«L’arrivo della Cuvée numerata di Jacquesson rappresenta per tutti noi uno dei momenti più eccitanti dell’anno». A dirlo è Pietro Pellegrini, presidente di Pellegrini Spa che importa e distribuisce in Italia in esclusiva la famosa Maison.

E così, da qualche settimana i wine lover hanno festeggiato il tanto atteso arrivo della Cuvée n.746 Extra Brut di Champagne Jacquesson. Disponibile dopo cinque anni di élevage e di vieillissement in cantina, nasce dall’assemblaggio di vini annata 2018 provenienti da decine di parcelle e si completa con alcuni vins de réserve conservati in cantina per diversi anni.

Come da tradizione, la Cuveé n. 746 è uno Champagne non millesimato, creato intorno a una specifica annata, la 2018, per celebrarne ed esaltarne l’identità. Le uve provengono da 28 ettari di vigne, situate nei comuni di Aÿ, Dizy, Hautvillers, Avize e Oiry. Della Cuvée n.746 sono state prodotte in totale 242.012 bottiglie, 9.770 magnum e 398 jéroboam. Il dosaggio è di 2 gr/l.   

Il programma 2023 di Champagne Jacquesson però, non finisce qui, ma prevede anche l’arrivo sul mercato di uno Champagne già commercializzato la prima volta nel 2018: la Cuvée n.741 Dégorgement Tardif, caratterizzata dal prolungamento della fase di maturazione sui lieviti per ulteriori 60 mesi, in bottiglie tappate con sughero fin dal loro tiraggio. Della Cuvée n.741 Dégorgement Tardif sono state prodotte 14.609 e 759 magnum, con sboccatura tardiva ad Aprile 2022, di cui 1.680 bottiglie e 96 magnum destinati al mercato italiano. 

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Il terzo e il quarto Champagne del Programma 2023 nascono da due raccolte dell’annata 2013: l’Avize Champ Caïn 2013 prodotto con uva proveniente da una parcella di Chardonnay situata nel Grand Cru di Avize, nella parte bassa di un pendio orientato a pieno sud e caratterizzato da un suolo calcareo con argilla, sabbia e limo; l’AY Vauzelle Terme 2013 nasce da uve di pinot nero che si trovano sulla parte media di un pendio orientato a pieno sud nel Grand Cru di Aÿ.

A Pietro Pellegrini abbiamo chiesto di raccontarci di più su Jacquesson.

Quando è iniziato il rapporto con Jacquesson e la distribuzione in Italia? Da allora a oggi cosa è cambiato?

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Il nostro rapporto con la Maison Jacquesson è iniziato 23 anni fa e da allora è cambiato praticamente tutto. In quel periodo Jacquesson era una Maison tradizionale, con parte dei vigneti di proprietà e diversi conferitori di uve e mosti, con una gamma di Champagne che iniziava con il Brut Perfection e terminava con i millesimati Grand Vin Signature e Avize Grand Cru e con una produzione annuale di circa 500.000 bottiglie. Oggi Jacquesson, pur continuando a essere NM, produce meno della metà delle bottiglie di allora, con una filosofia molto più in linea con i RM, controlla tutto il processo produttivo partendo esclusivamente da uve con l’obiettivo di ottenere ogni anno un solo vino (le Cuvée 7..) che identifichi e rappresenti nel miglior modo possibile l’annata di produzione. Aggiungiamo anche che da allora sono cambiate tutte le etichette e, molto recentemente, anche la proprietà dell’azienda. I fratelli Chiquet infatti hanno ceduto Jacquesson al Gruppo Artemis della Famiglia Pinault, che possiede anche altre aziende vitivinicole di altissimo prestigio, una su tutte lo Château Latour nel bordolese.

Perché ha scelto Jacquesson? Quali sono le sue peculiarità?

La scelta è caduta su Jacquesson per motivi diversi. Principalmente la qualità, anche se molto “difficile” per il gusto italiano di allora, perché i dosaggi erano molto più bassi della maggior parte degli altri Champagne e perché la prima fermentazione avveniva totalmente in grandi botti di legno (ma va da sé che il gusto, in questo caso il mio, era ed è soggettivo). In secondo luogo le persone e soprattutto il loro pensiero viticolo-enologico. Era già molto chiaro il percorso che i fratelli Chiquet volevano fare, con l’obiettivo di produrre più che un ottimo Champagne un “grande vino” di Champagne. Parlare di “vino di Champagne” e non semplicemente di Champagne ha cambiato anche il mio modo di vedere quel territorio. La loro idea di vinificare tutte le parcelle di vigne separatamente era allora molto meno normale di oggi e comunque rappresentava un punto di vista molto più borgognone che champenoise. 

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Qual è la filosofia della Maison? 

In parte l’ho già detto sopra, ma possiamo dire che la filosofia di Jacquesson è riassunta nella cuvée numerata: ogni numero delle Cuvée 7.. identifica un preciso millesimo, pur non riportando in etichetta l’annata di produzione perché contiene comunque una parte di vins de réserve. Ogni numero vuole rappresentare fedelmente l’annata di produzione e quindi ogni numero è uno Champagne diverso, pur mantenendo nel tempo lo stile della Maison. L’ultima cuvée numerata, in commercio dal mese di aprile, è la n.746 e si basa sulla vendemmia 2018 mentre la prima è stata la n.728 e si basava sulla vendemmia 2000.

Le cuvée millesimate vengono messe sul mercato in funzione della loro maturità anziché in ordine cronologico. Ci spiega meglio?

Prima di tutto non bisogna confondere le cuvée millesimate con le cuvée numerate. Le seconde contengono una piccola parte di vins de réserve e quindi il prodotto finale non è 100% di una solo vendemmia. Le cuvée millesimate di Jacquesson sono rappresentate da vini di quattro parcelle (se le cose non cambieranno in futuro saranno cinque): Champ Caïn nel Grand Cru di Avize, Vauzelle Terme nel Grand Cru di Aÿ, Corne Bautray e Les Terres Rouges nel Premier Cru di Dizy. Solo nelle annate in cui i vini di queste quattro parcelle, o di alcune di esse, non sono necessari nell’assemblaggio del vino base della cuvée numerata affinchè la stessa sia del livello qualitativo voluto, vengono “tirate” da sole per produrre degli Champagne millesimati che riporteranno il nome della parcella di riferimento. In questo caso gli Champagne non vengono immessi sul mercato in ordine cronologico ma quando ritenuti al meglio per essere commercializzati.

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Il suo Jacquesson preferito?

In tutta onestà non ho uno Jacquesson preferito. La risposta, già data e se vogliamo un po’ banale, è che ancora non è stato prodotto. Più seriamente, la bottiglia che rimane nella mia memoria, sicuramente per la qualità ma soprattutto perché ha segnato il passaggio dalla prima fase della cuvée numerata alla seconda (controllo di tutto il processo produttivo partendo solo da uva) è stata la Cuvée n.736, che si basava sulla vendemmia 2008. 

Champagne Jacquesson – Cuvée n. 746 Extra Brut

Prezzo consigliato al pubblico in enoteca: a partire da € 82,00

Champagne Jacquesson – Cuvée n.741 Dégorgement Tardif

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Prezzo consigliato al pubblico in enoteca: a partire da € 135,00

Champagne Jacquesson – Avize Champ Caïn Récolte 2013

Prezzo consigliato al pubblico in enoteca: a partire da € 245,00

Champagne Jacquesson – AY Vauzelle Terme Récolte 2013

Prezzo consigliato al pubblico in enoteca: a partire da € 285,00