Referenze calibrate, diversificate e identitarie di una filosofia ben chiara: mettere il terroir e la sapienza del vigneron al centro dell’offerta vinicola nazionale. Il mercato del vino e dei distillati in questi anni è cresciuto, seppur con alti e bassi, con sprint e rallentamenti, anche grazie a una distribuzione che ha saputo cogliere, e quindi ampliare, il grande potenziale narrativo ed evocativo della eno-diversità. Tra questi protagonisti della filiera c’è Pellegrini Spa. L’azienda bergamasca attiva dal 1904, ha infatti chiuso un 2023 in continua crescita sia in termini di fatturato che di bottiglie vendute, e in questa prima parte del 2024 il trend sembra confermarsi. La realtà di Cisano Bergamasco, infatti, ha portato il fatturato a raggiungere i 24 milioni di euro, in crescita del 5,5% rispetto al 2022. Le bottiglie distribuite, esclusivamente nel canale HoReCa, sono state circa 1.700.000. Diverse centinaia di referenze differenti ma che viaggiano sui binari della qualità e della rappresentatività enoica, sia nazionale che internazionale.

All’interno del mare magnum di possibilità, il 14 maggio scorso, immersi e abbracciati dalla splendida tenuta Condè, sulle prime colline di Predappio (Fc), si è tenuta una vetrina aperta al mondo degli operatori di settore. Una occasione di confronto diretto tra produttore e interfaccia diretta con la clientela, per quasi un centinaio di aziende, birra, spirits, che ha permesso di assaggiare campionature capaci di parlare la lingua autentica dell’identità enoica italiana e non solo. Stoccate enoiche che hanno permesso di comprendere quanto sulla qualità, unicità e rappresentatività siano direttrici non solo perseguite ma coltivate e amplificate. Tra le tante vogliamo sottolinearne alcune che sono andate, decisamente, a segno.

Camilucci

Ammonities Franciacorta Dosaggio Zero DOCG camilucci
Ammonities Franciacorta Dosaggio Zero DOCG
Anthologie Noir Franciacorta Dosaggio Zero DOCG camilucci
Anthologie Noir Franciacorta Dosaggio Zero DOCG

Un Franciacorta che non è Franciacorta. O meglio un Franciacorta che respira aria di Champagne. Capolavori liquidi in cui oltre alla croccantezza e freschezza di questi straordinari Metodo Classico italiani, c’è un arricchimento del sorso in termini di complessità, sofisticata eleganza e sensuale equilibrio. Siamo nel cuore di una delle patrie della spumantizzazione italiana, con vigneti nei Comuni di Rodengo Saiano, Ome, Monticelli Brusati e Gussago, a poca distanza dal Lago d’Iseo. Stefano Camilucci, titolare illuminato di questo terroir, ha saputo creare una semantica di sorso veramente destrutturante rispetto ai canoni classici del Franciacorta. Una poetica di perlage che punta a creare prodotti contemporanei e autentici. Tra le referenze assaggiate spiccano per complessità, eleganza, finezza e gradevole croccantezza di sorso soprattutto il Franciacorta Brut Docg Dosaggio Zero “Ammonites” che nasce da una ricercata selezione di uve chardonnay, pinot bianco e pinot nero, vinificate separatamente per poi essere armonicamente riunite. Un vino identitario e capace di assumere una fragranza aulica del sorso che riporta all’eleganza dei cugini d’Oltralpe. Altro vero capolavoro è un Franciacorta nato da selezioni ricercatissime da sole uve nere Pinot Nero. Un Millesimato importante, prodotto solo in annate eccellenti e in quantità limitate, con un dosaggio Extra Brut. Si tratta di Anthologie Noir con sosta di 36 mesi. Un Franciacorta di grande carattere, fine, fresco, intenso e che si esprime con una texture elegante e di bellissima complessità.

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Giovanni Corino

Arborina Barolo DOCG corino
Arborina Barolo DOCG
Bricco Manescotto Barolo DOCG corino
Bricco Manescotto Barolo DOCG

Siamo a la Morra, zona storica di produzione del Barolo. Dal 1952 la famiglia Corino inizia la sua avventura in questo patrimonio dell’umanità vitivinicola ma solo a metà degli anni ottanta vanno in bottiglia i primi ettolitri di Barolo. I successi continuano costantemente nel tempo fino ad arrivare alla fine del 2005 quando si attua una divisione dell’azienda tra i fratelli. Tra le chicche enoiche assaggiate, consigliate per essere acquistate e dimenticate per qualche annetto in cantina, non potranno che esplodere ulteriormente in complessità ed efficacia, c’è sicuramente la narrazione in Cru dell’azienda. Nel Barolo Arborina 2020, per esempio, già si respira l’eleganza croccante dei frutti rossi maturi con sferzate balsamiche, spezie scure, radice di liquirizia che al sorso si stagliano in sorsi armonici, amplificati da trame tanniche educate e filigranate, chiudendo su un lungo finale speziato e balsamico. Poi c’è il Bricco Manescotto 2020. Un Barolo che parla la lingua d’argilla, calcare e sabbia. Complessità allo stato liquido. Freschezza balsamica con richiami di frutta scura ancora croccante e succosa. Beva setosa nella sua trama tannica con un particolare finale di erbe balsamiche e spezie che lo rendono immortale sul finale.

Patrizia Cencioni

Ofelio Brunello di Montalcino DOCG cencioni
Ofelio Brunello di Montalcino DOCG
Rosso di Montalcino DOC cencioni
Rosso di Montalcino DOC

Siamo a Montalcino. Dove il rosso aristocratico e austero si veste di tonalità eleganti al femminile. L’Azienda Agricola Patrizia Cencioni è totalmente a conduzione familiare, gestita dall’omonima proprietaria Patrizia e dalle sue due figlie Annalisa e Arianna. Un approccio a un alfiere indiscusso del made in Italy enoico, che è rappresentatività e rispetto con quel tocco in più di personalizzazione in chiave contemporanea. Qua sua maestà il Sangiovese Grosso si declina in sorsi molto più attenti all’eleganza e alla capacità di raccontare una tradizione vitivinicola che è anche e soprattutto eleganza e finezza aristocratica nella bevuta. Prendiamo l’esempio del Brunello Ofelio 2019. Un’interpretazione del Brunello secondo Cencioni in cui rimane importante la triade indiscussa e indiscutibile di terra, ematico e cuoio. Ma si va anche oltre. Il sorso è, infatti, sempre succoso e sapido nella sua texture di frutto rosso. Una trama tannica presente ma non pressante sorregge la vitale spinta acida. Il tutto termina con una bellissima nota balsamica persistente e decisa che lo rendono elegante e vivo. Sempre per l’annata 2019 altro gran sorso identitario a firma Cencioni è il suo Rosso di Montalcino. Vino d’entrata ma con classe. Un respiro intenso di frutto rosso e terziarietà non disdegna di imporre quella florealità ancora. Arriva un sorso netto, vibrante, di cuoio e spezie che sorreggono una freschezza e una nota sapida veramente intrigante. Spettacolare il rapporto qualità prezzo.