Se state cercando una guida acchiappa vip di Formentera, questo articolo non fa per voi. Il lato scintillante dell’isola, la caccia alla star per rubare una foto, le spiagge affollate, i locali dove andare perché lì van tutti non sono ciò che di meglio può regalarvi l’isola che non c’è, ovvero quel paradiso che tutti sognano e che in realtà esiste, a meno due ore di volo dall’Italia.

Formentera è un luogo da assaporare con lentezza e attenzione. Va scoperta camminando tra le stradine sterrate della campagna che lambisce le spiagge, dove il rosmarino cresce rigoglioso e invade l’aria con il suo profumo, dove gli alberi di fichi costituiscono una delle architetture tipiche dell’isola, uniche nel loro genere, e dove le cicale cantano assordanti, mentre il sole scalda e abbronza anche ad aprile.

Di Formentera va capita l’anima, va assaporata l’atmosfera, quel senso di libertà e di piacere che è facile trasformare in sensualità. C’è chi dice che questo sia dovuto anche a Es Vedrà, l’isolotto roccioso a 2 km al largo di Ibiza, da sempre circondata da un alone di mistero e di leggende popolari e significato. Si narra infatti che Es Vedra sia il terzo posto più magnetico del pianeta, dopo il Polo Nord e il Triangolo delle Bermuda. Alcuni geologi sostengono che sia soltanto una leggenda, ma non si può negare che molti strumenti di navigazione tendono ad andare in tilt in prossimità di quest’isolotto, ed è quasi impossibile utilizzare una bussola. Pare che anche i piccioni viaggiatori si confondono mentre sorvolano l’isola e che spesso perdano completamente il senso dell’orientamento.

Molti miti raccontano che l’isola di Es Vedra fu la casa delle sirene e della ninfa che cercarono di tendere in inganno Ulisse durante il suo viaggio nell’Odissea di Omero. C’è chi pensa che una parte dell’isola sia stata utilizzata per costruire le piramidi in Egitto, proprio per la sua roccia calcarea in grado di trattenere una concentrazione massima di energia, simile a quella delle piramidi, Stonehenge e Isola di Pasqua ed è per questo che molte persone consapevoli di una forza misteriosa che circonda l’area, ne fanno il luogo preferito per la meditazione e altre pratiche spirituali.

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Quel che è certo è che il tramonto che si può godere da Formentera, con il sole che si tuffa nel mare a due passi da Es Vedrà, è forse il più bello del Mediterraneo e sicuramente uno dei più belli al mondo.

Uno scorcio di Casa Pacha

Cosa non perdere a Formentera?

Partiamo dalle spiagge, tutte attrezzate con lettini a pagamento (circa 12 euro cad) ma anche libere, ovvero potrete andarci con il vostro asciugamano e ombrellone. Illetes durante la stagione estiva è presa d’assalto ma è, a tutti gli effetti, la spiaggia più bella del’isola, non si può non visitarla. Paradiso naturale, la sabbia è bianca e il mare cristallino: impossibile non restare a bocca aperta. Qui, però, attraccano per lo più tutti gli yacht che decidono di puntare a Formentera: calciatori, star di Hollywood, imprenditori famosi li troverete tutti qui, insieme ai paparazzi. Fuori stagione è una favola, cercate di viverla a maggio o a fine settembre almeno una volta nella vita.

Siete con i bimbi? La spiaggia migliore in assoluto è quella del People a Es Pujols, kiosko gourmet con servizio sotto l’ombrellone, perfetto anche per gli aperitivi chic. Davanti c’è una striscia di mare che forma una sorta di piscina naturale, alta 30-40 cm. I bambini sguazzano senza preoccupazioni, e voi potete godervi il vostro Mojito in santa pace.

Mitjiorn, invece, è la spiaggia più lunga dell’isola: 12 chilometri di paesaggio che va dalle pinete selvagge agli hotel più datati dell’isola, e anche molti dei chiringuiti più noti si trovano qui. Ma non è al Lucky, al Bluebar al Piratabus che vi consigliamo di fare l’aperitivo, c’è di meglio.

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Il meglio si chiama Tiki bar ed è a Cala Saona, la spiaggia più profonda dell’isola (spesso e volentieri qui il cellulare non ha linea). Qui troverete non solo cocktail decisamente interessanti e di alta qualità, ma anche la Sangria con il Cava più buona dell’isola (ma c’è chi dice anche più buona di Spagna). La potrete accompagnare a delle tapas da veri gourmet: strepitose patatas brava, altrettanto deliziose crocchette di patate e prosciutto Serrano, Pata Negra servito con pan de cristal (pane grigliato con pomodoro). Lounge music suonata live da un dj completa l’atmosfera da sogno. What else?

I ristoranti più popolari, quelli che probabilmente tutti vi avranno detto che non potete perdervi, sono Chezz Gherdi, A mi manera, Can Carlos. Posti dove si sta bene, per carità, affollatissimi, e in particolare Chezz Gherdi con la cantina migliore dell’isola. Ma c’è di meglio, se quello che cercate è un’atmosfera rilassata e piatti tipici, oppure una cucina gourmet spanish style.

Il San Pietro è la specialità dell’isola insieme ai gamberi , cotto al sale e accompagnato da un contorno di patate, peperoni e cipolla. Altri immancabili piatti sono i calamari spillo fritti, la fideua e naturalmente la paella, nonché una zuppa caldissima di aragosta, la caldereta. Uno dei posti migliori dove assaggiare tutti questi piatti è Es Cupina, sulla spiaggia di Es Copinar, poco prima del kiosko Bartolo e della strada che a piedi fa raggiungere Calo des mort, un altro dei punti magici dell’isola che non potete non visitare (è l’immagine della nostra cover). Tavoli in legno su un terrazzo appeso sul mare, piatti schietti con qualche tocco creativi, come i calamari in tre consistenze o quelli marinati con la menta, oppure il delizioso branzino con escalibada o il tataki di tonno. Da non perdere le vongole alla griglia (deliziose), e anche la proposta di carne qui è interessante.

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Sul genere, potete altrimenti optare per il Vogamarí di Mitjiorn o il Sa Sequi tra La Savina e Illetes, dove la specialità imperdibile è il polpo e che ormai è diventato una delle mete dell’aperitivo al tramonto. A Es Calò c’è Can Rafalet, locale spartano, prezzi più bassi della media, piedi nel mare e buoni piatti.

La tartare di tonno di Es Calò

Sempre in questo piccolo paesino di pescatori, un altro indirizzo goloso è il Reataurante Es Caló, affacciato sul mare che lambiasce il caratteriatico paesino di pescatori di Caló de Sant Agustì. Qui assaggerete la tartare di tonno con guacamole piú buona della vostra vita. Naturalmente anche gli altri piatti in lista – dalla paella al riso all’astice al pescato del giorno – non vi deluderanno. Servizio sorridente, cordiale e professionale, carta dei vini soddisfacente ma migliorabile. Panorama indimenticabile.

A fine cena, poi, vi potrete spostare nel beach bar adiacente er gustare cocktail sotto le stelle fatti a regola d’arte. A pochi passi da qui troverete un locale storico dell’isola, Can Pasqual, recentemente riammodernato in uno stile easy chic di bella atmosfera. Qui lo chef valenciano Juan Exojo propone un menu sospeso tra tradizione e creatività, con chicche come le anemoni e piatti cucinati al josper. Buona carta vini.

La brace del Geko

Tempura di gamberi e verdure, tagliolini all’astice, la tartare di salmone e guacamole, insalata Thai con gamberi, calamari croccanti con salsa tartara, buona cantina, ottimo gin tonic: il ristorante del Gecko Beach Club è un gioiellino di tranquillitá easy chic sulla spiaggia di Mitjorn, romantico, languido, da cartolina. Uno dei #theplacetobe di Formentera. Anche solo per un aperitivo. Ogni mercoledì e venerdì suggestiva proposta aggiuntiva alla griglia e flamenco. Potrebbero esserci scivoloni sul servizio.

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Siete amanti del Pata Negra? Ne gusterete di molto buono un po’ ovunque a Formentera, ma quello assoluto lo gustate da Can Toni al Pilar de la Mola. Lo produce la moglie del titolare, in questo locale molto tipico dove qualsiadi cosa ordinerete avrá il gusto schietto e goloso di una cucina verace e tipica.

La cena al tramonto più bella dell’isola è da Can Carlitos, al porto. Formula mista aperitivo o cena con proposta di piatti “a compartir” che non troverete in nessun altro posto dell’isola: da non perdere assolutamente le melanzane arrosto con sobrasada e scaglie di Parmigiano, i calamari alla romana con Feta e rucola e il riso “Llauna”, in particolare quello Del Senorito, preparato im lastre di ghisa quadrate: non vi sarà paella sull’isola capace di eguagliare il livello di bontà di questo piatto. Dulcis in fundo lo ying-yang di cheesecake alla fragola o alla Nutella, un cult.

Molti ristoranti dell’isola offrono aragoste e astici vivi da buttare in griglia o preparare nella tipica caldereta, una sorta di spezzatino bollente che, a nostro gusto, un po’ rovina il gusto di questi pregiati crostacei. Se però volete assaggiarla, uno dei posti cult è Juan y Andrea, forse il ristorante con i piedi nella sabbia di Illetes piú vip del Mediterraneo.

L’insalta di crostacei del 10.7

L’insalata di astice o aragosta più buona dell’isola si mangia invece al 10.7, il numero del chilometro in cui si trova questo locale affacciato sempre sulla bianca spiaggia di Mitjorn.

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Arriviamo ora in un altro paesino di Formentera, Sant Ferran, dove sul corso principale, a due passi dal mitico Fonda Pepe, ha aperto TAPAS24, firmato Carles Abellan, chef stellato che da qualche anno ha deciso di puntare tutto sui “cicchetti” alla spagnola con una serie di aperture in terraferma e ora sbarca a Formentera con un locale piacevole, una carta dei vini estesissima per gli standard di Formentera (150 vini, ma i prezzi possono migliorare), spanisch street cociktail interessanti e ben fatti, e una proposta di tapas che è bene spiegare: quando leggi tapas ti aspetti porzioni piccole, formati ridotti di piatti tradizionali; qui da Abellan invece il formato è normale, e il concetto di tapas è la condivisione. Le proposte sono interessanti, molto tradizionali, i sapori decisi e gustosi. Seduti guardando lo struscio di San Ferran, si gusta, si brinda e ci si rilassa bene ai tavoli di Abellan. Il servizio, ottimo. Da provare assolutamente.

Anche le “ciliegine” ibiztenche sono sbarcate a Formentera, ma non con musica e intrattenimento notturno, bensì con un hotel in prima linea sulla chilometrica spiaggia di Mitjorn, dove non manca la proposta ristorazione: Casa Pacha è un luogo dove vorresti fermare il tempo, spegnere il vociare delle persone e ascoltare solo mare, sole e gabbiani. Dalla colazione alla cena, ogni momento è buono per sedersi ai tavoli del bar e del ristorante, dove sfilano cornetti appena sfornati, pane e marmellata, succulenti risotto al granchio, gamberi con caviale, pescato dell’isola alla griglia, paella e altri piatti tradizionali. Lo scenario, la cura dei particolari, la mise en place aggiungono al piacere del palato e dell’anima, quello degli occhi.

Anche a Es Pujols non manca qualche posticino carino. Il primo è un’avventura tutta italiana, capitanata da Simone Pozzo, guida turistica di lusso che con il lockdow ha fatto i conti con l’incertezza di un lavoro – amatissimo – basato tutto sulla possibilità di viaggiare. Così, ecco l’idea di rilevare il Miramar assieme ad altri soci già presenti sull’isola con altre attività ristorative. Grandi classici, una pizza che in breve tempo si è affermata tra le migliori dell’isola, piccoli interessanti spunti creativi, un rapporto qualità prezzo eccellente, sono le caratteristiche di questo locale in cui, oltre che per la pizza, vi consigliamo di andare per due piatti in particolare: i chipirones (calamaretti spillo fritti) con cipolla caramellata, e l’astice alla catalana, piatto sardo, non spagnolo, che sull’isola trovate solo qui. Provare per credere.

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La pizza del Miramar

Sempre a Es Pujols ecco Fandango: ostriche, caviale, pesci alla brace, aragosta fritta, riso in paella o in casseruola, per un menu molto interessante anche se assai costoso. Locale molto bello, atmosfera all’altezza.

Fandango
Uno degli arroz di Fandango

Punta tutto sulla brace, Malagueña, appena fuori San Francesc direzione San Ferran, avventura di un gruppo di imprenditori romani che hanno regalato all’isola un altro ristorante di grande piacevolezza estetica. Cevichem, tartare, tostados, carpacci e poi lo spazio alla griglia dove naturalmente la carne la fa da padrone, ma qualche pesce non manca (polpo e aragosta in primis). I prezzi sono equi, il servizio da migliorare.

Malagueña

Si va di brace anche da ASAR, a Sant Ferran. Carne, pesce, verdure, solo materia prima e fuoco. Da provare.

Il fritto di “chipirones” ( i calamaretti spillo) più buono di Formentera lo mangiate da Casa Anita a Es Pujiols, ed essendo la matrice romagnola il motore di questo locale, anche i tagliolini e tutta la pasts proposta sono da sballo. Sulla lavagna trovate tutti i crudi con cui poter giocare, anche in versione mezza porzione. Difetto: non è sul mare e per lo più al chiuso, ma quando inizia a fare freschino la sera è una dele mete perfette.

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Sapori mediterranei in chiave creativa si gustano da uno degli chef più talentuosi dell’isola, Borja Molins Sanfeliu che, alle spalle dell’Insotel Formentera Playa, ha aperto 190 pasos, ristorante e appartamenti. Ingredienti chiari, veri, comprensibili nel piatto, mixati in ricette nelle quali la fantasia è declinata al servizio del piacere.

El Mirador

Infine, pranzo o cena con il punto panoramico più straordinario dell’isola? A El Mirador, salendo verso il Pilar de la Mola. Cibo spartano, ma vista da dichiarazione d’amore. Indimenticabile.

Stavamo per dimenticarci la colazione. Il panettiere migliore dell’isola? Manolo a San Francesc, dove berrete anche il cappuccino migliore, al Big Store.

Mitjiorn