Un vino che ammalia, un bianco ipnotico, un canto delle sirene. È questo quello che in primis mi sento di dire di quello che forse è il miglior Chardonnay d’Italia e che dall’annata in corso, la 2019, cambia nome e diventa Selva della Tesa. 

Nato con l’annata 1983, grazie all’amichevole collaborazione con l’enologo André Tchelistcheff, questa perla enologica di Ca’ del Bosco è stato il primo esempio in Italia di Chardonnay in purezza prodotto tramite l’utilizzo di piccole botti di rovere (pièces bourguignonne) e ottenuto da uve provenienti da vigneti ad alta densità di impianto: una novità per l’epoca, che ha rappresentato un punto di svolta nella produzione della cantina guidata da Maurizio Zanella nonché l’inizio di un nuovo approccio alla viticoltura di qualità.

A partire dall’annata 2019, dicevamo, la volontà di rafforzarne l’identità e favorire una maggiore distinzione dall’altro vino bianco fermo prodotto da Ca’ del Bosco – Corte del Lupo – quello che era chiamato semplicemente lo “Chardonnay di Ca’ del Bosco” si chiama Selva della Tesa: selva, in riferimento al bosco che circonda il vigneto della Tesa, di circa mezzo ettaro, il primo alla fine degli anni ’70 a essere piantato a 10.000 ceppi/ettaro.

Ma veniamo al vino, prodotto in pochissime quantità e frutto di un’accurata selezione delle uve e di una sapiente vinificazione condotta nel pieno rispetto del Metodo Ca’ del Bosco. Le uve provenienti da 8 vigne “elette”, appena raccolte a mano in piccole cassette, vengono classificate e raffreddate, ogni grappolo viene selezionato da occhi e mani esperte, per poi beneficiare di esclusive “terme degli acini”, un particolare sistema di lavaggio e idromassaggio dei grappoli, tramite tre vasche di ammollo e un tunnel di asciugatura. Dopo la pigiatura in assenza di ossigeno, solo il migliore mosto di prima frazione viene trasferito per la fermentazione alcolica in piccole botti di rovere, ottenute da legni selezionati e stagionati per almeno 3 anni. Qui il vino rimane sui propri lieviti per 9 mesi, durante i quali svolge anche la fermentazione malolattica. Con l’operazione del batonnage, ripetuta settimanalmente, raggiunge la sua massima armonia olfattiva e complessità gustativa. In seguito le diverse partite vengono assemblate e il vino viene imbottigliato per gravità, in modo naturale. Grazie a innovativi sistemi di riempimento, il vino non subisce shock ossidativi, sbattimenti e ulteriori aggiunte di solfiti e resta in bottiglia per 3 anni e 6 mesi.

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Ingredienti 35 ml Grappa K24 Liquid Gold 30 ml Lime 20 ml Liquore Ancho Reyes Red 20 ml Sciroppo di zucchero di canna 2/3 gocce di Orange Bitter 1 Lemon…

Sfumature boisé, note di scorze di agrumi e un corpo cremoso ma anche straordinariamente fresco: sono queste le tre caratteristiche salienti di questo vino molto ricco e fruttato, che al naso regala sentori di pesca, frutta bianca esotica, fiori bianchi e scorza di agrumi, definiti da profonde sfumature boisé. Al sorso è pieno, morbido e avvolgente, ben bilanciato da una straordinaria sapidità e da un’incredibile freschezza, in un insieme in cui tornano gli aromi dell’olfatto. Un vino che si ricorda e si spera di poterne stappare presto un’altra bottiglia.

Costa circa 75 euro