Ci sono vini che si conoscono solo per nome ma che raramente si assaggiano. Il Madeira è uno di questi. Frutto di una storia lunga e affascinante, questo vino è figlio di eventi che ne hanno determinato l’identità attuale. Madeira è un’isola al largo della costa del Marocco che, nonostante sia stata scoperta solo nel XV secolo, per secoli è stata una stazione di approdo necessaria per tutte le navigazioni verso le Americhe e verso l’Asia. La posizione geografica unita ad altri eventi storici favorirono il vino dell’isola, che per molto tempo fu tra i più pregiati e consumati al mondo. Un vino che veniva fortificato per conservarsi durante le lunghe navigazioni dell’epoca, le scorte che ritornavano dopo questi viaggi avevano subito ossidazione e sbalzi di calore che miglioravano le caratteristiche iniziali. Nel XVIII secolo venne sviluppata una tecnica di presa di calore a terra che permettesse di ricreare le condizioni per avere il vinho da roda (vino del giro) prima ancora dell’imbarco.

madeira vino

Ecco quindi il Madeira come lo conosciamo oggi, figlio di 9 uve che vengono imbottigliate in monovitigno nelle versioni di maggiore qualità: Tinta Negra Mole, l’uva camaleonte che produce l’80% di tutta la produzione; Sercial, Verdelho, Boal e Malvasia in ordine di dolcezza partendo dal più secco dei 4 vini. Oltre a questi vitigni è necessario menzionare il Terrantez e il Bastardo, 2 uve ormai rarissime ma considerate le migliori e 2 caduti in disuso: il Listrão (Palomino) e il Muscatel Graùdo (moscato di Setubal).

Ci sono varie tipologie, ma essenzialmente si possono dividere in millesimati e non, con i primi ovviamente di maggiore qualità e invecchiamento, la tipologia Frasqueira è il massimo della gamma. L’unico Cru dell’isola è la famosa Fajã dos Padres, dove viene prodotta la mitica Malvasia di Candia, solo tre ettari in un microclima unico da cui viene un nettare raro e prezioso. Un vino fortificato e ossidato che ha sempre un considerevole residuo zuccherino, solo alcune versioni di extra dry sono tecnicamente secche, ma la percezione al palato è ben bilanciata prestandosi quindi a varie soluzioni per l’abbinamento con il cibo. Le versioni extra dry o medium dry possono essere un’alternativa agli sherry più secchi, quindi ideali per aperitivo o in accompagnamento con pesce affumicato, preparazioni piccanti o prosciutti anch’essi affumicati. Le versioni medium sweet e sweet chiamano i classici formaggi erborinati, dolci o foie gras.

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Ma è un vino che necessita di essere riscoperto alla luce delle nuove tendenze culinarie, la separazione tra salato e dolce non è più così netta come in passato soprattutto nella cucina fusion, si aprono quindi opportunità per questi vini intensi con un residuo zuccherino ben vestito che saprà accompagnare i piatti fantasiosi della moderna cucina. Il mio consiglio è di provarli senza pregiudizi, giocando con gli abbinamenti, esplorando, facendosi letteralmente cullare dalle note iodate che ci ricordano le onde dell’Atlantico che circonda l’isola del bosco (Madeira in portoghese significa legno oppure bosco). La presa di calore che subisce il vino si rivela al naso con note caramellate e di frutta secca, che possono andare dallo zucchero filato al caramello concentrato, dalla nocciola alla caldarrosta a seconda del vino degustato. Un vino che per storia, qualità e caratteristiche non può non entusiasmare una volta assaggiato.