Tempi di Recupero: l’evento stellato sulla cucina antispreco
La provincia italiana si fa protagonista e portavoce, potremmo permetterci di dire ancora una volta, di un altro modo di pensare, fare e gustare il cibo. Non attraverso uno slogan pubblicitario che strizza l’occhio agli amici del green autoreferenziale. Ma con una sensibilità coltivata da un sempre crescente universo eterogeneo di persone. Perché dare un senso concreto e quotidiano a concetti che caratterizzano la contemporaneità, quali sostenibilità, consapevolezza e rete del recupero, non è più cosa propria solo di accademici o “rivoluzionari culturali”. Non a caso sta sempre di più diventando un’aspirazione che diventa imprescindibile esigenza. Un nuovo filo rosso che da undici anni caratterizza l’azione di Tempi di Recupero.
Tempi di recupero
Quello di Tempi di recupero è un progetto nato nel 2013 in Romagna. Precisamente in una città di provincia di quasi 60mila anime, Faenza. Un’intuizione sprigionata a seguito della scomparsa prematura di un oste visionario (Valter Dal Pane), da parte di un suo grande amico, nonché ex direttore dell’Università di Scienze Gastronomiche, Carlo Catani. Un’idea che nel corso degli anni è cresciuta per tappe fino ad arrivare, durante il Covid (2020), a plasmarsi attorno a una vera e propria associazione, Tempi di recupero appunto, che oggi conta oltre 300 adesioni in Italia, in Europa e nel mondo. L’ultimo step arriva nel 2023 con la trasformazione della stessa in Aps (Associazione di promozione sociale). «L’idea che ci ha mosso ormai undici anni fa è semplice – spiega proprio Catani – ed è quella di voler promuovere una visione consapevole del mondo all’unisono con la rete dei recuperatori. Prima partendo a livello locale con cene e appuntamenti sul tema e poi sempre di più allargando lo sguardo oltreconfine coinvolgendo anche nomi importanti del firmamento gourmet. Abbiamo soci, infatti, che arrivano dalla Francia, dalla Spagna e dagli Stati Uniti. Un’azione che anno dopo anno è cresciuta e ha saputo tessere relazioni anche per supportare persone e luoghi, per lo più fragili e periferici. Il tutto però arricchito da un linguaggio che è partito ed è rimasto sempre leggero, inclusivo, rispettoso».
Chilometro zero ma… vero
Alla base di Tempi di recupero c’è il cosiddetto chilometro consapevole. Concetto che parte dal cugino “a chilometro zero” ma che ha trovato, nel cuore della provincia romagnola, una concreta e diversa azione di divulgazione. Dal segno scritto al piatto. «Chilometro consapevole – ricorda e rimarca Catani – cerca di far comprendere quali siano oggi le scelte enogastronomiche in sintonia con lo slogan di Carlin Petrini: buono, pulito e giusto». Si è così voluti andare oltre al concetto di “chilometro zero” perché «seppur è fondamentale legare la cultura del cibo al territorio, questo non considera alcun dettaglio qualitativo». Un passaggio non banale perché per Tempi di recupero «la sostenibilità è una questione di sostanza e dobbiamo considerare pratiche di allevamento, tecniche di coltura, packaging, accessibilità del costo per scegliere correttamente ciò che consumiamo». C’è un decalogo da rispettare per chi intende far parte di questa squadra. Dieci semplici pratiche, azioni, pensieri che guardano al futuro in un’ottica di sostenibilità a trecentosessanta gradi. Non solo quinto-quarto in cucina, ma anche rispetto nell’utilizzo delle materie prime e di chi li produce, attenzione all’utilizzo e non spreco della risorsa idrica, collaborazione e rete tra i partecipanti, il tutto al fine di stimolare e far germogliare una creatività consapevole che dalla terra arriva fino al palato.
Torta all'olio d'oliva e albicocca
Festival di Pianetto
Per avere prova diretta di come questa filosofia di rispetto e approccio culturale alla filiera del gusto è declinata in azioni concrete, è possibile fare un salto in una gemma dell’Appennino Tosco-Romagnolo: il borgo di Pianetto di Galeata (Fc). Qui dal 13 al 15 settembre si terrà l’evento clou dell’associazione. Un momento di condivisione, conoscenza e approfondimento delle tematiche che durante tutto l’anno caratterizzano l’azione degli aderenti. Tre giorni in cui chef stellati, anche e soprattutto green, artigiani virtuosi e gustonauti appassionati avranno modo di immergersi e vivere esperienze tra cultura e storie di ristorazione, anche attraverso cene tematiche, momenti di approfondimento e convegni, escursioni e laboratori del recupero (anche per bambini). Il tutto arricchito da immersioni nei sorsi di vignaioli responsabili, nel savoir faire di artigiani, gelatieri, forager di riconosciuta eccellenza. Solo per citare qualche Stella che sarà presente in questa festa ricordiamo: Chiara Pavan (Venissa), Davide Di Fabio (Dalla Gioconda), Giorgio Servetto (Vignamare), Stefano Guizzetti (Ciacco Lab), Giulio Neri (Sal8), Michele Lazzarini (Contrada Bricconi) Alessandro Dal Degan (La Tana Gourmet), Paolo Brunelli (Gelateria Brunelli) e Jimmy Bertazzoli (Aguardiente). Per il mondo del vino invece saranno presenti Mateja Gravner, Elisabetta Foradori, Rita Babini e Arianna Occhipinti. Infine per tutto il fine settimana del festival sarà presente Alessandro di Tizio, forager del tre stelle Michelin Mirazur.
Recupero Kids
A testimonianza della versatilità di questo progetto segnaliamo un paio di iniziative. La prima è quella che vedrà attività con protagonisti i bambini attraverso laboratori di stampa su stoffa, di argilla-green, con la creazione di un erbario, ma anche mettendo le mani in pasta attraverso una ricetta con le specie botaniche raccolte, oltre alla realizzazione di un gelato in collaborazione con Giulio Rocci. La seconda è l’organizzazione di una simpatica cena, sempre il 15 settembre, in cui i sindaci del territorio appenninico vestiranno la mise degli chef offrendo ai commensali un “loro” menù del recupero.
Tutta la programmazione del festival è possibile trovarla su www.tempidirecupero.it