La realtà vitivinicola riunita nel Consorzio Tutela Vini DOC Colli del Trasimeno raggruppa appena 16 cantine, perlopiù piccole e medie. Ma mettere il naso nei loro calici è un’esperienza raccomandabile. Ogni tipologia di vino ha qui una sua espressione distintiva, dal Grechetto al Trebbiano ai rossi con Sangiovese, Gamay, Merlot e altro. Parliamo dunque di un piccolo territorio con tanti protagonisti in gioco, o meglio in vigna.

In anni recenti i vignaioli locali puntano molto su un vitigno a bacca rossa particolare, il Gamay. Un vitigno con parenti illustri perché appartiene alla famiglia della Grenache. Ha parenti sparsi tra Spagna, Francia, Colli Berici (vedi il Tai Rosso) e Sardegna (vedi il Cannonau), ma anche il Gamay valdostano. Un vitigno, questo,  che consente di ottenere vini molto strutturati, complessi, ad alta gradazione alcolica (fino ai 16,5%) e, se ben addomesticati in cantina, decisamente eleganti. Certo sono vini assai gastronomici e assai dedicati ad abbinamenti con piatti “forti”, come tante ricette proprie della tradizione culinaria umbra. Ma può essere davvero gustoso anche con un osso buco, un ricco bollito e selvaggina.

Il Trasimeno Gamay Doc è una piccola chicca, sono solo 30 gli ettari vitati e per apprezzarlo al meglio andrebbe degustato in loco, magari seguendo gli itinerari tra i borghi medioevali e rinascimentali suggeriti dalla mappa della Strada del Vino. Itinerari enogastronomici da compiere anche in un solo fine settimana, dalle sponde del Lago fino a Perugia. Nel calice il Gamay ha un color rosso rubino molto carico  dopo averlo fatto ossigenare e ruotare sprigiona sentori marcati, fruttati e note speziate, di mandorla e di cioccolato.

Anche i Rosati del Trasimeno sono vini talvolta sorprendenti. Sia quelli ottenuti dal Gamay sia Sangiovese, Ciliegiolo e Pinot Nero, Merlot. Perché sorprendenti? Be’ perché possiedono una freschezza bilanciata da una struttura e da un corpo sostenuto. Caratteri comuni a tutti quanti nella loro diversità. E certamente il Gamay rosato del Trasimeno è una piacevole rarità.

Anche il Grechetto, vitigno diffuso in tutta l’Umbria, nella zona del Trasimeno talvolta assume espressioni di grande interesse. Sovente questo bianco è sottovalutato. Quasi fosse un vinello da tavola e da aperitivo senza una sua decisa personalità. Be’, qui di personalità ne vanta eccome. Sia in termini di profumi che di impatto in bocca. E molte bottiglie si mostrano convincenti anche a tutto pasto. Una bottiglia può scomparire velocemente, nel senso che viene velocemente consumata, ma lascia sempre o quasi un bel ricordo, stappata durante un pranzo all’aperto tra le mura medioevali dei borghi e dei castelli locali.

Qui di seguito vi segnaliamo in sintesi alcuni assaggi tra i nostri preferiti, compiuti in occasione della manifestazione “Corciano Castello di Vino”, che si è tenuta dal 6 all’8 ottobre nella località in provincia di Perugia.

Trasimeno Gamay DOC Pucciarella. La versione, forse più contemporanea di questo vitigno.

Trasimeno Gamay DOC Cantina Nofrini, Rosso Principe. Morbido, elegante e ben bilanciato.

Trasimeno Gamay DOC Riserva, Madrevite, C’osa. Intenso, sapido e gustoso. È una “Cosa” da provare.

Umbria IGT Rosato, Carini, Le Cupe. Un Trasimeno Gamay d’aperitivo per tutte le stagioni.

Umbria IGT Rosato, Il Poggio, Es…senza. Sangiovese e Pinot Nero. Audace e divertente assai.

Grechetto DOC Colli del Trasimeno, Agricola Casaioli, Pelagalla. Il giovane vigneron della piccola tenuta lavora davvero bene. Assaggiate i suoi vini.

Umbria IGT Grechetto Godot di Podere Marella è un bianco davvero importante che affina per una metà in acciaio e per il resto in barrique. Ma senza esagerare. Al massimo sei mesi. Poi spetta alla bottiglia completare l’opera.

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