«Luca, ho trovato l’albergo in Valle d’Aosta che fa per noi: è a Champdepraz, vicino a Champorcher».

«Luisa, guarda che sono due valli diverse e tra un paese e l’altro ci vuole quasi un’ora di macchina».

«Ah sì? Comunque questo ha due piscine, la spa, un bel panorama e pare si mangi bene».

«OK, prenota!».

Due mesi dopo, il primo di agosto, raggiungiamo il Mont Avic Resort & Wellness in località Covarey, a circa 1300 metri di quota. Alla reception, ci fa subito dimenticare i tornanti appena percorsi l’accoglienza di Marie. Efficace e gentile, racconta le caratteristiche dell’hotel e della spa – di cui vi parlerò in seguito – e conclude così: «La cena è nel nostro ristorante gourmet, che orario preferiscono?». Rimango un pochino perplesso: non ricordo l’ultima volta che ci hanno dato del Loro e in un luogo di montagna come questo la parola gourmet, a dispetto della regione francofona, mi dà un brivido. Avrò modo di trasformare l’iniziale perplessità in certezze più che positive.

Alle otto e mezza, smerigliati dal primo bagno in piscina e dall’idromassaggio, raggiungiamo la sala del ristorante Le 3 Fiette, dove ci ricevono Giovanni Billia – direttore di lungo corso – e una squadra di cameriere molto eleganti, nell’abito e nel tratto: sono giovani, ma ci danno tutte del Loro. L’illuminazione non è invadente, i tavoli spaziosi, le sedute comode. Attraverso le grandi vetrate, affacciate sul verde del vallone, avvistiamo un capriolo, mentre ci vengono portati lunghi grissini (inseriti in una base lignea, a mo’ di scultura postmoderna), una pagnotta appena sfornata e una mousse di lardo e miele: apparenza e sostanza, insomma.

Come ospiti dell’hotel, il trattamento di mezza pensione ci consente di scegliere due portate e un dessert. Quando arriva la carta, emerge che il ventaglio delle opzioni possibili è tanto ampio e vario da richiedere un’analisi assai più attenta del previsto: non solo sono presenti cinque o sei preparazioni per portata, ma nella stagione estiva il giovane chef Piergiorgio Valente propone per ogni giorno della settimana – a parte – un ulteriore menu completo, declinato su un tema specifico. Il direttore ci sorprende: possiamo ordinare in assoluta libertà anche da questa seconda carta. Molto bene!

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Tra le materie prime, crostacei, molluschi e pesci di mare integrano – talvolta affiancandoli – selezionati ingredienti della tradizione valdostana, in preparazioni di alta cucina: ne sono un esempio i sorprendenti ravioli del plin ripieni di Fontina DOP, con ragù di polpo, pomodoro confit e basilico, che ho voluto subito provare, con piena soddisfazione. A proposito di fontina, non manca mai la fonduta, servita con polenta, patate al cartoccio, sottaceti e mele renette; dato il caldo, tuttavia, una sera ho preferito assaggiare il ceviche di gambero rosso, lampone, lime e pesca, che con un tocco esotico ha fulminato i miei pregiudizi sull’agrodolce. Tornando ai primi piatti, nel corso delle varie cene ho molto apprezzato la fregola ai frutti di mare e varie consistenze e l’impeccabile riso vialone nano “Pila Vecia”, mantecato al caprino, pino e pere, goloso e delicatamente balsamico.

Al termine, vedo allestire un tavolino di servizio con tutto il necessario per dar fuoco a qualcosa. La notevole carta dei dessert, infatti, annovera ben tre dolci “alla lampada”: è molto suggestivo assistere alla preparazione del babà al caffè alla valdostana, con mousse e gelato alla “flantse”. Sarà quasi commovente, qualche sera dopo, assaggiare le crêpes suzettes magistralmente servite al nostro tavolo. Anche senza accendere la fiamma, la cucina si difende benissimo, per esempio con il Mont Avic (semifreddo al lampone, spugna al cacao, cremoso al formaggio fresco, lamponi in gel e disidratati) e con l’Orange whiskey sour (granita agli agrumi, spuma al bourbon whiskey e cialda al caramello).

Un ulteriore plauso va alla carta dei vini curata da Giovanni Billia – ben strutturata, con ricarichi adeguati al contesto – che permette ogni tipo di abbinamento, spaziando dalle più interessanti aziende valdostane alle migliori realtà italiane e francesi, con una bella selezione di Champagne. Grazie alla carta e ai suggerimenti del signor Giovanni abbiamo scoperto, tra gli altri, un vino insolito e memorabile: si tratta di Et Cinis, rosé da uve pinot grigio, prodotto in anfora – senza eccessi di macerazione – dall’azienda valdostana La Plantze di Henri Anselmet, degno figlio di Giorgio.

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In conclusione, l’esperienza in questo ristorante di montagna si è rivelata non solo sorprendente– come spesso è definita – ma davvero entusiasmante. Vale la pena di prendersi una pausa e trattenersi qualche giorno nel resort, assaporando così la vacanza con tutti i sensi.  

Tra le camere – di differenti dimensioni, tutte munite di balcone – sono particolarmente apprezzate quelle rivolte a sud-est, con terrazze molto ampie, che consentono di godersi il sole e il panorama senza uscire dalla propria stanza. Consiglio vivamente, tuttavia, di approfittare dei servizi offerti dall’area benessere, in un contesto di estrema piacevolezza. Sono a disposizione degli ospiti: una vasca per l’idromassaggio e una piscina, entrambe riscaldate, tre saune, la “cascata di ghiaccio”, un percorso di docce “water paradise” (da provare assolutamente!), un solarium nel prato e una grande area relax interna con comodissimi divani, dove è possibile reidratarsi dopo le attività sorseggiando una tisana e rifocillarsi con yogurt, muesli, frutta disidratata, grissini e altro.

Il resort è inserito nel contesto del Parco naturale regionale del Mont Avic, di notevole pregio ambientale, paesaggistico e storico, in cui è possibile compiere camminate ed escursioni di ogni difficoltà. Il Centro visitatori del Parco si trova a due passi dall’hotel; una breve passeggiata di dieci minuti conduce al Parco Faunistico Mont Avic, con animali caratteristici della Valle d’Aosta (stambecchi, camosci, daini ecc.).

Discendendo in auto il vallone di Champdepraz, in meno di mezz’ora si raggiungono Verrès e Issogne, con i rispettivi magnifici castelli; il Forte di Bard dista circa 35 minuti.

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Info in breve

Ristorante Le 3 Fiette del Mont Avic Resort & Wellness
Località Covarey 19
11020 Champdepraz AO
Tel.: +39 0125 960413

Aperto tutti i giorni a pranzo (dalle 12:30 alle 14:30) e a cena (dalle 19:30 alle 21:00)
Chiuso nei mesi di maggio e novembre
Prezzi (bevande escluse): alla carta 60/70 euro, menu degustazione 52/54 euro, con formule scontate per gli ospiti del resort

E-mail: info@montavicresort.com
Sito web: https://www.montavicresort.com/
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Instagram: https://www.instagram.com/le3fiette/ e https://www.instagram.com/montavicresort/