Castello di Cigognola, start up del Pinot Nero su antiche fondamenta
Con Gabriele Moratti, nel 2019, è cominciata una storia tutta nuova nella tenuta del Castello di Cigognola in Oltrepò Pavese. Storia più che avventura, perché si fonda su radici profonde, non solo quelle del maniero risalente al XIII secolo, ma che riguarda anche il Pinot Nero, il vitigno che qui è stato spumantizzato e vinificato in rosso fin dalla seconda metà del XIX secolo.
Perché start up?
Perché nel nuovo progetto intanto è stata coinvolta una squadra di giovani professionisti e consulenti esterni, che hanno, proprio intorno al Pinot Nero dell’Oltrepò, ragionato nuovamente sul Metodo Classico in quest’area. Lo scopo è stato quello di imprimere un cambio di passo significativo sia in vigna sia in cantina. E in fondo, una svolta anche nella comunicazione del prodotto e dell’immagine di una regione che è stata svilita a lungo a causa di politiche miopi e autolesioniste. Invece, qualsiasi patrimonio, piccolo o grande, va valorizzato con intelligenza. Ecco la start up, che riunisce menti fresche e competenze diverse, senza tanti pregiudizi, con obiettivi ambiziosi. Così, nella brigata è arrivato a partire dal 2020 un pezzo da novanta quale lo chef de cave Nicolas Secondé, affiancato dall’enologo Federico Staderini nella vinificazione in rosso del Pinot Nero.
Assaggi e confronti
Senza rinnegare il passato la maison di Cigognola ha condotto una curiosa degustazione con le ultime annate di proprie bottiglie e le bollicine del nuovo corso. Il passato si difende bene, ma la nuova linea promette scintille. Le anteprime: Pas Dosé “More” 2020 (confrontato con il Pas Dosé “More” sboccatura 2021); Cuvée Dell’Angelo 2020 (Vs. Cuvée Dell’Angelo 2015); Rosé Extra Brut 2020 (accanto al Rosé Extra Brut 2015; RDM Pas Dosé 2020 (con RDM Pas Dosé 2014), sono certamente vini ancora non propriamente pronti, ma che indicano che si sta andando nella direzione giusta e che si stano aprendo nuovi orizzonti per il Metodo Classico e il Pinot Nero in Oltrepò. Il tutto nasce da un nuovo approccio sulle viti monitorate quotidianamente ogni giorno, feste comprese e su un lavoro non sartoriale, ma di più riguardante ogni aspetto. Il più importante per Nicolas è il Ph, diciamocelo, quasi un’ossessione. Un altro aspetto, solo per fare un esempio è la vinificazione sistematica di ogni parcella. Un altro ancora la calibratura della pressa che cambia a ogni vendemmia. In altre parole tutto il lavoro parte sempre dalla idea di quel che dovrà essere nel calice.