I cioccolatini di Exquisita, azienda di Rovereto specializzata nella progettazione di cioccolatini e lievitati di alta gamma capitanata da Walter Tomio. sbarca negli Stati Uniti.

«Questa volta le nostre praline brandizzate ci hanno fatto volare in Connecticut: la nostra ultima collaborazione, infatti, è con Fabbrica, una realtà statunitense (leader ella costruzione di facciate di grattacieli &co, ndr) le cui radici però affondano in Trentino, nella nostra stessa Vallagarina. E noi siamo fieri di essere stati scelti per rappresentarli, orgogliosi di vedere tanta fiducia ripostsa nel nostro cioccolato», dice Tomio, che non è nuovo a imprese di questo genere. Tuttaltro.

Una delle più eclatanti è datata 2018, quando Tomio è stato chiamato a condensare in una pralina architettura, storia, mistero, seduzione e mito, nonché le mille anime di una città come Venezia e il fascino di un luogo-simbolo come Palazzo Ducale.  Un impresa tanto folle quanto visionaria, una sfida lanciata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia (Muve) e raccolta – nonché vinta – da Exquisita.

«Questa pralina ci ha dato indiscutibilmente una visibilità mondiale», commenta orgoglioso Tomio.  Nel negozio-laboratorio di Exquisita di Rovereto, al 10 di via Fontana, Tomio è un alchimista, un letterato mancato richiamato all’impresa di famiglia a causa della scomparsa prematura del padre, un sognatore che per dirla con Mandela “non si è mai arreso” e che nel (poco) tempo libero scala le montagne recitando poesie di Pascoli e di Leopardi. Ma nella creazione della sua pralina di Palazzo Ducale c’è di mezzo soprattutto la poliedricità dell’individualità di Pirandello, che Venezia rappresenta così bene.  Per questo il cioccolatino firmato Exquisita è un caleidoscopio dai mille significati e dalle centomila sfumature del gusto: «La sfida – racconta Tomio – era creare un gusto che sapesse narrare un luogo come Venezia, città capace di stupirti anche dopo averla visitata mille volte.  Per prima cosa, quindi, ho dovuto trovare una pista narrativa adeguata: ci sono voluti sei mesi di studi».

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Il risultato di tanto lavoro ha conquistato al primo assaggio i responsabili del Muve: «Ho voluto raccontare Venezia con il suo dualismo tra terra e mare, tra luce e mistero, e la stratificazione che appartiene alla città così come al palazzo: così ho creato due praline in una, la prima che racconta Venezia attraverso il cioccolato bianco e l’arancia, la seconda che racconta Palazzo Ducale con il pregiatissimo cacao di Trinidad. All’interno, ci sono strati di gianduia classica fatta con la nocciola, con aggiunta di essenza di arancia, e ldi gianduia fatta con la mandorla. Tutti elementi che hanno origine in Oriente e hanno trovato nel Mediterraneo un habitat ideale: li ho scelti per rappresentare la speranza e la rinascita che rappresenta Venezia, la sua capacità creativa di unire Oriente e Occidente». E poi c’è un  ingrediente che Tomio definisce «magico»: è il pepe di Sichuan, con il suo timbro simile allo zenzero, che assieme al cacao di Trinidad ha un ruolo non solo gustativo:  «Sichuan come Trinidad – spiega Tomio – sono praticamente equidistanti da Venezia e utilizzando questi due ingredienti ho voluto restituire a Venezia il suo ruolo di centralità tra Oriente e Occidente. Tutti gli ingredienti utilizzati, infine, generano anche una sensazione di non completo appagamento utile per  l’ultimo messaggio che volevo dare: che la bellezza non è mai completamente afferrabile, esattamente come Venezia».  Infine lo stampo della pralina, disegnata con delle spigolature che richiamano allo stile di Fortunato Depero, «così anche Rovereto è presente,  anche perché legata alla Repubblica Veneziana, tant’è che il nostro patrono è San Marco e Rovereto è stata una delle prime 5 città europee della seta».

Inimmaginabile che un cioccolatino potesse contenere tanti significati.