L’origine del noce (Juglans regia) è antichissima, si presume arrivi dell’Asia Minore. Gli antichi romani conoscevano molto bene quest’albero e ritenevano fosse sacro al padre degli dei, in virtù delle qualità e della bellezza del legno, elegantemente venato, e per i suoi frutti. Da qui Juglans (dal latino Jupiter, Giove e glans, ghianda) che significa “ghianda di Giove”.

Tra le varie cultivar troviamo la noce bleggiana, un’antica varietà trentina, che, come dice il nome, cresce nella zona del Bleggio fin dai tempi dei romani. Questi maestosi alberi hanno caratterizzato il paesaggio delle Giudicarie Esteriori, in particolare le aree del Bleggio, del Banale e del Lomaso, per centinaia di anni. Fino alla seconda metà degli anni Sessanta la noce bleggiana, per le sue caratteristiche, era molto rinomata e apprezzata in ambito dolciario e ogni anno se ne vendevano migliaia di quintali. Veniva venduta soprattutto a commercianti napoletani che, dopo averla spaccata e recuperato il gheriglio, lo confezionavano in sacchetti e lo spedivano negli Stati Uniti. All’epoca la noce si raccoglieva già libera dal mallo, bella pulita e bianca. Questa noce era molto richiesta per la facilità di rottura del guscio legnoso che permetteva l’estrazione integra della parte commestibile. Sul finire degli anni Settanta le aziende agricole hanno iniziato a puntare su produzioni più redditizie delle noci, e a sostituire la varietà bleggiana con varietà francesi per la facilità nel reperire piante già innestate e per le dimensioni maggiori del frutto. Si è assistito così ad una progressiva crisi della sua coltivazione, con una diminuzione delle superfici coltivate. Un censimento di circa venti anni fa testimonia la presenza sul territorio di circa 10.000 piante di noce sparse per i prati ed i campi della zona, ma, negli ultimi anni, questo numero è diminuito progressivamente per via del taglio di numerosi alberi e per il mancato reimpianto di bleggiana. Bisogna considerare anche il fatto che l’albero del noce entra in produzione dopo circa 15 anni.

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Oggi la coltivazione della noce bleggiana sta vivendo una nuova primavera dopo anni bui sia per la nascita della “Confraternita della noce del Bleggio” sia per essere stata riconosciuta come presidio Slow Food. Si caratterizza per le piccole dimensioni, la forma ovale, arrotondata alla base, e per il guscio sottile percorso da solcature piuttosto marcate, con rilievi accentuati lungo la linea di sutura. Il sapore è dolce, speziato e molto aromatico e per questo è usata in cucina e in pasticceria. È ottima per preparare pane, torte e biscotti. La noce bleggiana è caratterizzata da una marcata oleosità e dal gheriglio di colore chiaro, facilmente estraibile dal guscio, per questo si utilizza per ottenere un particolarissimo e aromatico olio. La raccolta avviene a partire dai mesi di settembre e ottobre, cui segue un periodo di essiccazione e la vendita.

Il nocino di San Giovanni

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Il nocino è un liquore alle noci diffuso in tutta Italia, che si prepara all’inizio dell’estate, e viene chiamato anche nocino di San Giovanni. Infatti, la tradizione vuole che la notte di San Giovanni, il 24 giugno, i malli, le noci non ancora mature, siano staccati con le mani senza danneggiarne la superficie, per lasciarli tutta la notte all’aria aperta a “raccogliere” la rugiada. Il giorno seguente, le noci, una volta tagliate, sono poste a macerare nell’alcool per 30 giorni per aggiungere poi lo sciroppo di zucchero. 

Fotografia di Maso Pra Cavai 

Secondo un’altra ricetta, invece, le noci appena tagliate devono essere lasciate 2 giorni a macerare nello zucchero, prima di aggiungere l’alcol e lasciare il tutto in infusione per 40 giorni. Questa versione non prevede l’aggiunta d’acqua, motivo per cui il liquore risulta più denso e di gradazione superiore.

Ingredienti

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24 malli di noce 850 gr circa

1 litro alcool buongusto 95°

500 gr zucchero

500 ml acqua 

Tagliare i malli di noce in 4 parti e metterli in un recipiente di vetro capiente con chiusura ermetica. Aggiungere l’alcool, chiudere il barattolo e agitare bene. Mettere il recipiente al sole e lasciare macerare per 40 giorni. Durante questo periodo agitare il vaso di tanto in tanto. Trascorso il tempo necessario preparare lo sciroppo con acqua e zucchero. Mettere l’acqua in una pentola, aggiungere lo zucchero e mescolare, a fuoco medio, fino a farlo sciogliere completamente. Una volta pronto lo sciroppo lasciarlo raffreddare. Unire l’alcool allo sciroppo filtrandolo con un colino e mescolare bene. Versare il nocino in una bottiglia e lasciarlo riposare per almeno 10 giorni prima di gustarlo.