Alice Paillard è volata a Milano per presentarci il nuovo nato della maison fondata da suo padre. Parla l’italiano correntemente anche per rispondere alle domande più tecniche. Tra gli ospiti al bistrot di Carlo Cracco in galleria con Alice, c’era anche l’enologo Andrea Moser che da giovanissimo fa avanti e indietro tra il Trentino e la Francia, ha una lunga esperienza come winemaker, di quelle che potremmo definire da enfant prodige. Lo stasso vale per Alice cresciuta a bollicine sotto la guida del padre.

Ogni nuovo vino che si rispetti deve avere alle spalle una forte motivazione, a maggiore ragione se parliamo di un contesto quale la Champagne. Ebbene questa bottiglia, Bruno Paillard Blanc de Noirs Grand Cru, è frutto di nove anni di prove, selezioni in vigna, assaggi in cantina, con un’idea ben precisa: trovare la migliore espressione possibile del Pinot Noir del Settentrione della Champagne. «Con il suo aspetto nordico e gessoso», ci tiene a sottolineare Alice Paillard. Insomma, per nove anni si è portata in grembo l’idea di uno Champagne con un’indole ben precisa. Un carattere forte e preciso che di già si esprime in un vino “bambino”.

Lo Champagne Extra Brut è ottenuto da un assemblaggio di Grand Cru di Verzenay, Mailly, Verzy e Bouzy e uve di vigneti con suoli assai gessosi. Vanta pertanto una impronta minerale che ben si sposa con le carezze fruttate proprie del Pinot. Sentori floreali, punte speziate. Il nostro consiglio è di abbinarlo a piatti di cucina fusion, non solo cino-giapponese, ma anche tailandese e indiana.