C’è chi ricorda che negli anni ’60 e ’70 si arrivava all’Isola delle Vignole in barca per mangiare una pastasciutta con i bovoletti (lumachine da terra, si trovano nelle sterpaglie vicino al mare), accompagnata da un bicchiere di vino con la gazzosa. Dal 2020 l’antica trattoria alle Vignole era chiusa. Oggi la magia di quel luogo, tanto caro ai veneziani e non solo, si anima attraverso un nuovo progetto. Stesso spazio, stesso mobilio, è la finalità a essere cambiata: un tempo la storica trattoria alle Vignole accoglieva il pubblico, oggi riapre con una veste del tutto nuova per realizzare un progetto ambizioso che pone al centro sempre e comunque l’amore per l’isola, il rispetto del territorio, della natura e dei suoi abitanti. Oltre all’impianto di un nuovo vitigno di uva Dorona, nel terreno di 2 ettari adiacente all’ex trattoria, il luogo sarà dedicato esclusivamente a ospitare eventi, cerimonie, visite guidate e wine tasting.  

IsolaLeVignole è il progetto visionario scaturito dal desiderio di cinque persone, provenienti da realtà completamente differenti fra loro, di valorizzare questo sito tanto caro agli abitanti, dando la possibilità di scoprire e vivere le sue ricchezze. Protagonisti sono quattro veneziani e un imprenditore friulano: Antonio Vianello, proprietario dell’ex storica trattoria alle Vignole, Carlo Zangrando, imprenditore agricolo e anch’esso residente all’Isola delle Vignole, Roberto Boem, titolare di Destination Venice di Venezia, Marco Perco, contitolare dell’azienda vitivinicola Roncús in Friuli Venezia Giulia, Francesco Ghisini, avvocato veneziano dell’omonimo studio legale di Mestre.  

La sfida nasce da un’intuizione di Marco Perco: «Quando sono venuto qui per la prima volta – spiega – ho scoperto un territorio da un fascino unico e impagabile. Rimasi affascinato dal sapore delle verdure locali, minerale e salato, capendo fin da subito che anche il vino avrebbe potuto avere un sapore unico custodendo e trasmettendo in sé l’anima della laguna veneta». Perco entra in contatto con Boem ed è quest’ultimo a creare la sinergia con Vianello e Zangrando. L’obiettivo era chiaro fin dall’inizio: valorizzare l’Isola delle Vignole nel rispetto della sua storia e della sua comunità per condividerne la bellezza.

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La decisione di mantenere intatto lo spazio esistente, senza apportare modifiche strutturali, rifletteva il rispetto per l’autenticità e la storia del luogo. Le prime piantine sono state poste con cura, mentre l’apertura degli spazi rappresentava un passo fondamentale nella condivisione dell’essenza dell’isola.

«I wine tasting e gli eventi organizzati alle Vignole – spiega Boem – offrono un’opportunità unica ai visitatori di immergersi nell’atmosfera della laguna e di conoscere l’identità e la storia dell’isola poco conosciuta: un’esperienza indimenticabile per i partecipanti».

Per Antonio Vianello il vigneto e la nuova identità dello storico locale, di proprietà della sua famiglia da tre generazioni, rappresenta una svolta entusiasmante offrendogli la preziosa opportunità per reinventare il suo amore per la sua terra e le sue tipicità.

Carlo Zangrando, il vero custode della terra, convinto che l’utilizzo di prodotti chimici possa alterare non solo il gusto, ma anche la salute dei prodotti agricoli, avrà il compito di guidare le persone alla scoperta degli orti a coltivazione bio, spiegando le peculiarità del territorio. La sua passione per l’agricoltura e la sua conoscenza delle tipicità locali lo rendono un perfetto ambasciatore dell’Isola delle Vignole. Impegnato nella coltivazione di 4 ettari di terra, Carlo si dedica alla produzione di ortaggi misti e frutta, con una particolare attenzione ai prodotti tipici della zona come carciofo, zucchino giallo e altri ortaggi unici che caratterizzano il territorio. Il suo metodo di coltivazione segue i principi dell’agricoltura biologica, mirando a preservare l’ambiente e a garantire la massima qualità dei prodotti.

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«È un’importate opportunità per lo sviluppo di un progetto così significativo che va oltre la semplice produzione di vino: rappresenta la possibilità – spiega l’avvocato Ghisini – di far rivivere la magia di questo luogo in un modo completamente nuovo».