Grégoire, Dante e Graziana: la rivoluzione di Baglio di Pianetto
C’è fermento a Baglio di Pianetto, ma soprattutto c’è una grande emozione, che si tocca con mano, tra i protagonisti del nuovo corso della nota cantina siciliana, fondata da Florence e Paolo Marzotto nel 1997. Un’emozione che vibra e fa luccicare gli occhi. Al primo posto c’è Grégoire Desforges, terza generazione alla guida di Baglio di Pianetto, entrato in azienda nel 2023: al suo fianco ha chiamato due grandi nomi del mondo del vino italiano, ossia Dante Bonacina come amministratore delegato, ed Graziana Grassini come consulente enologa.
L’obiettivo è chiaro: trasformare Baglio di Pianetto in una cantina d’altura portando l’intera superficie vitata nel comprensorio di Contrada Pianetto, nell’anfiteatro che abbraccia Santa Cristina Gela e Piana degli Albanesi ad altitudini minime di 700 mt s.l.m fino a 900, grazie all’ultima acquisizione di 20 ettari in continuità del sito monumentale di Portella della Ginestra. Ma non solo.
Desforges è innamorato pazzo della sua tenuta siciliana. E non è una cosa così scontata per uno che girato 74 paesi alla scoperta di terre e culture vicine e lontane: «Sono nato a Parigi, ho vissuto in Inghilterra, Spagna, Svezia… ma nessun luogo è come questo. Credo che Baglio di Pianetto abbia l’occasione di essere la prima realtà a valorizzare questo territorio unico ed eccezionale, diventandone l’interprete più autentico».
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Classe 1989, con alle spalle un baccalauréat in letteratura, una laurea in relazioni internazionali e un master in strategia all’ESCP, affianca la sua passione per sport e territori a diverse esperienze professionali nel mondo della consulenza strategica. Da sempre incline al mondo del food&beverage e dell’hospitality, raccoglie il testimone dalla madre Dominique. «Baglio di Pianetto – prosegue Desforges – incarnerà la Sicilia tradizionale che si rinnova, spinta da passione, innovazione e preservazione ambientale. Siamo consapevoli dei trend di mercato e delle attuali tensioni geopolitiche internazionali che potrebbero creare incertezza nei mercati esteri e complicare gli scambi commerciali. Per questo adotteremo strategie flessibili e sostenibili per mantenere la nostra competitività. Sono i nostri punti di forza a guidare la strategia: la conduzione agronomica interna, l’ampia superficie vitata di proprietà, la longevità dei vini e la vicinanza ad uno degli snodi commerciali più importanti dell’isola, Palermo. L’approccio al futuro di Baglio si fonda sul valore, piuttosto che sul volume, della produzione».
Con nonno Paolo, Grégoire condivide la voglia di raccontare una Sicilia diversa, concentrando la ricerca dell’autenticità sulle alture palermitane, profondamente vocate e culla di una comunità che si riconosce nel proprio territorio. Per lui le persone hanno un valore molto alto, così come il benessere del loro lavoro in azienda. Ed ecco che ad affiancarlo in questa rivoluzione – che prevede anche la realizzazione di un luxury wine resort – ha chiamato due pezzi da novanta del panorama enologico nazionale e internazionale. Dante Bonacina è il nuovo amministratore delegato dell’azienda dopo aver trascorso più di 25 anni in Ca’ del Bosco, dove ha ricopertoruoli di crescente responsabilità fino alla Direzione Generale. Per Bonacina le aziende sono generatrici di valore, per i dipendenti, per i consumatori e per la società. Come manager, si sente portatore della responsabilità di costruire modelli e ambienti in cui le persone possano vivere bene e sentirsi parte di un progetto comune. «Ai giovani consumatori, spesso è negato l’accesso alle tradizioni vitivinicole, così come alle esperienze – di assaggio e acquisto – dei grandi vini, considerati attualmente un lusso quasi castale. Come possono, le nuove generazioni, capire, giudicare, ampliare la conoscenza, se non hanno la possibilità di avvicinarsi ai vini considerati modelli qualitativi di riferimento?» . Il nuovo AD in Grégoire Desforges rivede i valori del nonno Paolo Marzotto e con lui è convinto di aver trovato, finalmente, la giusta chiave per esprimere l’identità di Baglio di Pianetto.
Nel 1997, l’azienda è stata fondata con l’obiettivo di distinguersi per ricerca ed eccellenza e da sempre investe nelle persone e nel loro potenziale. Per questo la scelta dell’amministratore delegato è ricaduta su Dante Bonacina, che nel corso della sua carriera ha dimostrato di credere nelle persone, essere in grado di ascoltare e mettere al centro i loro bisogni, creando modelli di leadership “slow”. «A Baglio di Pianetto ho il privilegio, ancora una volta, di lavorare e interagire con le giovani leve del mondo del vino che condividono con me un modello d’impresa dedicato all’eccellenza. Da parte mia offrirò esperienza e curiosità, rigore e creatività, ma soprattutto uno spazio, non solo fisico, dove potersi esprimere liberamente senza il timore di essere giudicati», conclude Dante Bonacina.
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Ultima, ma solo in ordine di arrivo in azienda, Graziana Grassini, tra i primi enologi donna italiani, oggi considerata una delle personalità più influenti del panorama enologico internazionale, discepola di Giacomo Tachis. È lei che firma da qualche anno i vini, ad esempio, di Tenuta San Guido e da qualche mese è al fianco del team enologico di Baglio di Pianetto.
«L’obiettivo enologico che ci poniamo per Baglio di Pianetto – spiega la Grassini – è la valorizzazione dell’area e della sua inusuale altimetria, valore essenziale di una Sicilia inedita e autentica. In particolare, con la linea In Purezza, sarà esaltata l’espressione del vitigno interpretato in quello specifico territorio perché credo che il consumatore cerchi in un vino monovarietale la riconoscibilità di quell’uva unita alla personalità del luogo. La linea ViaFrancia, invece, tradurrà il territorio in tutte le sue specificità interpretando l’essenza del territorio: dedicati all’omonima via dove è situata la cantina di Baglio di Pianetto, questi vini saranno espressione dell’identità profonda della microzona e della sua vocazione. Il nome Viafrancia è emblematico perché le etichette sono dedicate proprio alla via dove si trova la cantina, la Via Francia, che prende il nome dalla Via Francigena. Questo sembra quasi un segno del destino, visto il legame particolare della famiglia proprio con la Francia. Il mio compito sarà valorizzare questa microzona, legata addirittura alla specificità di una singola strada, interpretandola fino al dettaglio, per esaltare le emozioni che ogni calice può dare»
Da un dream team di questo calibro non potranno che arrivare grandi risultati nel calice, per la gioia del nostro palato.