Tra i più celebri Vin Santo dalla grande storia locale e celebrati in tanti convivi in Toscana non poteva mai mancare fino a qualche tempo fa quello delle sorelle Palazzi che nella loro azienda a Terricciola (PI) dal 1973 hanno prodotto vino per decenni secondo i dettami della terra e una rigorosa confusione biologica. Indifferenti ai richiami delle sirene dei vitigni internazionali e alle mode le sorelle hanno portato avanti l’azienda fino al 2017 quando decidono di cederla per motivi di mancato passaggio generazionale e fortuna vuole che avevano incontrato Marina e Ivanhoe Romin alla ricerca di una villa in campagna per stare vicino ai parenti. Quello che i Romin ereditano sono 24 ettari di cui 9 di vigna e 8 di uliveto, tutto in conduzione biologica e un patrimonio di vitigni autoctoni toscani spesso molto rari.

È proprio da due di questi, ovvero il ricco, festoso e scontroso Pugnitello e l’agile, fresca e longeva Foglia Tonda che nasce questo vino dal nome intrigante e particolare, L’Ingegnoso.

Esordio nel bicchiere con colore e sostanza ma senza pesantezza, scorre veloce e nel frattempo emana sensazioni fresche e piccanti di ribes nero e rosso, pepe, note agrumate e di cannella. In bocca ha ampiezza e cremosità e tanti rimandi speziati che fanno presagire un corpo importante e impegnativo. Invece, al sorso sorprende per levità e grazia facendo coincidere esuberanza e ricchezza estrattiva con una eleganza intrinseca, rustica e nobile allo stesso tempo, che rende la bevuta incantevole. Un vino che qualche anno fa sarebbe stato pensabile e possibile soltanto utilizzando Cabernet e Merlot dando origine a uno dei tanti Supertuscan e che invece oggi rende omaggio alla tradizione toscana e ai suoi vitigni dimenticati, rivalutati dal clima e dalle odierne attenzioni e pratiche agronomiche.

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