“Fritta, arrosto oppur lessata benedetta la patata” così recita un proverbio. La patata piace a tutti, grandi e piccini, e tanti sono i detti sul suo conto alcuni positivi altri un po’ meno. Questo tubero era coltivato nella regione delle Ande fin dai tempi delle civiltà precolombiane, successivamente fu scoperta dagli europei grazie ai viaggi dei conquistatori spagnoli guidati da Pizarro e introdotta in Europa tra il 1580 e il 1585. Inizialmente demonizzata oggi regna incontrastata sulle tavole degli italiani.

Esistono oltre 5000 varietà di patate, ma solamente una decina sono quelle più diffuse e di facile reperimento. Tra queste la Patata di Bologna DOP che fa la sua comparsa nel 1657 nell’Orto Botanico dell’Università della città, descritta come pianta medicamentosa dal botanico Giacinto Ambrosiani. Successivamente inizia a diffondersi nelle campagne del territorio bolognese.

Intorno al 1955 si affermò la varietà Primura le cui particolari caratteristiche derivano dal terroir dove nasce. La Patata di Bologna è la prima in Europa ad ottenere la DOP ed è costituita unicamente dalla varietà Primura dalla consistenza perfetta, con un sapore particolarmente delicato e idonea per tutti gli usi.

La Patata di Bologna DOP ha una forma ovale-allungata regolare, una polpa consistente, di colore tendenzialmente giallo paglierino, buccia liscia di tonalità chiara e presenza di gemme superficiali poco pronunciate. Il calibro dei tuberi è omogeneo compreso tra 40 e 75 mm. Il prodotto ha una buona conservabilità e un gusto tipico. La patata è caratterizzata da un elevato contenuto in carboidrati, inoltre contiene proteine, pochissimi grassi, sali minerali, vitamine B1, PP e soprattutto vitamina C.

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Il Consorzio, nato nel 2012, ne certifica la DOP e porta avanti il progetto di tracciabilità “Coltivatori di valori”, che consente al consumatore, attraverso la scansione di un QR code posizionato sul fronte della confezione, di scoprire l’ubicazione e la storia dell’azienda agricola che ha coltivato le patate di quel sacchetto, pilastri fondamentali di questo percorso.

La patata in cucina 

La Patata di Bologna DOP in cucina è molto versatile: al forno, lessa, fritta e in versione purè, senza dimenticare il suo utilizzo per la preparazione di gnocchi. 

Millefoglie di Patata di Bologna DOP alla paprika e rosmarino

Ingredienti

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5/6 Patate di Bologna DOP
rosmarino q.b.
1 cucchiaio raso di Paprika dolce
Sale e pepe q.b.
olio extra vergine di oliva

PREPARAZIONE

Pulire, pelare e affettarle finemente le Patate di Bologna DOP. con una mandolina. Raccoglietele in una ciotola e lasciatele a bagno per una decina di minuti in acqua fredda. Scolarle bene e aggiungere qualche cucchiaio di olio extra vergine di oliva, sale, pepe, il rosmarino tritato e la paprika dolce. Mescolare. Formare delle torrette e adagiarle in uno stampo per muffin che precedentemente unto con poco olio. Cuocere in forno statico preriscaldato a 180°C per circa 40 minuti.
Per i primi 20 minuti coprire con carta forno, poi toglierla e proseguire con la cottura in modo che le patate acquistino croccantezza. Testare il grado di cottura con uno stecchino: infilzandolo al centro della torretta questa dovrà risultare morbida.
Sfornare e lasciare intiepidire leggermente prima di sformare e servire.

Ricetta di Erika Cartabia