestiamo per parte vino» spiega Filippo Ronco, il quarantottenne fondatore del nuovo spinoff, «Non prendiamo per ora in considerazione beer-firm ma solo birrifici dotati di propri impianti di produzione, rigorosamente entro i limiti di classificazione artigiana, scoviamo i migliori produttori di birra in giro per l’Italia e li rendiamo disponibili per l’acquisto in cordata».
Un sistema quello dell’acquisto in cordata che è anche amico dell’ambiente: grazie alla collettizzazione infatti, tanti ordini di piccole dimensioni confluiscono in poche grandi spedizioni verso singoli capicordata geolocalizzati dove poi avviene la distribuzione finale dell’ultimo miglio a cura degli stessi partecipanti, questo contribuisce a ridurre drasticamente l’impatto da trasporto su gomma.
Lo vogliamo Prestige, Rosé e Pas Dosé
Con questo sistema distributivo – che viaggia quasi esclusivamente su pallet – si azzerano le rotture e si evitano i voluminosi e costosi (anche in termini di riciclo) imballaggi antiurto. Un modello virtuoso che si muove al contrario rispetto ai principali player dell’e-commerce internazionale che ci stanno erroneamente portando a credere che il modello del “tutto e subito” non abbia un consistente costo economico, umano e sociale.