Roeno Enantio Riserva 1865 Pre-filossera

L’azienda agricola familiare Roeno, che si trova esattamente al confine tra il Veronese il Trentino, da diversi anni si è presa cura di un antichissimo vitigno autoctono della Terradeiforti, l’Enantio. Già citato da Plinio Il Vecchio nel I secolo d.C. (“La brusca hoc est vitis silvestris, quod vocatur oenanthium”) e ora riconosciuto come Presidio Slow Food. Perché è una varietà unica e il vigneto sopravvisstuto alla filossera ha viti a piede franco che hanno oltre un secolo. Il vitigno, erroneamente imparentato con il Lambrusco in realtà non ha altri parenti se non viti ancestrali del Monte Baldo, quindi è autoctono ed endemico e ha messo radici su un suolo sabbioso e carico di silicio. L’Enantio, in altre parole, è un capitolo della viticoltura italiana. Vite, Coltura e Cultura! Ed è anche buono! Perdonate I due punti esclamativi di seguito, un po’ stile Tik Tok.
Enantio fu ed Enantio è
Ma è anche importante segnalare che la famiglia che guida la Cantina Roeno ha origini umili. I Fugatti erano mezzadri delle Tenute San Leonardo dei Marchesi Guerrieri Gonzaga, a loro volta pregevoli viticoltori. Ma i Fugatti hanno fatto tesoro nel tempo della loro competenza agronomica e vitivinicola. Quello che oggi si chiama know how. E hanno condotto generazione dopo generazione una cura del territorio notevole. Incluso il vigneto antico dell’Enantio, appena di un ettaro e mezzo. Ma che viene rivificato con laa pratica della propaggine della Pergola, così che le piante originarie resistano e resistono anche alle più comuni malattie della vite.
Il vino
Gli acini hanno una buccia spessa, che si percepisce anche nel calice.Un colore che è anche segno del carattere importante del vino. Elegante e profumato e rotondo. Con una trama tannica fitta una notevole persistenza. E si è praticata anch una summaturazione, per poi compiere un cambio di rotta: si abbandonano le barriques a favore dei tonneaux. Legno e acciaio per 18 mesi, altri mesi in bottiglia a seconda delle annate (almeno 10). Et Voilà, un vino che non solo è buono, ma che ha una lunga e bella storia da narrare. E ha una bella, profonda longevità. Raccomandata l’annata 2015.

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