Fattoria il Capitano: sorsi autentici del Chianti Rufìna
La declinazione autentica del Chianti Rufìna si concretizza in sorsi artigianali, famigliari, corroboranti nella loro capacità di sprigionare terroir a ogni sorso. Lo sa bene, Stefano Alacevich, che con i fratelli porta avanti questa passione di famiglia, siamo arrivati alla quinta generazione, chiamata Fattoria il Capitano. Siamo a Pontassieve, a pochi chilometri dalla culla del Rinascimento, Firenze. Qui l’azienda si estende in 30 ettari, di cui 20 dedicati all’uliveto e 8 di vigne. I vigneti, abbracciati da 8 ettari di bosco rigoglioso composto da noccioli, faggi, cipressi e castagni, godono di un microclima ideale per la coltivazione di uve.
Sorsi dalla culla del Rinascimento
Tra le caratteristiche più identificabili dell’identità enoica del Capitano è la forte capacità interpretativa artigianale, immediata, rispettosa dei canoni estetici e gustativi del vino di terroir chiantigiano. Lo conferma lo stesso Alacevich che si definisce «un po’ musicista, un po’ scrittore e restauratore di mobili antichi, un po’ cuoco e operatore turistico (di proprietà a pochi passi dall’azienda c’è il suo B&B), ma soprattutto artigiano in quanto tutto ciò che faccio lo faccio cercando di perseguire il meglio possibile con il cervello, con il cuore e, ovviamente, le mani».
Il tutto però senza mai perdere la bussola del rispetto. Rispetto soprattutto «verso la natura, per questo teniamo una impostazione biologica. Alla luce dei cambiamenti climatici incontrovertibili – aggiunge – non ci si può distrarre: non è più come un tempo, qui ogni anno si hanno sorprese. Bisogna essere pronti e tempestivi con la gestione del terreno e della vigna».
Bud Gin, muscoli e cervello
Fattoria il Capitano non è solo un luogo di produzione, ma anche spazio esperienziale d’autenticità toscana. L’azienda, infatti, organizza anche visite guidate ai vigneti e alla cantina, degustazioni di vini e olio abbinati a prodotti tipici locali.
La degustazione
Fattoria il Capitano Vigneto Poggio Chianti Rufina Docg Riserva (progetto Terraelectae)
Il Consorzio del Chianti Rufìna con questa definizione della linea Terraelectae ha voluto cercare di far emergere, da parte delle cantine aderenti, una interpretazione che sappiano esaltare le migliori caratteristiche del Sangiovese di Toscana. Non solo frutta croccante e succosa ma anche uno stile che punti più sull’eleganza, vigoria vivacità e longevità. Di fatto una Riserva in chiave più contemporanea. Fattoria il Capitano ne ha abbracciato la sfida con risultati molto promettenti.
2019
Lo abbiamo trovato sicuramente il più maturo ed elegante. Veramente un alfiere del Rufìna in calice. Profondo e vibrante già nel respiro, si concretizza in un sorso in cui la prestanza si fa complessità. C’è, ovviamente, un grande brusio di fondo dato dalla terziarietà degli aromi, ma il frutto è ancora la caratteristica che spicca. Un frutto vivo, succoso, non in confettura o iper maturo. Tannini presenti ma non pressanti lo rendono veramente perfetto in abbinamenti con la grande tavola regionale (sia primi che secondi) in cui la ciccia sia la protagonista indiscussa e indiscutibile. Ha ancora una voglia matta di stupire grazie all’equilibrio tra la tensione materica e quella a suo modo fresca e minerale. Un vino che oggi si presenta comunque già rispettando il dress code della… eleganza.
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2020
Un sorso che deve essere portato a tavola con la cucina più tradizionale possibile toscana. È il compagno ideale per grigliate di sontuose bistecche. Il frutto ancora è bello croccante, sferzate di florealità in rosso si amalgamo in un discorso corale, mai ridondante e caotico, e molto equilibrato. Il tannino, ancora presente ma mai disturbante, asciuga il palato lasciando una sensuale nota amaricante, quasi ematica, sul finale.
2021
Ancora poco, veramente poco tempo, gli serve a questo sorso per arrivare ai livelli del fratello maggiore del 2019. C’è sontuosità ma che non viaggia solo sulle note tradizionali del Chianti Rufìna. Acquista una sua personalissima mise fatta di frutto vivo e florealità ancora profumata. Tannini ancora presenti ma in via di sistemazione. Un vino dalle grandi potenzialità. Sorsi che parlano di un prodotto che parlano del presente guardando, con determinazione, al futuro.
Fattoria il Capitano Chianti Rùfina Docg 2021 Biologico
È un vino che si morde. Croccante, succoso e a suo modo materico. Respira di chiantigiano autentico, ha stoffa e prestanza. È il più adolescente dei tre assaggiati per cui l’invito è di farlo crescere ancora, saprà regalarvi grandi soddisfazioni, soprattutto in una tavola conviviale e carnivora. Un vino che diventa quotidiano, se ovviamente vi piace mangiare pitti piatti con ragù, rossi, anche di cacciagione. Una ventata di bosco a tavola che non delude ma colpisce nel segno della sua mission: essere intimamente gastronomico.
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Fattoria il Capitano Torricella Rosato Toscano Igt
Un rosato con prestanza e caparbia esuberanza. Un vino strutturato, dal petto in fuori, che non veste attillato per dimostrare in modo esibizionistico una forma fisica che fa invidia a molti rossi, ma già a primo assaggio questo è però quello che emerge. Non è il tradizionale rosato di facile beva. È una rappresentazione, di Sangiovese, in cui la silhouette toscana cambia stile, forma e sostanza. Un sorso per chi ama le non banali rappresentazioni di terroir interpretate anche in chiave contemporanea. Vino fortemente gastronomico, tendenzialmente alcolico (13-14%), che si sposa con piatti di mare (pesce azzurro) e terra (carni bianche al barbecue).
Fattoria il Capitano Voltorio 2019 Cabernet Sauvignon Colli della Toscana Igt
Su questo Igt di Cabernet Sauvignon l’impressione è che abbia ancora bisogno di tempo. Il respiro è fortemente caratteristico del vitigno e si concretizza attraverso una personalità imponente, speziata, con quel timbro “balsamico” identitario del varietale. In bocca è prodigioso nella sua struttura con entrata decisa e persistente, ancora un po’ scalciante. Aiuta a rendere il sorso più “scivoloso” il verde del tannino e del varietale ma, lo ripetiamo, serve ancora un po’ di tempo per trovare la sua vera espressività. Sicuramente è un vino con tantissimi anni di vita ancora davanti.