10 film bellissimi che vi faranno innamorare del vino
Diceva Fellini che “Un buon vino è come un buon film: dura un istante e ti lascia in bocca un sapore di gloria; è nuovo ad ogni sorso e, come avviene con i film, nasce e rinasce in ogni assaggiatore.” Sin dagli albori del cinema, infatti, il vino è stato protagonista di numerosi film ad esso dedicati. D’altronde, il trinomio vino-popcorn-film resta uno dei più vincenti.
Si definisce enofilo un buon intenditore di vini: lo studia, lo racconta, si dedica anima e cuore ad esso. Ma non c’è bisogno di essere grandi intenditori per apprezzare una buona bottiglia. Si beve buon vino anche solo per accompagnare un pasto, per celebrare una vittoria, per sopravvivere ad un appuntamento mal riuscito, per brindare alla fine di una giornata stancante, per scacciare la tristezza o semplicemente per rilassarsi. Il vino è sicuramente un ottimo elisir di lunga vita. Il primo bicchiere fa bene alla salute, il resto della bottiglia fa bene al morale. Se poi ci abbiniamo un film che lo celebra a dovere, il nostro umore potrebbe salire alle stelle.
Dunque, mettetevi comodi, scaldate i popcorn, stappate una buona bottiglia e godetevi questi film che vi faranno innamorare ancor di più del vino.
Il Profumo del Mosto Selvatico, Alfonso Arau (1995)
Una storia d’amore profonda e drammatica, che racconta le vicende di Paul (Keanu Reeves), reduce della Seconda Guerra Mondiale, incapace di ricucire i resti della sua vita e provato dagli orrori della guerra. Tornato a casa, scopre che la donna (Debra Messing) che ha impulsivamente sposato prima di arruolarsi non è chi pensava che fosse. Disilluso, decide di partire per un viaggio a Sacramento per cercare lavoro, quando incontra la messicana Victoria Aragon (Aitana Sanchez-Gijon), studentessa figlia di un noto viticoltore (Giancarlo Giannini) della Napa Valley, la quale, incinta del suo professore, sta tornando a casa per aiutare con il raccolto, ma è terrorizzata dalla reazione del padre alla sua gravidanza. Così, Paul accetta di accompagnarla al vigneto di famiglia fingendo di essere suo marito e lì scoprirà la magia della vendemmia, ovviamente s’innamorerà di lei, ma il finale non ve lo dico.
Milano non dorme con il The Milan Coffee Festival
Sideways – In viaggio con Jack, Alexander Payne (2004)
“Ha la buccia sottile, è sensibile, matura presto. Non è una forza come il Cabernet che riesce a crescere ovunque e fiorisce anche quando è trascurato. No, al Pinot Nero servono cure e attenzioni. Solo il più paziente e amorevole dei coltivatori può farcela”. Descrive così il suo amore per il Pinot Noir Paul Giamatti, protagonista del film nei panni di Miles, aspirante scrittore appassionato di vino che decide di regalare all’amico Jack (Thomas Haden Church), prossimo alle nozze, un viaggio attraverso i vigneti della California, nella zona vinicola di Santa Ynez Valley, per un addio al celibato fra calici, cibo, conversazioni sui problemi del mondo e incontri che cambieranno loro la vita. Il film di Payne è un brillante ritratto di un uomo imperfetto che, semplicemente, vuole solo bere vino, e proprio come esso, il regista lascia “respirare” le scene, ricche di dialoghi intensi, permettendo alla loro complessità di svilupparsi e colpire il palato. Il film è stato così convincente tanto che in Usa le vendite di Pinot Noir sono salite del 20% e la sua produzione californiana è aumentata del 170% dall’uscita del film, fenomeno che ha preso il nome di “The Sideways Effect”.
Un’ottima annata, Ridley Scott (1995)
Un film in cui il vino viene investito di un ruolo quasi spirituale, trasposizione del romanzo di Peter Mayle, con due giovani Marion Cotillard e Russell Crowe. Max è un broker londinese insensibile e spietato che si reca in Provenza, dove trascorse l’infanzia, per gestire la tenuta con vigneto lasciatagli in eredità dallo zio deceduto. Così, si prende una settimana per dedicarsi alla restaurazione del castello pensando di venderlo rapidamente, ma alla lunga riscoprirà i valori tramandati da suo zio, innamorandosi dei piccoli piaceri della vita mai apprezzati, del vino, dei vigneti francesi e di un’esuberante donna del posto (Marion Cotillard) che lo “inebria più del vino”.
Il sommelier, Prentice Penny (2020)
Un bellissimo film che si trasforma in un gioco di bevute per gli appassionati con sete di sfida: tutti i vini del film, infatti, si possono trovare in commercio e c’è anche una griglia d’esame per testare le proprie abilità enologiche. Il film racconta di Elijah (Mamoudou Athie) che sogna di diventare un maestro sommelier a Parigi, ma suo padre (Courtney B. Vance) insiste affinché lavori nel locale barbecue di famiglia a Memphis. Così, Elijah divide il suo tempo tra le due attività, frequentando la scuola per sommelier e occupandosi del ristorante di famiglia. La sua vita, però, viene stravolta con la perdita della madre, la quale, a differenza del padre, credeva fermamente nel sogno del figlio.
Bollinger PN TX17 e Vieilles Vignes Françaises 2013
L’abbinamento perfetto, Stuart McDonald (2022)
Film Netflix con Victoria Justice che interpreta Lola, un’importatrice di vini di Los Angeles con un capo fastidioso e una collega che le soffia un importante affare vinicolo con la famiglia Vaughn. Decide, così, di licenziarsi e partire per l’Australia, dove spera di recuperare il cliente rubatole e tentare di aprire un’azienda in proprio. Il primo incontro con la famiglia, però, è fallimentare: la proprietaria non vuole mettersi nelle mani di una piccola ditta appena nata, ma Lola non si dà per vinta e, scoprendo che l’azienda Vaughn gestisce una fattoria che ha bisogno di personale, si offre di lavorare come jackeroo, la figura che si occupa di curare pecore e mucche in un allevamento. Lola apprenderà il duro mestiere e la fatica della terra sotto la direzione di Max, il brusco e misterioso manager del ranch con un segreto, del quale non potrà che innamorarsi, interpretato dalla stella nascente Adam Demos.
Finché c’è prosecco c’è speranza, Antonio Padovan (2017)
Ci spostiamo in Italia, tra campagne venete, laguna e colline del Prosecco, con questa pellicola tratta dal romanzo giallo di Fulvio Ervas, con protagonista il bravissimo Giuseppe Battiston. L’ispettore Stucky indaga su una serie di omicidi in cui l’unico indiziato è un morto: il Conte Desiderio Ancillotto, noto viticoltore della zona, amante del vino, delle donne, dei piaceri della vita, ma rigoroso sui valori della terra, della coltivazione dell’uva e difensore delle colture biologiche. Gli indizi suggeriscono che si sia tolto la vita inscenando un improvviso e teatrale suicidio, ma l’ispettore scoprirà che la chiave per risolvere il mistero va cercata nello stile di vita degli abitanti della zona tra Conegliano e Valdobbiadene, bollicine e osti, confraternite e bevute. Una storia affascinante che è anche una lettera d’amore ai luoghi dell’infanzia dello scrittore, con i suoi splendidi vigneti collinari, i bellissimi borghi antichi e le vecchie osterie.
Barolo Boys, Paolo Casalis e Tiziano Gaia (2014)
Restiamo in Italia con questo film-documentario che racconta la vera storia del giovane contadino Elio Altare e del suo gruppo di produttori di vino delle Langhe che, tra gli anni ‘80 e ‘90 rivoluzionarono radicalmente il mondo del Barolo e del vino in Italia. Grazie a loro, infatti, per la prima volta il Barolo diventò un vino riconosciuto e apprezzato a livello internazionale, con bottiglie e vigne che raggiunsero quotazioni altissime. Le loro innovazioni tecniche ed enologiche, su tutte l’utilizzo della barrique al posto delle grandi botti di legno, scatenarono grosse polemiche e conflitti generazionali con i tradizionalisti, tanto che il “modernista” Elio venne diseredato dal padre. Il film ha vinto il Premio DOC Wine Travel Food 2014 come miglior documentario dell’anno.
Monini premiato tra i migliori extravergini al mondo
Ritorno in Borgogna, Cédric Klapisch (2017)
Una storia di famiglia quella di questo film francese, in cui le varie fasi della vinificazione sono rapportate a quelle del re-incontro del figliol prodigo con il fantasma del genitore, da poco deceduto, e con la sua famiglia. Tre fratelli e una vigna da gestire, tante responsabilità e tormenti da affrontare e, sullo sfondo, l’attenzione ai vitigni e alle procedure che affrontano il tempo, esattamente come le persone. I ritmi immutabili e la ciclicità (vendemmia, vinificazione, potatura) diventano il forte elemento unificante in questo film sul vino e sui legami familiari.
Sotto il sole della Toscana, Audrey Wells (2003)
Tratto dal romanzo autobiografico di Frances Mayes, interpretata nel film da Diane Lane, racconta la storia della scrittrice di San Francisco che scopre il tradimento del marito. Per aiutarla a riprendersi dal trauma, viene ospitata in Toscana per dieci giorni dall’amica Patti (Sandra Oh), dove riscopre la gioia di vivere comprandosi una villa abbandonata in campagna a Cortona. Un viaggio emozionante che regala agli spettatori un affascinante collage cinematografico delle terre toscane, con le sue dolci colline, la vista panoramica sui vigneti rigogliosi, il profumo della buona cucina italiana e i campi di girasoli nel cielo. E c’è anche una rapida incursione a Positano, sullo sfondo della Costiera Amalfitana.
Il Grande Gatsby, Baz Luhrmann (2013)
Chi non ama lo Champagne? Tratto dall’omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald del 1925, protagonisti sono Leonardo Di Caprio e Carey Mulligan che bevono Moët & Chandon quasi per tutto il tempo. Di Caprio interpreta il misterioso self-made man dei primi anni ’20, che si guadagnava da vivere contrabbandando alcol, inguaribile ottimista che organizza magnifiche e imponenti feste nella sua splendida villa a West Egg, Long Island, per riuscire a incontrare il suo antico amore, Daisy, ormai sposata con il milionario Tom Buchanan (Joel Edgerton) e poter ricominciare una relazione con lei. Il film descrive perfettamente gli estremismi dell’agiatezza e della decadenza americana degli anni ’20, quando i ricchi vivevano tra feste stravaganti e situazioni esagerate in cui scorrevano litri e litri di champagne. D’altronde, come disse lo stesso Fitzgerald, “Troppo di tutto è male, ma troppo Champagne fa bene”.