La vita è piena di dilemmi, persino a colazione. Sì, perché se pensate che croissant, cornetto e brioche siano sinonimi, vi state sbagliando. Le certezze di una vita distrutte in un attimo, visto che in realtà i tre sinonimi sono invece tre dolci lievitati molto differenti tra loro.

Cominciamo da quelli più simili tra loro per la forma, ovvero cornetto e croissant. Il primo prevede tra gli ingredienti principali: farina, latte, uova, zucchero, sale, burro e lievito. Il secondo ha gli stessi ingredienti fatta eccezione per  le uova, per cui conserva maggiormente l’aroma e il retrogusto del burro. In entrambi i casi la qualità delle materie prime è fondamentale.

Quanto alla brioche, gli ingredienti che non si discostano molto dai i due precedenti, tranne l’impiego dello strutto animale. La forma è più identificabile perché tondeggiante e gonfia e c’è una maggiore quantità di zucchero e di burro per una consistenza finale morbida, unica e differente.

Cornetto e croissant mantengono una densità più croccante e la tipica sfogliatura leggera che è frutto di un lungo ed elaborato procedimento di lavorazione. Nonostante ciò un croissant non è un cornetto: il primo, oltre al suddetto aroma di burro, resta più neutro e si presta anche a preparazioni salate, il secondo è più dolce e aromatizzato.

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La brioche

La vera ed originale è la brioche al burro che nasce in Normandia nel XVI secolo, adattamento e rivisitazione dell’impasto “pâte à brioche” di epoca medievale. Gli incredienti sono farina uova, acqua, strutto, burro e zucchero, che la rendono gonfia e soffice. Sulla radice etimologica della parola vi sono numerose versioni. Una fa risalire il termine brioche alla parola “briochins”, gli abitanti di Saint-Brieuc in Bretagna, un’altra all’unione delle parole “bris” (interruzione) e “hocher” (mescolare), ma la più accreditata viene dal verbo “brier”, dal normanno antico “broyer”, cioè l’atto di impastare per mezzo di un rullo di legno. La forma della brioche si distingue da cornetto e croissant; infatti, è tondeggiante e, ma non sempre, con una pallina di pasta sulla superficie.

Il croissant
Il croissant è figlio dell’Austria e non della Francia. Le sue origini si muovono tra storia e leggenda, ma di certo si sa che affondano le radici nella Vienna del 1683, epoca in cui la città era assediata dall’Impero Ottomano.
Per colpire il nemico gli Ottomani erano soliti agire a notte fonda, scavando cunicoli sotterranei con lo scopo di minare le fondamenta della città. A quell’ora, gli unici a essere svegli erano i panettieri, che udendo il rumore degli scavi allertavano soldati ed esercito, riuscendo così a respingere gli attacchi. Alla fine dell’assedio, e per festeggiare la vittoria austriaca, venne chiesto ai panettieri di creare un dolce a forma di mezzaluna, che simboleggiasse la bandiera (e quindi la sconfitta) turca. Nasce così il Kipferl, il padre del croissant. Presto la produzione e la vendita di questo dolce si diffuse anche in Francia, dove prese il nome di croissant: nasce ufficialmente addirittura intorno al 1838 con l’apertura della Boulangerie Viennoise di Parigi, mentre il termine lessicale viene introdotto per la prima volta nel “Dictionnaire de la langue française” nel 1863. La lavorazione del croissant può arrivare fino a 48 ore con un impasto che necessita di almeno 24 ore di riposo a temperatura controllata. Soltanto dopo è possibile aggiungere il burro e c’è bisogno di altre 24 ore minimo perché la lievitazione si possa dire terminata.

La storia dell’assedio turco, con la creazione del Kipfel viennese, è la stessa da cui si fa risalire la scoperta del caffè. I turchi sconfitti, abbandonando di fretta il loro accampamento lasciarono sacchi di caffè non tostato che bruciando tra le fiamme liberarono un fortissimo aroma. La curiosità attirò l’ufficiale polacco Jerzy Franciszek Kulczycki, colui che diventerà il proprietario della prima caffetteria viennese. Da qui l’incontro e il lungo sodalizio tra cornetto e caffè.

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Il cornetto

La storia comincia di mattina presto anche in questo caso. Le prime tracce della diffusione del cornetto in Italia risalgono al 1683 durante gli scambi commerciali tra la Repubblica di Venezia e Vienna. L’abilità di maestri fornai e panificatori veneti consentì il perfezionamento della ricetta austriaca in quello che poi venne conosciuto come cornetto, dalla forma più dritta, non a mezzaluna.