Il torrone, dolce antico delle feste
Il torrone, inteso come semi tostati (mandorle, nocciole, pistacchi, pinoli) legati da una pasta dolce a base di miele, zucchero e albume d’uovo, con aggiunta o meno di aromi, è considerato un prodotto tradizionale di Cremona, che rimane il principale centro italiano di produzione, ma anche di altre zone e regioni italiane: Sannio, Valtellina, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna.
La città che ne rivendica la presenza più antica è Benevento, nel Sannio, secondo una tradizione locale che vorrebbe questo dolce già esistente nel I secolo d.C. con il nome di cupedia, termine che deriverebbe dal vocabolo latino cuppedia, molto usato da autori come Cicerone, Aulo Gellio e Plauto, traducibile con ghiottoneria o boccone prelibato. In vari dialetti italiani si registrano le voci cupeta, copeta, copata e coppetta, che identificano specialità simili al torrone o al croccante, che in Sicilia assume il nome di cubbaita.
Proprio la parola cubbaita sembrerebbe provenire da un termine arabo e proprio in Medio Oriente potrebbero esserci le origini di questo dolce, portato dagli Arabi nel bacino del Mediterraneo, in Sicilia, in Spagna e a Cremona, strategico porto fluviale sul Po. In Spagna, dove è documentato in testi scritti fin dal Quattrocento, assume il nome di turrón, un etimo molto simile a quello italiano, la cui origine più accreditata è quella dal verbo latino torrere, tostare. In Francia, invece, lo troviamo come touron o nougat, dal tardo latino nucatum, poiché, prima che in Provenza venisse introdotta la coltivazione delle mandorle nel XVII secolo, per la sua preparazione venivano utilizzate le noci.
Quella che ci piace di più, però, è la leggenda cremonese che identificherebbe il primo torrone tradizionale nel dolce speciale di mandorle e miele a forma di torre preparato dai cuochi di corte per le nozze tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza.
Penny Ice Cream, la storia del castello che nasce dal gelato
Duro o morbido, a voi la scelta
Il torrone può essere a pasta dura oppure a pasta morbida, a seconda del grado di cottura e del rapporto tra miele e zuccheri, e oggi si distinguono anche tra i torroni mandorlati e quelli nocciolati. Il formato di torrone più classico è la stecca, dalle dimensioni più diverse, che si ottiene da una sfoglia spianata a mano, protetta da due fogli di ostia e poi divisa in porzioni con tagli paralleli. Una forma più recente è il torroncino, in versione morbida e ricoperta di cioccolato, spesso aromatizzato in più gusti.