Dove mangiare la carbonara (classica e non) a Roma
Il 6 aprile torna il Carbonara Day. Ecco dove mangiare la carbonara a Roma: dalla classica alle versioni più stravaganti. Sul rooftop di un hotel, tra i vicoli di Trastevere, su una pizza e in un hamburger. Ci sono anche i consigli di chef e pizzaioli.
CARBONARA CON VISTA
47 Circus Roof Garden (47 Boutique Hotel, Roma)
Chef Maurizio Lustrati
Siamo al 47 Boutique Hotel, uno degli hotel più green di Roma, l’unico in città ad aver ricevuto l’importante certificazione Green Globe, il posto giusto per visitare la capitale vivendo un’esperienza all’insegna del divertimento, dell’arte e della sostenibilità. Un progetto unico, che fa del design, della sostenibilità e della cucina gourmet i suoi valori portanti. Al 47 Circus Roof Garden, il ristorante sulla terrazza dell’hotel con una vista panoramica mozzafiato sulla città eterna, la carbonara dello chef Maurizio Lustrati è tradizionale, eseguita a regola d’arte e perfetta per i puristi. «Il consiglio è fare molta attenzione alla temperatura dell’uovo, per trovare il punto esatto in cui si crea la crema perfetta», raccomanda lo chef.
LA CARBONARA TRA I VICOLI DI TRASTEVERE
Controluce
Francesco Luciani, sous chef specializzato nei primi piatti
Controluce è il ristorante controcorrente che non ti aspetti a Trastevere. Un affascinante secret spot nel cuore di Roma; una storia di amicizia e di amore per la cucina. Chi l’ha detto che a Trastevere, storico rione nel cuore di Roma, ci sono solo ristoranti per turisti e si mangia solo carbonara? Il ristorante Controluce nasce proprio per differenziarsi dalle tante insegne trasteverine che propongono ai turisti la stessa cucina, spesso di qualità medio-bassa, e che purtroppo hanno portato a considerare sempre meno il quartiere per un’esperienza culinaria autentica e di qualità. Controluce è quindi il posto che mancava a Trastevere e punta sul riportare i romani (e non solo) a mangiare nell’affascinante rione. Un’operazione fatta in maniera genuina, senza arroganza. Qui la carbonara è una roba seria: si rispetta in tutto e per tutto la ricetta tradizionale. «Per me il segreto della carbonara è la temperatura della pasta, nel momento durante il quale si miscela con la crema d’uovo e pecorino», dice Francesco Luciani.
Lo vogliamo Prestige, Rosé e Pas Dosé
LA CARBONARA SU UNA PIZZA
San Martino Pizza e Bolle
Alessio Muscas (pizzaiolo) e Francesco Azzaretto (chef)
Qui si venera la vera pizza romana, bassa e crunchy, firmata Alessio Muscas. Il nome del locale chiama in causa – come avviene anche per le altre insegne del Gruppo Pizza & Bolle – il “sacro”: in questo caso San Martino, santo degli osti e dell’abbondanza, una figura perfetta per il format. Ovviamente parliamo di una pizza romana gourmet, con topping elaborati e studiati come un piatto di alta cucina, calibrati alla perfezione per il disco di pasta basso e croccante. A fare la differenza anche il pairing con le bollicine, con una carta molto importante. Qui la carbonara viene rivisitata: la pasta viene sostituita dalla pizza e la crema diventa il suo topping. «Visto che in questo caso non parliamo di una classica pasta alla carbonara ma di una pizza (romana nel nostro caso), il segreto è quello di calibrare alla perfezione la quantità e la consistenza topping con il disco d’impasto», spiegano il pizzaiolo Alessio Muscas e lo chef Francesco Azzaretto.
LA CARBONARA IN UN HAMBURGER
Morbido
Giuseppe Aronica, chef
Morbido. Un nome che è tutto un programma. Fa subito venire in mente un bel panino da addentare. Ma anche l’idea di comfort, di anti-stress, di delicatezza, non solo nel cibo ma anche nel modo di approcciarsi alle cose. Alla vita. Perché Morbido è un vero e proprio state of mind. Meno corsa e più ricerca. Meno foodporn e più qualità, con grandi materie prime e fornitori di quartiere. Siamo a Roma, nel cuore del quartiere Appio Claudio, a due passi dal bellissimo Parco degli Acquedotti, uno dei polmoni verdi della città. Qui la carbonara è rivisitata e finisce dentro un hamburger: insieme al burger di scottona e al bun artigianale ci sono guanciale croccante, pecorino romano dop, uovo e pepe. «Nel nostro caso, parlando di un hamburger, il segreto è la cottura della crema carbonara a bassa temperatura», spiega lo chef di Morbido Giuseppe Aronica.