Il sabrage è una cosa seria, è una cerimonia, un rito e anche qualcosa di più. Chiudete gli occhi e immaginate questa scena. Un manipolo di valorosi combattenti che hanno appena finito una battaglia per difendere la propria terra e i propri cari. Hanno vinto e sono ancora in vita, stanno rientrando all’accampamento militare sul loro cavallo, con la divisa sporca di fango e sangue, pieni di adrenalina ma felici: per questo sguainano la loro sciabola da combattimento e con un colpo secco, deciso, unico e autoritario, staccano il collo della bottiglia di Champagne, giusta ricompensa per la loro fatica, della vittoria, di un altro giorno da sopravvissuti.

Il sabrage, ossia l’arte di sciabolare lo Champagne, arriva fino ai giorni nostri dall’epoca Napoleonica, quando la sabre – l’arma della cavalleria leggera di Napoleone Bonaparte – veniva usata, appunto, per stappare le bottiglie e festeggiare una battaglia conclusa con successo.

Per questo il sabrage è una cosa seria, da conservare per momenti speciali da suggellare con un gesto unico come questo, un rito da compiere con la sciabola e con nient’altro. Un gesto da conoscere e praticare con cautela, eleganza, rispetto e felicità.

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Sciabolare Champagne, Trentodoc, Franciacorta, Alta Langa o Prosecco non importa. Quello che importa è sciabolare. Il sabrage è diventato uno dei riti più trendy del momento, soprattutto tra i più giovani. Si esce a fare un aperitivo con gli amici e si sciabola: con l’iPhone, un bicchiere, una carta di credito. Per non parlare nelle baite in alta quota: nelle pause pranzo degli sciatori non può mancare una sciabolata, magari da fare utilizzando gli sci al posto della sciabola. Se il sabrage è tornato alla ribalta come gesto di festa e di libertà, cresce anche la richiesta di saperne di più su questo rito napoleonico arrivato intatto fino ai giorni nostri.

La tecnica di sciabolare è semplice, ma non per questo banale.

Perché si sciabola?

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La storia, o meglio la leggenda, nasce in epoca napoleonica. I soldati – gli ussari – erano soliti festeggiare le vittorie aprendo le bottiglie di Champagne proprio con le sciabole con cui combattevano. Qualcuno sostiene che lo facessero anche una seconda volta, prima della battaglia, per darsi coraggio e affrontare il combattimento con un pizzico di incoscienza.

Pare che Napoleone fosse il primo fra gli amanti del buon vino, soprattutto di Champagne. Per questo era solito portarne ingenti quantità durante sue campagne militari. Non a caso, l’ascesa dello Champagne corrisponde proprio a questo periodo storico. Non solo, è probabile che ci fosse anche una seconda motivazione dietro a questa scelta, ovvero far conoscere i prodotti francesi. Si potrebbe quindi affermare che Napoleone sia stato anche uno dei primi uomini di marketing della storia. Per questo l’epoca post rivoluzione francese ha permesso l’ascesa in contemporanea dell’impero napoleonico e dello Champagne, un’ascesa che, però, è capitolata per il primo, e che non è mai finita per il secondo.

A Napoleone Bonaparte va il titolo di primo sabreur (sciabolatore) della storia. Si racconta che durante i festeggiamenti fosse solito ripetere quello che divenne un vero e proprio motto:

Champagne: nella vittoria un merito, nella sconfitta una necessità.

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Napoleone Bonaparte

Ma l’arte di sciabolare consente di ripercorrere altri pezzi di storia che, per gli appassionati, possono essere di grande interesse: ad esempio, l’evoluzione delle bottiglie di vetro nel corso dei secoli – fondamentale per la qualità del vino e, ovviamente, per il sabrage, perché non c’è sabreur senza una bottiglia da sciabolare – e il progresso dei sistemi di chiusura, perché i tappi in sughero sono un’invenzione relativamente moderna e hanno consentito al vino di viaggiare, evolvere e invecchiare.

Sono proprio queste nozioni, e molte altre, al centro dei corsi di sabrage di Sabrage Academy, la prima accademia amatoriale italiana ed europea per diplomarsi sabreur (sciabolatori) e sabreur master di grandi formati. A fondarla, la giornalista Francesca Negri (direttore responsabile di fancy magazine 🙂 ), che spiega: «Sabrage Academy nasce dalla voglia di divulgare il rito del sabrage, farne capire il significato e il valore, in un momento storico in cui sciabolare è diventato più che altro uno spettacolo se non un “fenomeno da baraccone”».

Diventare Sabreur

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Prima di Sabrage Academy c’era solo la confraternita francese Confrérie du Sabre d’Or, fondata in Champagne nel 1986, ma non con lo scopo di informare e formare aspiranti sciabolatori: presente in 24 paesi del mondo con più di 30mila confratelli, la confraternita internazionale promuove lo Champagne francese attraverso il sabrage.

Tornando a Sabrage Academy, il corso di sabrage base prevede una parte teorica di circa 45 minuti e una parte pratica in cui ogni partecipante si esercita nella sua prima sciabolata. Prima di capire come eseguire una sciabolata perfetta (senza fuoriuscita di liquido e in totale sicurezza), si scopriranno storie e aneddoti legati sia al sabrage sia al mondo delle bollicine: dall’evoluzione delle bottiglie e dei tappi di vino nella storia all’invenzione della gabbietta, passando attraverso curiosità legate al bon ton come, ad esempio, a chi servire per primo il vino a tavola, come si impugna il calice, come si brinda, come si stappa una bottiglia di bollicine in modo tradizionale e quali tipologie di bevande sparkling si possono sciabolare (non tutte sono idonee!). La quota di partecipazione comprende il corso, un kit Sabrage Academy (composto da sciabola professionale, guanti e una bottiglia di Champagne), il diploma di sabreur e la cena a seguire.

L’accademia è itinerante, in modo da dare a più persone possibile l’opportunità di partecipare ai corsi: «Ci muoviamo in base alle richieste che quotidianamente arrivano tramite il nostro sito. Il prossimo appuntamento in programma – annuncia la fondatrice di Sabrage Academy – è a Cesena, il 20 maggio, una special edition che segna anche il debutto della collaborazione di Sabrage Academy con l’Associazione italiana sommelier. Una cosa, questa, che mi rende molto orgogliosa».

Ma sciabolare una bottiglia da 0,75 è solo il primo step e per un appassionato di sabrage, la sfida successiva è sciabolare grandi formati, dalla magnum ai 3 lt, 6 lt e così via. E per farlo (escludendo il formato magnum da 1,5 lt) c’è bisogno di ancora più tecnica, oltre che dei supporti adeguati a reggere la bottiglia (che non si può tenere con una mano solo, come richiesto dal rito del sabrage). Gli aspiranti Sabrage Master, che si sono già diplomati Sabreur in precedenza, si cimentano quindi nella sciabolata di un formato da 0,75, una magnum e una jeroboam (3 litri).

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Si sciabola con la lama o con il dorso della sabre? «Con il dorso, il perché è presto piegato dalla storia. Questa è una delle tante criosità che si imparano durante i nostri corsi, che in primis vogliono essere un modo diverso di parlare di vino e trascorrere una serata diversa, in compagnia di altri appassionati di sciabole e Champagne come noi».