C'era una volta il signor Amarone Moròpio - Racconti di un sommelier

Eccoci per un nuovo appuntamento con la rubrica “C’era una volta…”, una raccolta di brevi narrazioni degustando bottiglie dei migliori vini italiani, che svelano profumi gelosamente custoditi, sapori che diventano vibrazioni e musica. Siamo oggi in Valpolicella. Ho sempre sostenuto che non esiste un unico tipo di Amarone, bensì micro mondi che ogni cantina esprime seguendo tradizione e saggezza, oppure manifestando coraggio attraverso la sperimentazione. Così questo vino prezioso l’ho immaginato con sembianze umane, perché non è solo nobiltà ed eleganza, forme e colori, ma anche anima, in un viaggio attraverso il nostro personale vissuto.

antolini pierpaolo e stefano vini amarone

Il signor Amarone Morópio 2019 è sempre stato un personaggio eccentrico ed alternativo, fin da bambino, cresciuto nei vigneti allevati a Guyot in una terra in cui notoriamente sovrasta la pergola veronese. Ed anche oggi, che è un uomo maturo, veste in modo bizzarro, con la camicia dal colletto molto alto, la cravatta corta e larga, la giacca stile urban dandy, occhiali vistosi che non passano certo inosservati. È un tipo snello e scattante, sempre in movimento, a tratti nervoso.

Lo vediamo già nel bicchiere: colore rubino carico con spiccati riflessi granato. Al naso la nota floreale è data da fiori passiti. Avanza poi una ciliegia non troppo matura, una ciliegia quasi croccante, succosa. Note di oliva verde e sul finale cioccolato boero. Sentori balsamici ma non invadenti, come il timo e la salvia.

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Al palato questo Amarone esprime una ruvidezza che intuiamo essere voluta e ritorna quella croccantezza sentita al naso, rivelando un’eccentrica acidità. È un vino irruente, stravagante, proprio come il nostro sig. Amarone.

La maturazione in legno di rovere, ciliegio, castagno e gelso ha addomesticato questo vino nel blend, ma non ne ha domato la natura e la tannicità. Perché il nostro signor Amarone Morópio continua a passeggiare nelle colline della Valpolicella con il suo abito eccentrico e grintoso, tra cumuli di tufo ed argilla.