Non siamo usi a esagerare nei giudizi, ma le poco meno di mille bottiglie San Michele della Chiesa, annata 2013 di Tenute Ugolini contengono un vino secondo noi davvero brillante. Il giovane enologo Simone Grandizzi è testardo, ma ha il merito di guardare sempre lontano. All’Azienda, magari, le sue decisioni costano caro, ma ci azzecca sempre. Almeno fino a oggi. La conduzione rigorosamente biologica, la parcellizzazione dei vigneti, la massima sostenibilità possibile, e di recente la scelta convinta di ridurre il peso del vetro delle bottiglie. Sono tutte scelte, in principio care, ma anche tanti semi piantati che daranno i loro frutti. E che frutti!

L’azienda di Fumane ha una storia relativamente recente, la vera e propria svolta vitivinicola avviene nel 2010, quando vengono prodotte le prime bottiglie di Valpolicella e Amarone firmate Ugolini. E le Tenute, 22 ettari vitati, producono solo vini rossi. Per la gran parte crus. Crus curati in un contesto valorizzato dalla biodiversità del territorio, esposizioni favorevoli, suoli vocati. Vigneti circondati da ulivi, anche essi a loro modo dei crus, perché da tre di essi Tenute Ugolini ottiene tre diversi EVO, Oliva Pozzetto; Oliva San Michele; Oliva Valle Alta.

Otto filari, un vino

Nella vigna di San Michele della Chiesa sono stati individuati otto filari di viti di 30 anni di età sulla sommità del colle di uve Corvina Gentile, Corvina Grossa, Rondinella e Oseleta. Da qui si è partiti per creare un vino unico, un Valpolicella Superiore DOC, che dopo la maturazione in legno compie un ulteriore affinamento di 7/8 anni in bottiglie di 1,5 litri e più. La prima annata 2013 è quindi stata rilasciata quest’anno a 10 anni dalla vendemmia. Siamo di fronte, insomma, a un vino davvero importante con una longevità notevole (almeno 15 anni). Un vino che crescerà comunque anche per numero di bottiglie (non molte, ma preziose). Un vino longevo, quindi, ma al tempo stesso già prontissimo. Un calice da meditare e insieme da abbinare a un piatto importante. Lo chef Giancarlo Perbellini lo ha accompagnato (Al Ristorante Trussardi di Milano) con il suo Raviolo di patata, crema di robiola, peperone rosso e salsa bordolese.

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