Le lenticchie, perché portano soldi?
La tradizione vuole che la notte di Capodanno si mangi un po’ di lenticchie per attirare fortuna e soldi. Questa tradizione risale ai tempi dell’antica Roma, quando si usava regalare all’inizio dell’anno un sacchetto pieno di lenticchie, con l’augurio che queste si trasformassero in denaro. Questo perché la forma rotonda e appiattita di questo legume ricorda le monete d’oro, inoltre con la cottura il volume aumenta e questo accrescimento richiama una ricchezza crescente. Ecco perché le lenticchie rappresentano ricchezza e prosperità.
Facciamo un passo in dietro, forse non tutti sanno che le lenticchie sono il legume più antico ed è coltivato dall’uomo sin dal 7000 a.C. Ne esistono di tutti i colori: gialle, rosse e nere e poi verdi e arancioni, fino alle più classiche marroni. Oltre che per il colore si differenziano anche per dimensioni. A seconda della tipologia, si seminano tra autunno e inverno e si raccolgono durante il periodo estivo, ma essiccate sono disponibili tutto l’anno.
La lenticchia di Castelluccio di Norcia
Elogio della complessità (e del pinot nero)
Tra le lenticchie di piccole dimensioni possiamo trovare quelle della piana di Castelluccio di Norcia, all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ad un’altezza di 1452 metri, in Umbria, una delle zone più suggestiva d’Italia, ricoperta di neve d’inverno e da un manto fiorito dai mille colori d’estate. La tecnica utilizzata è quella tradizionale da centinaia di anni, con aratura all’inizio di primavera e semina da marzo a maggio. La produzione in media all’anno è molto limitata e questo la rende un prodotto di nicchia, grazie alla sua alta qualità nel 1997 ha ottenuto l’IGP Indicazione Geografica Protetta.
La buccia è tenera e sottile questo le rende tra le più digeribili in commercio. Chiamate “la carne dei poveri” per la composizione di aminoacidi pari a quella della carne, sono un alimento ricco di fibre e proteine, fonte di sali minerali, come ferro, fosforo e Vitamina B1, ma povere di grassi.
Le lenticchie in cucina
Ragusano DOP dall’antica tradizione
L’origine vegetale le rende particolarmente adatte alle diete vegetariane o vegane, mentre la facilità di cottura consente di utilizzarle nelle varianti più disparate: dalle lenticchie con il cotechino, alle vellutate, alle insalate fredde estive. Inoltre a differenza di altre le lenticchie di Castelluccio non vanno tenute a bagno prima della cottura, ma solo lavate, inoltre non perdono la buccia e tengono straordinariamente la cottura.
Lenticchie di Castelluccio per Capodanno
Difficoltà: facile Porzioni 4 persone
Tempo di preparazione :40 MIN
Ingredienti
400 g di lenticchia di Castelluccio
L'ostrica è biologica
Trito (1 gambo di sedano; 1 carota piccola; ½ cipolla1; spicchio d’aglio)
passata di pomodoro 200 gr
sale e olio q.b.
1/2 foglie di alloro
Procedimento
Preparare il trito e farlo appassire in una pentola con un po’ d’olio. Nel frattempo, lavare le lenticchie, aggiungerle al trito e far insaporire il tutto. Aggiungere la passata di pomodoro, la foglia di alloro e acqua fino a coprirle. Cuocere per circa 30 minuti aggiungendo, se necessario dell’acqua calda durante la cottura. Condire con il sale soltanto alla fine. Accompagnarle in un piatto di portata il cotechino a fette.