A tavola con lo chef
“Se la spiego la dimentichi. Se la guardi la ricordi. Se la gusti la capisci”: è sempre stata questo il messaggio di benvenuto lanciato dallo chef Antonio Chiodi Latini nella sua cucina di via Bertola 20/B a Torino.
Una sorta di haiku che sta a significare quanto complessa, ma in fondo semplice, sia la filosofia della cucina vegetale raccontata dallo chef. Un’esperienza che vuole coinvolgere non solo i sensi ma anche la mente, in una riflessione sulla contemporaneità, ma che in fondo si basa sulla cosa più importante che deve esserci in un piatto: il gusto.
La sfida di Antonio Chiodi Latini, da quando ha iniziato la sua seconda vita in cucina, è sempre stata quella di raccontarsi e di raccontare, di coinvolgere, di spiegare, di formarsi e formare, nella convinzione che se quella vegetale è la cucina del futuro, quel futuro è di tutti. Per questo, nella quotidianità del suo ristorante torinese, le occasioni di confronto con i clienti non mancano. Lo chef, come sa chiunque si sia seduto a quei tavoli, ama spendersi in prima persona per raccontare i suoi piatti, gironzolando tra i tavoli e dialogando con i suoi ospiti.
Capita però che la curiosità dei clienti sia maggiore del tempo dedicato a qualche scambio di idee e a qualche spiegazione. Sono stati molti, negli anni, a esprimere la volontà di approfondire la conoscenza delle tecniche e della filosofia che muovono il lavoro del cuoco delle terre, come Antonio Chiodi Latini ama definirsi.
La carota e le sue sfumature
Da questa esigenza è nato il nuovo format “A tavola con Chiodi”: un’occasione speciale di mangiare le interpretazioni vegetali dello chef, seduti in un tavolo conviviale che avrà una sedia in più, riservata proprio ad Antonio Chiodi Latini.
Ogni domenica a pranzo, all’interno del ristorante di via Bertola 20, un tavolo speciale sarà riservato per l’esperienza, che coinvolgerà un minimo di due persone e fino a un massimo di dieci commensali. A loro sarà rivolta l’intera attenzione dello chef, che sarà a tutti gli effetti un ospite del locale. Mangerà i piatti preparati dalla sua cucina, e li commenterà con il resto del tavolo, raccontando ma anche ascoltando, in quello che vuole essere un momento di costruzione collettiva della cucina del futuro.
Il fresco profumo della menta
Un pranzo della domenica che, proprio come accade in questi casi, si dilunga e va oltre il mangiare quello che si ha nel piatto, ma diventa un’occasione arricchente e formativa, conviviale e sociale.
L’esperienza – prenotabile telefonicamente o anche online sulla sezione dedicata del sito, anche come idea regalo – avrà un costo di 100 euro a persona e prevedrà un menu di sette interpretazioni seguito da riflessioni, spiegazioni e da un dialogo continuo.