Quando un po’ assonnati la mattina facciamo colazione e usiamo il miele per addolcire qualche bevanda o semplicemente lo mettiamo su una fetta di pane, ci siamo mai soffermati a pensare a tutta la storia che è racchiusa in quel prezioso nettare?

Il miele, definito nella mitologia greca “nettare degli dei”, ha origini antichissime: alcuni ritengono che le prime arnie artificiali risalgano addirittura al VI millennio a.C.. La leggenda narra che da bambino Zeus, padre degli dei, venne svezzato con il miele di Panacride, ape che viveva sull’Ida, presso i monti di Panacri.

Il suo consumo è diminuito quando si diffuse lo zucchero di barbabietola o di canna da zucchero, più economico, pratico e dal gusto neutro.

Millefiori e Uniflorali

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Il miele è il prezioso dono delle laboriose Apis Mellifera ma dovremmo parlare di mieli, infatti possiamo trovare il millefiori, l’uniflorale e il miele di melata. Vediamo di fare un po’ di chiarezza,la definizione di miele ci viene dal Decreto Legislativo n.179 del 2004 secondo cui “Per miele si intende la sostanza dolce naturale che le api (Apis Mellifera) producono dal nettare di piante o dalle secrezioni provenienti da parte vive di piante o dalle sostanze secrete da insetti succhiatori che si trovano su parti vive di piante che esse bottinano, trasformano, combinandole con sostanze specifiche proprie, depositano, disidratano, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell’alveare”.

In passato era molto diffuso il miele millefiori. Ora, un po’ per moda, si preferiscono i mieli uniflorali, ovvero quando il nettare proviene principalmente da un’unica origine botanica e ne risulta sufficientemente caratterizzato per le caratteristiche sia organolettiche sia microscopiche. In Italia, la grande varietà di specie mellifere consente pertanto un’importante produzione di mieli uniflorali, circa 50, ma i principali sono 18: Acacia, Agrumi, Ailanto, Cardo, Castagno, Colza, Corbezzolo, Erba medica, Erica, Eucalipto, Girasole, Melata d’Abete, Melata di Metcalfa, Rododendro, Sulla, Tarassaco, Tiglio e Timo. Può sembrare strano, ma non è così difficile distinguerli. Ognuno di questi mieli ha un suo marcatore olfattivo e gustativo ben preciso. Basta un po’ di pratica e poco alla volta ci si può aprire a un mondo nuovo che mai avremmo pensato.
Prima il miele era miele e nulla più. Attraverso l’analisi sensoriale impariamo invece che non tutti i mieli sono dolci. Ad esempio, il castagno è amaro, ma ancor più il corbezzolo, difficile da reperire e tra i più costosi. Esistono mieli con sentori caramellati: erica, melata di metcalfa e melata di abete. Mieli con note chimiche: timo e tiglio. Mieli poco fini a livello olfattivo: eucalipto e tarassaco. Mieli vegetali: asfodelo, sulla, girasole ed erba medica. Mieli poco caratterizzati: robinia (acacia) e rododendro. Mieli floreali o fruttati: rosmarino, lavanda, nespolo giapponese, agrumi, cardo ed ailanto. Possiamo trovare mieli allo stato liquido ed allo stato cristallizzato.

Miele di bosco più precisamente miele di melata

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La melata è una sostanza zuccherina secreta da alcuni piccoli insetti, come afidi e cocciniglie, che si nutrono della linfa degli alberi, in particolare abete rosso, pino, quercia, tiglio e acero, ed eliminano acqua e zuccheri in eccesso. La melata è un prodotto di scarto di questi insetti ricca di sostanze come sali minerali e zuccheri e rappresenta un’utile fonte di nutrimento per le api che la raccolgono e la trasformano in miele grazie agli enzimi che producono. Il miele di melata ha un sapore meno dolce rispetto al miele ricavato dal nettare dei fiori, e dalla ridotta quantità di zuccheri. Se il miele di nettare è prodotto in numerose tipologie, a seconda del nettare raccolto dalle api, la produzione del miele di melata è meno ampia. Al suo interno è possibile trovare polifenoli e altri antiossidanti.

Miele alleato della salute e della pelle

Il Miele è un prodotto altamente energetico e facilmente digeribile perché composto prevalentemente da zuccheri semplici (fruttosio, glucosio e saccarosio), ricco di minerali, vitamine e principi attivi. Contiene spore di botulino, innocue per gli adulti, ma non altrettanto per i neonati, che non hanno gli anticorpi necessari a fronteggiarle; quindi, fino ad un anno di età è consigliabile prestare attenzione. Numerosi sono i suoi usi in cucina, sia per preparazioni salate che dolci. Per le sue numerose proprietà il miele ha un effetto benefico sulla nostra pelle, fin dall’antichità è spesso usato come ingrediente di molte ricette di bellezza casalinghe, come maschere idratanti e scrub.

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