I vini di Maso Martis, quei trentini che non ti aspetti
Maso Martis, la cantina trentina oggi guidata da Alessandra e Maddalena Stelzer, con l’aiuto dei genitori fondatori, Antonio e Roberta, non poteva che scegliere il nuovo ristorante Corteccia a Milano dello chef Cristiano Tomei per presentare le nuove annate delle sue etichette di punta e una novità. Cristiano Tomei è un toscano senza peli sulla lingua, cuoco autodidatta e stellato. La famiglia Stelzer si presenta persino nei comunicati stampa, raccontando dell’amore a prima vista di Antonio e Roberta e, persino, rivelando il giorno nel quale si sono scambiati il primo bacio (sotto le stelle cadenti di San Lorenzo). Non crediamo che tanti trentini siano così schietti. Ma dalla loro storia d’amore ne è nata un’altra. Quella per la vigna e il vino.
Maso Martis è una cantina che vanta diversi riconoscimenti e che ama osare. I suoi spumanti Metodo Classico restituiscono sovente il brivido di quel primo bacio, anche se non sono per nulla il risultato di un improvviso afflato amoroso, ma quello di un lavoro meticoloso. Espressione di un forte attaccamento alla terra, alla vigna e alle cose fatte per bene. Anche in questo c’è affinità con lo schietto Cristiano Tomei, la cui cucina è certo frutto di una immediata passione, ma che, come sottolinea lo chef, “ogni mio piatto è complicato, in cucina di semplice non c’è nulla”. E ha ragione. Lo stesso avviene riguardo alla viticoltura.
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Abbiamo pertanto assaggiato qualche ammirevole bottiglia quale il raro Monsieur Martis 2018, un Brut Rosé da Meunier in purezza, sboccato a febbraio del 2023 ottenuto nientemeno che da una vigna che risale agli anni Ottanta. Davvero spettacolari sono quindi la Madame Martis Rare Vintage 2013, medesima sboccatura, un assemblage di Pinot Nero (70%), Chardonnay (25%) e Meunier (5%) e la Magnum della stessa, annata 2010. Insomma qui non si lascia nulla al caso. Il Metodo Classico è un investimento notevolissimo, che richiede pazienza e precisione. Parliamo di vini che affinano 9, 10, 11 anni in bottiglia. E il tempo è una componente culturale importante anche per Tomei, che con il Trentodoc del 2013 ha abbinato un classico come la “Minestra” di pesce. Pura goduria.
Ma torniamo al nuovo corso di Maso Martis, inaugurato da un vino giovane, ma altrettanto coraggioso, perché si tratta di un Müller Thurgau, vitigno poco valutato, ma che può sorprendere. La bottiglia di Müller fermo è Al+Ma 800, vendemmia 2022. Nome che ne contiene due: Alessandra e Maddalena, che rappresentano la seconda generazione della famiglia. Mentre il numero si riferisce all’altitudine (notevole) del vigneto. Un vino fresco e piacevolissimo, sorridente e solare (anche se di montagna) come le ragazze Stelzer. Questo vino è perfetto per un aperitivo, come per accompagnare antipasti più impegnativi. Lo chef del Corteccia lo ha proposto infatti con una piacevolissima Crema Catalana asparagi e parmigiano.