La bottiglia che diventa una tela, per esprimere la creatività di giovani studenti. È questo il progetto di Castellare di Castellina, che coniuga arte, valorizzazione dei giovani talenti e solidarietà, da cui nasce un’edizione limitata de I Sodi di S. Niccolò denominata Brera, perché a dipingere le 550 bottiglie di diversi formati (0,75 L, 1,5 L, 6L e 9 L) sono stati oltre 500 studenti del Liceo artistico di Brera. Un carosello di fiori, foglie, animali ed elementi della natura dipinti a mano, in perfetta armonia con l’iconico uccellino che appare in etichetta, tratto dalle illustrazioni dell’artista e ornitologo John Gould, vissuto in epoca vittoriana. Vere e proprie opere d’arte, ognuna diversa dall’altra, che contengono l’annata 2019 de I Sodi di S. Niccolò, l’historical Supertuscan di Castellare di Castellina a base di Sangiovese e Malvasia nera, entrambi vitigni autoctoni della zona del Chianti Classico. Ai vertici mondiali della critica enologica internazionale, I Sodi di S. Niccolò è uno dei pochi vini italiani negoziati sulla Place de Bordeaux dai courtier e negociant del più importante mercato dei fine wines.

Degli esemplari unici, tutti bellissimi, una giuria ha scelto 4 bottiglie (una per ciascun formato) per la creatività del decoro e la ricchezza di particolari, oltre ai 5 disegni più belli che impreziosiscono gli astucci delle 0,75 L: gli autori di questi capolavori sono stati premiati da Paolo Panerai. Non solo. Il formato da 9 litri, decorato con una splendida fenice, verrà battuto all’asta da Christie’s London il 30 novembre 2023 e il ricavato sarà devoluto interamente all’associazione Non profit Dynamo Camp che offre programmi di terapia ricreativa a bambini e adolescenti affetti da malattie gravi o croniche. Inoltre, anche una parte dei proventi della vendita degli altri formati andrà in beneficienza alla stessa associazione.

«Questo progetto – racconta Paolo Panerai – è nato da un incontro non programmato, e per questo ancora più magico, avvenuto nel 2022, durante la settimana de La Vendemmia di Via MonteNapoleone, quando le boutique del quadrilatero della moda milanese ospitano ognuna una cantina. In quell’occasione, il direttore della boutique abbinata a Castellare di Castellina aveva incaricato alcuni giovani del Liceo di Brera di personalizzare live le bottiglie dei nostri vini, ispirandosi alle etichette che riproducono ogni anno un uccellino in via di estinzione, a sottolineare che nelle vigne di Castellare si usano solo prodotti organici e mai di sintesi chimica. È stato allora che la preside del Liceo Brera, la professoressa Emilia Ametrano, nella maniera più spontanea, ha suggerito di far decorare agli studenti un’edizione limitata de I Sodi di S. Niccolò. L’idea ha subito entusiasmato tutti, perché è diventata un’occasione per destinare il ricavato ad un’iniziativa charity. Attraverso l’arte di questi giovani talenti, vogliamo lanciare un messaggio di solidarietà nel segno della sostenibilità non solo ambientale».

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I Sodi di S. Niccolò è il vino più importante di Castellare di Castellina. Nato nel 1977, è stato il quarto Supetuscan (ora historical Supertuscan) della storia, come furono battezzati allora dalla rivista inglese Decanter i grandi vini del Chianti Classico che, per avere la più alta qualità, uscirono dalla DOC diventando vini da tavola, così da non essere costretti dall’allora disciplinare di produzione, a utilizzare anche uva bianca. Il nome fu suggerito dal grande critico, filosofo e scrittore Luigi Veronelli.

 «Un giorno – racconta Paolo Panerai – con Luigi stavamo scendendo dalla cantina di Castellare di Castellina verso la vigna più bella della proprietà. Quella che i vecchi mezzadri avevano battezzato vigna de’sodi, per il terreno particolarmente duro e ricco di pietre: il migliore per fare il vino. Sulla destra della discesa c’è la Chiesa di S. Niccolò del 1300, circondata da un’altra vigna con la stessa tipologia di terreno che i mezzadri avevano battezzato come il santo. Lui si fermò e mi disse: “Paolo, ecco il nome per quel vino straordinario che mi hai fatto assaggiare: chiamalo I Sodi di S. Niccolò, ma con la ‘I’ davanti, mi raccomando. Perché quello, e solo quello, sarà il vino che porterà questo nome”».

Luigi Veronelli aveva assaggiato la prima annata, quella del 1977. Da allora il successo di questo Gran Cru è cresciuto negli anni. I Sodi di S. Niccolò è stato il primo vino italiano inserito nella Top 100 del 1988 di Wine Spectator (annata 1985) e del 1989 (annata 1986). Inoltre, per ben due volte (con le annate 2013 e 2016),è risultato il 1° vino italiano sommando i punteggi delle 5 guide italiane e dei 4 critici internazionali più autorevoli.

«L’annata 2019 de I Sodi di S. Niccolò – spiega Alessandro Cellai, enologo di Castellare di Castellina – rivela una grande intensità olfattiva e una trama fitta ed elegante di tannini dolci e setosi. La spalla acida del Sangiovese dona grande freschezza e rende il sorso particolarmente piacevole e croccante, con un finale lungo e persistente. Anche se l’annata 2019, sotto il profilo climatico, è stata una delle più complesse, grazie alla collocazione geografica molto favorevole dei vigneti Sodi e San Niccolò, abbiamo ottenuto una qualità eccezionale».

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Gli studenti del Liceo Artistico di Brera premiati:

Aurora Sartori (bottiglia da 9 litri), Manuela Fasoli (bottiglia da 3 litri), Martina Zottola (bottiglia da 1,5 litri), Leda Bossi (bottiglia da 0,75 litri), Giorgia Prado Caballero (disegno astuccio), Gabriele Banfi (disegno astuccio), Alice Tosi (disegno astuccio), Alessandra Miravalle (disegno astuccio), Maya Montini (disegno astuccio).