Ci facciamo un panino? Quante volte abbiamo detto o sentito questa frase, quante volte abbiamo avuto nello zaino un panino o lo abbiamo messo nella borsa di un nostro caro per un velocissimo pasto? Quello preparato dalla mamma e dalla nonna era fatto bene, condito con ingredienti salutari, l’olio buono, il sale e il pomodoro fresco, il nostro ora è solo pane con qualsiasi cosa buttata dentro, magari per svuotare il frigo. Ma c’è un panino a Milano che è sicuramente il migliore in quanto a qualità di ingredienti: è il panino di De Santis.

Ritenuto “il panino di Milano”, è un piccolo posticino in Corso Magenta, al civico 9, nato dall’idea di una donna, Dina De Santis, nel 1964. Dina convince il marito Renzo ad aprire un bar con una formula innovativa per quel periodo: il pasto veloce. Milano correva già all’epoca e cosa c’era meglio di un panino al volo? Corso Magenta era ed è una via ricca di storia, palazzi liberty e chiese, molto frequentata, e anche per questo il successo non tarda ad arrivare. Il locale è piccolo, solo 13 mq dove spesso non si riesce a entrare. Ai suoi tavoli si siedono artisti, sportivi, imprenditori, persone comuni, ognuno di loro lascia un segno che ancora oggi il De Santis di Corso Magenta porta sui muri.

Oggi il locale è cresciuto di dimensioni, ma tutto è rimasto come una volta, dagli arredi alla passione per i panini fatti con i migliori ingredienti.  

Leggi anche:
Mare Mio by Gin Mare

Prosegue il viaggio sulla rotta della sostenibilità di Gin Mare, il primo gin che ha racchiuso il sapore della mediterraneità nella sua bottiglia. In partenza da inizio giugno fino alla…

Ma non sono solo i mq di Corso Magenta a essere cresciuti, oggi De Santis conta altri tre punti vendita a Milano e uno a Roma, e non è finita qui: «Ci sono nuove aperture in vista – annuncia Luca Monica, amministratore delegato di De Santis -, principalmente in Giappone, senza dimenticare alcune parti della Liguria e del sud Italia dove c’è della stagionalità sia estiva che invernale e dove spesso c’è la possibilità di ritrovare i nostri clienti abituali».

Tutti i locali però riportato lo stile inconfondibile di De Santis, la fedeltà è assoluta e la storicità anche, ma è certo che bisogna stare al passo con i tempi per non perdere la clientela: «I tempi oggi rispetto la disponibilità di materie di un certo tipo sono estremamente cambiati – prosegue Monica -. Anche la clientela è cambiata, non tradiamo quello fatto allora ma la ricerca sulle esigenze della nuova generazione va fatta, oggi c’è più attenzione nei confronti del cibo, inoltre Milano è sempre più cosmopolita quindi bisogna cercare anche di avere un occhio per le persone che vengono da fuori e che magari hanno esigenze differenti. Senza dimenticare vegetariani e vegani». Sì, perché nel suo ampio menu in continua evoluzione, ci sono quattro ottime proposte veg.

Il menu è pieno di prelibatezze italiane e internazionali. La preparazione dei panini viene sempre effettuata al momento dell’ordine, il pane, realizzato con una ricetta propria, viene finito di cuocere prima di essere servito per mantenere la fragranza. «Gestiamo questa enorme malleabilità che ha il pane per poterci mettere tutto. Questa è la sfida. In una forma di ristorazione normale è difficile avere la possibilità di sbizzarrirsi così a 360 gradi con le materie prime e riuscire a racchiudere in un panino il tutto. Spesso si dice “tanto va nel panino”, invece noi abbiamo una visione assolutamente opposta. Proprio perché è nel panino, deve essere un prodotto ricercato e scelto», fa sapere Monica.

Non solo panini. De Santis offre una selezione di cocktail realizzati dai migliori bartender milanesi. Il luogo che non ti aspetti per un aperitivo accompagnato da tutto il gusto dei panini in versione tartina. Drink list essenziale che rispecchia il DNA del locale. Ricette uniche, create ad hoc con prodotti di nicchia (tra cui Bitter Fusetti o Amaro Farmily) che arricchiscono l’offerta. Non mancano anche i vini rossi, bianchi e rosati, etichette italiane a cui si aggiungono anche Champagne e birra.

Leggi anche:
L'ostrica è biologica

Nell’ultimo ventennio la nostra quotidianità è stata caratterizzata da nuove scelte etico-alimentari che hanno segnato il modo di acquistare ed affrontare l’acquisto degli alimenti. Oggi voglio parlarvi di un nuovo…

De Santis cresce anche grazie, e con, numerose partnership per giocare sempre più con i sapori, gli aromi, i profumi e gli abbinamenti affinché il cliente possa davvero vivere un’esperienza “singolare”. A partire da Appennino Food Group, terza impresa nel settore del tartufo, Caseificio Gennari e Moët et Chandon per abbinare la croccantezza del pane alla briosità dello Champagne. E l’ultima collaborazione con la Comunità San Patrignano, che al momento ospita oltre 800 ragazzi e ragazze con problemi di dipendenza. «Questa collaborazione è importante perché rappresenta il riconoscimento per il lavoro svolto dai nostri ragazzi che tutti i giorni si impegnano nella realizzazione di prodotti alimentari che mirano all’eccellenza attraverso l’ottima qualità delle materie prime, lavorazione artigianale, senza conservanti o additivi e filiera interna», spiega Roberto Bezzi, presidente della cooperativa agricola San Patrignano. Una collaborazione che dà vita a un nuovo panino da aggiungere al menu e che sarà sicuramente il primo di una nuova serie.

Abbiamo chiesto a Luca Monica quale fosse secondo lui il futuro del panino: «Il futuro è roseo. Il panino ricercato ha uno spazio enorme perché sostituisce tante cose che possono avere lo stesso calore e la stessa possibilità di essere versatile rispetto al competitor pizza o poke. Il panino con certe accortezze ed esperienza può avere di tutto»

Insomma non vi resta che correre a prendere un panino al volo, anche nella tarda serata, per un panino di mezzanotte. De Santis, il panino di Milano, vi aspetta oltre che nello storico locale di Corso Magenta, anche nella food hall della Rinascente, in Via Cesare Battisti 19 e nel cuore di Brera in Via San Carpoforo 6. E se siete a Roma non dimenticate il De Santis di Via del Tritone, dentro la Rinascente!

Leggi anche:
L'amore ai tempi di masterchef: scaricata per un lievito madre

Partiamo da una certezza: il lievito madre è il Tamagotchi dei gourmet. Il video gioco che ha spopolato negli anni Novanta io non l’ho mai capito: perché mai avrei dovuto…