Nel panorama di rinomanza del Chianti Classico Castello di Volpaia ricopre da anni un ruolo da protagonista, anche prima della consacrazione della prestigiosa rivista Wine Spectator, che ha valutato il Chianti Classico DOC 2015 tra i 3 vini migliori al mondo.

Premessa obbligata: per quanto possiamo scrivere o parlare, niente eguaglia l’esperienza diretta di vivere, respirare ed esperire le vigne. Per capirle bisogna camminarle, come diceva il grandissimo Luigi Veronelli, non c’è altra maniera per avvicinarsi al miracolo del vino. È esattamente quello che si dovrebbe fare per avvicinarsi a Castello di Volpaia, cantina dal 1966 di proprietà della famiglia Mascheroni Stianti. Giovanna detta Giovannella, coadiuvata dai figli Federica e Niccolò, gestisce dal 1972 un meraviglioso borgo enoturistico originario del 1100. Su una superficie totale di 390 ha circa 48 sono coltivati a vigneto. Il merito della famiglia di Giovanna è stato di unificare una proprietà storicamente contesa, dedicandola alla memoria di Lorenzo della Volpaia, orafo e orologiaio, il primo a costruire uno strumento solare, l’Orologio dei Pianeti, oggi ospitato in una sala di Palazzo Vecchio a Firenze. La cantina è collocata a 600 metri, una delle più alte della tipologia. Le caratteristiche di Volpaia sono l’altitudine e il sottosuolo, regno quasi esclusivo, a parte qualche piccola area con prevalenza della classica triade argille, galestro ed alberese, del cosiddetto Macigno del Chianti, rarissima alternanza di arenarie, siltiti e marne, caratteristico di alcune aree della Toscana. Il terreno è traboccante di ciottoli, anche di 40 cm di diametro, tanto che gli stessi edifici del borgo, dal caratteristico colore ocra, sono costruiti con massi prelevati direttamente dal suolo. In zona di Chianti Classico è importante non sottovalutare il terreno, perché la grande sfaccettatura dei vini prodotti nella DOCG è ricchezza inestimabile, fatta di eterogeneità e grande riconoscibilità. Radda, poi, è terra di vini verticali, eleganti, con tensione acido-salina molto spiccata. I vini, appunto, alla cui rinomanza contribuisce la gestione dei vigneti in regime biologico, oltre ad una minuziosa selezione dei cloni di Sangiovese, capaci di conferire ai prodotti caratteristiche uniche, elevati ph, grande distintività della materia prima, tanto da ‘permettersi’ tre diversi cru. È una cantina dalle dimensioni tutto sommato contenute, dato che si producono al massimo 250 mila bottiglie per annata, ma i vini che arrivano in commercio sono sempre, in una maniera o nell’altra, memorabili.

Eccolo allora il gioiello di casa, il Chianti Classico DOCG Riserva 2019. È un vino sofisticato, insieme elegante e fascinoso, un’ode alla grandezza del Classico. Vigneti in zona Santa Maria Novella e Castellino, naso con note di chinotto, poi ribes rosso, rabarbaro e liquerizia, con chiusura di menta Valdostana, la bocca è succosa, di densità e croccantezza, i tannini salmastro-sapidi, la persistenza lunghissima. Chiude con ritorno dei piccoli frutti rossi e delle sensazioni di rabarbaro.

Perfect Match

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