Piccole e delicate bacche nere e bianche reminiscenza di un passato non proprio lontano sono i gelsi. Appartenenti alla famiglia delle Moracee, genere Morus, i più diffusi sono il gelso bianco (Morus Alba) e il nero (Morus Nigra).

Originario della Cina, il gelso è legato al mito greco di Tisbe e Piramo e alla via della seta. La storia di Tisbe e Piramo ricorda un po’ quella di Romeo e Giulietta: due giovani che si amavano, ma il loro amore era contrastato dalle famiglie. Decisero di scappare e si diedero appuntamento vicino a un vecchio gelso, dai frutti “bianchi come la neve”. Tisbe arrivò per prima e ad attenderla trovò una leonessa, per mettersi in salvo perse il velo che si macchiò di sangue. Quando Piramo arrivò e vide il velo pensò che l’amata fosse morta e decise di pugnalarsi per poterla raggiungere, così il suo sangue intrise i frutti e annaffiò le radici del vecchio gelso. Al ritorno Tisbe, vedendo il corpo senza vita dell’amato, decise di seguire il suo destino.

La storia del gelso bianco è legata alla via della seta e ai cinesi che, per migliaia di anni, custodirono il segreto di questo pregiatissimo tessuto. Tutto parte dai bachi di una falena (Bombyx mori), nota come baco da seta, che produce un lungo filo di fibra proteica, la seta, con il quale costruisce il suo bozzolo per potersi trasformare prima in crisalide e poi in farfalla.

I gelsi erano conosciuti fin dai tempi dei romani e, fino al XX secolo erano molto diffusi, in tutte le regioni italiane, sia per la sericoltura sia per i loro gustosi frutti.

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Le more di gelso bianco hanno un sapore dolce e delicato, quelle nere sono più succose e hanno un buon equilibrio tra dolce e acido. Esistono altre due varietà, ma meno diffuse: il gelso rosso (Morus rubra), varietà indigena diffusa nell’Est degli Stati Uniti, che fa parte dell’Arca del Gusto Fondazione Slow Food, e il Gelso Rosa.

Gelso il super food che viene dal passato

La pianta del gelso in Cina veniva usata come rimedio naturale per combattere tossi, influenze, raffreddori, asma, disturbi gastro-enterici e il diabete, anche Galeno, medico romano, sembrava conoscere le proprietà del gelso. In Europa, oltre ai frutti, erano utilizzate anche le foglie che avevano proprietà ipoglicemizzanti.

Le more del gelso sono un alimento ricco di vitamine soprattutto la vitamina C, oltre A, B ed E., ma anche sali minerali come calcio, ferro, magnesio, fosforo, potassio, sodio, zinco e molti altri e apportano circa 44 kcal. L’importante contenuto di vitamina C rende il gelso un frutto dal potere antiossidante, che insieme alla presenza di sostanze come antocianine, flavonoidi e resveratrolo (soprattutto nella varietà nera), oltre a rafforzare il sistema immunitario contrasta l’azione dei radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare; la vitamina E protegge i tessuti e gli annessi cutanei –mentre la A limita l’azione negativa del sole e proteggere la vista. Si è notata inoltre un’azione depurante sia a livello del fegato che della vescica, data anche la capacità di stimolare la minzione e disinfettare il tratto urinario. Le foglie si possono usare per un infuso dall’effetto diuretico, utile anche per tenere sotto controllo il livello degli zuccheri nel sangue.

Il gelso in cucina 

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Le more di gelso sono ottime mangiate fresche o trasformate in frullati, marmellate, macedonie, dolci o per preparare sciroppi, bevande, liquori. Il sapore della mora di gelso è dolce e varia leggermente a seconda della varietà. Tra le ricette più classiche della tradizione siciliana troviamo la famosa “granita di gelsi”, una vera squisitezza.

Le bacche sono estremamente delicate e la loro raccolta prevede un procedimento interamente manuale, questo ha scoraggiato la loro coltivazione rendendo il frutto del gelso pregiato e difficile da trovare anche se in passato era molto diffuso per la sericoltura. Per questo motivo è molto più comodo usare quelle essiccate che possono essere aggiunte nella macedonia, nello yogurt oppure semplicemente come snack.