Questa settimana vi portiamo in un viaggio in Italia del tutto particolare. Sei relais a 5 stelle, dimore uniche con un’ospitalità extra lusso, che però sono anche rinomate cantine.

Dal Nord al Sud d’Italia, con un focus particolare in Toscana, che si conferma la terra dove il vino e l’hotellerie di alto livello hanno saputo trovare un connubio speciale: vi faremo sognare con location straordinarie, da visitare almeno una volta nella vita. Anche se non siete appassioanti di vino. E vi raccontiamo il perché.

Borgo San Felice

Il cuore della tenuta è il Borgo che sorge sulle colline senesi di Castelnuovo Berardenga, circondato dalle vallate chiantigiane, 685 ettari di vigneti, oliveti, seminativi e boschi. Sottoposto nel 1991 ad un’opera di ristrutturazione, dal 2011 è stato convertito in albergo diffuso 5 stelle e dal 1992 associato al circuito Relais & Châteaux, unico nel Chianti Classico: situato al centro di meravigliosi vigneti e uliveti di proprietà, è un wine resort che comprende due ristoranti, una piscina, una palestra, due campi da tennis e una Spa (dislocato nell’antico frantoio).

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Dalla piazzetta del villaggio, si districano i vicoli acciottolati su cui si affacciano le antiche case e relativi annessi, ospitanti le 29 camere e 31 suites, i due ristoranti – Il Poggio Rosso, con una Stella Michelin, e L’Osteria del Grigio – guidati dall’executive chef Juan Quintero e il Bar Archi all’Aperto con la terrazza esterna che si affaccia sulla piscina. Poco lontane dal borgo, sempre immerse nel silenzio della natura, Villa Colonna e Villa Casanova dominano sui vigneti di San Felice e sono le dimore ideali per esperienze di soggiorno esclusive, disponendo di alcuni servizi dell’Hotel.

Sin dall’acquisizione di San Felice alla fine degli anni Settanta Allianz guida l’azienda agricola all’insegna dell’eccellenza, Oggi l’attività di San Felice si svolge su tre tenute: San Felice, 150 ettari vitati e oltre 15.000 olivi nel Chianti Classico senese, Campogiovanni, 23 ettari di vigneti a sud di Montalcino, e Bell’Aja, 15 ettari nel territorio di Bolgheri. La produzione enologica ammonta a 1,2 milioni di bottiglie l’anno (1.025.000 di Chianti, 80.000 Brunello, 40.000 di Rosso di Montalcino e 55.000 Bolgheri), per 20 etichette, da uve interamente di proprietà. Etichette che nel corso degli anni hanno ottenuto importanti riconoscimenti, tutte da gustare magari proprio durante il soggiorno al Borgo: il Poggio Rosso Gran Selezione, il Campogiovanni Brunello di Montalcino, il Grigio Riserva e Il Grigio Gran Selezione, il San Felice Chianti Classico, il Bell’Aja Bolgheri DOC.

Rosewood Castiglion del Bosco

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Situato all’interno di una delle più antiche e meglio conservate tenute toscane, Rosewood Castiglion del Bosco, a 12 chilometri di Montalcino, è intriso di una bellezza naturale mozzafiato, patrimonio e stile di vita italiano e di una cultura vibrante caratterizzata da secoli di storia e tradizioni.

La cantina di Castiglion del Bosco e i suoi vigneti di Sangiovese sono immersi nella bellezza dello splendido Parco Naturale della Val d’Orcia, circondati da una natura incontaminata e da viste sconfinate che fanno emozionare l’animo.

Negli anni ’60 Castiglion del Bosco compare tra le dieci cantine fondatrici del Consorzio del Vino di Brunello di Montalcino. Accanto alla produzione di vino, oggi si inserisce un lussuso resort dotato di 42 suite, 11 ville, due ristoranti, una scuola di cucina, un centro benessere e una piscina nonché un Golf Club, con un campo da 18 buche.

Nei 72 ettari di proprietà, 10 situati a Riparbella vicino a Bolgheri e 62 a Montalcino, si coltivano Sangiovese, Merlot, Petit Verdot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, che ogni anno confluiscono in nove etichette diverse. Ovviamente, com’è lecito aspettarsi, grande attenzione è posta agli alfieri enologici del terroir: su tutti splendono il Brunello di Montalcino DOCG Campo del Drago e il Rosso di Montalcino DOC, prodotti eleganti e raffinati, con cui l’azienda si conferma di vendemmia in vendemmia ai vertici qualitativi di tutta la produzione Toscana.

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Il Borro

Gusto, vino, arte e bellezza: ecco alcuni degli elementi che fanno de Il Borro, a San Giustino Valdarno in provincia di Arezzo, un gioiello immerso tra le sinuose e verdeggianti valli nel cuore della Toscana, dove il tempo sembra essersi fermato. La sua storia millenaria si tramanda tra alcune delle famiglie dell’alta nobiltà europea – dai Medici-Tornaquinci di Firenze, ai Torriani di Milano e gli Hohenlohe Waldemburg fino ai Savoia-Aosta nei primi del ‘900. Ma la grande rinascita avviene grazie a Ferruccio Ferragamo che, dopo essersene innamorato, nel 1993 l’acquistò e attuò una vera e propria opera di recupero.

Oggi Il Borro è un posto unico al mondo, un continuum perfetto tra passato, presente e futuro. È un’azienda agricola e vitivinicola all’avanguardia di 1.100 ettari circa, dal 2015 interamente biologica ed ecosostenibile, oltre che un elegante resort, un albergo diffuso che custodisce al suo interno un borgo medievale ristrutturato mantenendo tutto il suo antico fascino.

Qui, la vita dell’azienda agricola si integra con un’ospitalità di lusso: l’antico borgo medievale è dal 2012 un Relais &
Châteaux, immerso nel suggestivo paesaggio toscano. Il Borro propone un’esperienza di ospitalità unica, con Ville di lusso e suite prestigiose. Alle splendide soluzioni del Relais si aggiungono cinque incantevoli casali, dedicati alla formula dell’agriturismo, per un soggiorno a contatto con la natura, tra gli animali in libertà, e nella semplicità del vivere toscano. Spa La Corte, situata nel cuore della tenuta, è uno spazio molto intimo dove gli ospiti trovano una particolare
accoglienza, una cura molto attenta e un’altissima professionalità, con un ampio programma di massaggi e
trattamenti o percorsi benessere personalizzati. Il Borro Relais & Châteaux dispone di due strutture adibite alla ristorazione, tutte sotto la regia dell’executive chef Andrea Campani.

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Tra le eccellenze c’è l’Orto del Borro, bellissimo “giardino coltivo” biologico di due ettari in cui vengono prodotti ortaggi di stagione e da cui nasce la Cassetta Bio: una cassa in legno, che contiene i prodotti dell’orto e arriva direttamente al consumatore finale, tramite abbonamento sul sito www.ortodelborro.it. Non soltanto l’Orto ma l’azienda tutta de Il Borro adotta un approccio biologico e sostenibile che si basa sull’utilizzo esclusivo di concimi e antiparassitari naturali anche per la coltivazione dei propri vigneti ed uliveti.

Oltre alla produzione di ortaggi di stagione, all’allevamento di galline e al caseificio, Il Borro ha intrapreso la produzione di farine di grani antichi e farro (a basso contenuto di glutine), grano saraceno (privo di glutine), per produrre pasta artigianale, farine poco raffinate, soffiati e gallette.

All’interno della vasta tenuta, le vigne sono coltivate solo nelle zone storicamente più vocate. Oltre al Sangiovese, principe dei vitigni autoctoni toscani, nella tenuta si coltivano anche diverse uve internazionali, che si sono dimostrate particolarmente adatte al terroir, come Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah e Chardonnay. In campagna si seguono le regole dell’agricoltura biologica e biodinamica, senza utilizzo di pesticidi e con sole concimazioni naturali. Il Borro, blend di Merlot, Cabernet Sauvignon e Syrah, è il vino portabandiera della tenuta.

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Monaci delle Terre Nere

Monaci delle Terre nere, una villa nobiliare del 1700 in una tenuta di 25 ettari, trasformata in un eco wine resort sulle pendici dell’Etna. Affacciato sul mar Ionio, si compone di ville con piscina privata e suite da cui poter godere della calda e straordinaria energia del vulcano.

Locanda Nerello è il ristorante di Monaci delle Terre Nere: menu e cucina sono basati su prodotti freschi, in prevalenza a km 0, quasi tutti provenienti dall’azienda agricola della tentuta. È un luogo che si iscrive all’interno del movimento Slow Food proponendo un ampio menù sublimato da vini dell’Etna prodotti nella tenuta. Il Convivium Bar invita a scoprire i cocktail accuratamente preparati con ingredienti locali, secondo i precetti della mixologia tanto cari a Paolo Sanna.

Qui si producono anche vini certificati biologici, vera espressione del terroir dell’Etna, con il brand Guido Coffa. Per degustarli non c’è solo lo spazio del risotrante, ma vengono organizzate anche esclusive degustazioni in vigna, nell’antico palmento o nell’innovativa cantina della tenuta.

Capofaro Locanda & Malvasia

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Capofaro potete immergervi nel lavoro in vigna, dalla potatura alla vendemmia, come semplici osservatori o partecipando attivamente. Oppure scegliere di fare una passeggiata tra i filari, accompagnati da un esperto che vi racconterà le fasi più importanti del lavoro sulle piante. Stare qui sarà una scoperta continua e, per rendere ancor più completa l’esperienza del vino a Capofaro per i propri ospiti, sono stati pensati percorsi di degustazione delle diverse espressioni della Malvasia e dei territori in cui Tasca d’Almerita, proprietaria di questo straordinari Relais&Châteaux, coltiva la vigna.

Capofaro Locanda & Malvasia è indiscutibilmente una delle più belle strutture ricettive legate al mondo del vino, sull’Isola di Salina, dislocata su un promontorio affacciato sul mare e sulle isole di Stromboli e Panarea, dove sorge un antico faro che dalla fine dell’800 veglia sui naviganti.

Sono solo 27 le camere a disposizione, piccole abitazioni costruite nel pieno rispetto dell’architettura eoliana tradizionale, tra il verde delle vigne, dislocate in casette dalle geometrie semplici, con i muri intonacati di bianco e ampie terrazze ombreggiate da cannizzi. All’interno gli arredi dal design contemporaneo sono realizzati prevalentemente in muratura per integrarsi e quasi confondersi con la struttura, regalando un armonioso senso di continuità. Attorno al vecchio faro, negli antichi alloggi del guardiano, sono state recuperate altre sei camere, le suites più esclusive della struttura, tutte dotate di giardino privato.

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Non manca il capitolo ristorazione, con lo Chef Gabriele Camiolo che promette di “saldare” il racconto dei prodotti tipici eoliani con l’eredità gastronomica della famiglia Tasca d’Almerita.

Villa Cordevigo

Nell’entroterra del Lago di Garda, nella zona di Verona a due passi dall’uscita del casello autostradale di Affi, un lungo viale di cipressi conduce a Villa Cordevigo, un’oasi viticola e paesaggistica a conduzione biologica, che conserva integra l’anima del luogo nel rispetto dell’ambiente che circonda il wine relais. Nella tenuta campeggia una dimora episcopale risalente al XVII secolo e una piccola chiesa, avvolte dai vingeti e da un incantevole giardino all’italiana.

Fascino, arte e storia rappresentano tutta l’eredità dello splendore delle grandi famiglie che nei secoli l’hanno occupata. Le famiglie Cristoforetti e Delibori hanno preservato la tranquillità e la bellezza di questo luogo grazie ad un importante progetto di restauro. L’energia creativa e mediterranea dello chef Marco Marras, premiata con una stella Michelin al ristorante del relais, l’Oseleta, ricavato da una parte della pittoresca barchessa all’ingresso della tenuta, sa regalare agli ospiti una proposta gourmet da abbinare ai vini della famiglia, ma anche a tante altre grandi etichette italiane e non.

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