Biondi Santi Brunello di Montalcino DOCG 2018
Resterà nella storia come la prima annata figlia del nuovo corso “francese” ma che soprattutto tiene conto del grande lavoro di studio dei suoli e loro diversità, nonché secondo vino interamente prodotto dall’enologo Federico Radi in tutto il suo processo. L’annata ha visto a maggio tanta pioggia in piccole quantità, un giugno piovoso più della media ma con alternanza di sole, quindi potenza e vigoria di crescita non sono mancate, e c’è stato bisogno di gestire chioma in maniera importante. A luglio tanto sole, poi agosto con pioggia in varie giornate: si è dovuta fare una selezione importante dei grappoli in vendemmia.
Siamo davanti a un Sangiovese stile anni ‘70 con tannino diluito, dovuto ai grappoli più pesi e più acidità delle annate calde. La vendemmia si è svolta in epoca medio tardiva per gli standard Biondi Santi ovvero dal 16 settembre.
Nel bicchiere l’esordio è floreale di rosa e viola poi ciliegia e marasche, ribes rosso, buccia d’arancio, sottobosco, rafano, cumino, menta, timo e lievi tracce di macchia mediterranea. Questa 2018 è un vino tutto giocato in sottigliezza e in levare, fortunatamente senza togliere polpa frutto e dolcezza.
C'era una volta il signor Amarone Case Vecie
Il tannino è sottile, asciugante in maniera piacevole, stoffa e setosità di rilievo, spessore della trama tannica. Risulta finissimo, liscio e felpato, il frutto è ben maturo, l’alcol appena sussurrato. Ha bella dolcezza dicevano ma anche sua irrequietezza, l’annata peculiare si sente benissimo ed è un vero piacere. Allungo notevole, ha il piglio delle belle annate di una volta però è immediato e godibile già adesso. Potenziale di invecchiamento notevole, è stato prodotta anche la Riserva non a caso… 96/100