Territorio, storia, cultura, ma soprattutto memoria, banalmente parliamo di vino. E quando affrontiamo un calice di vino la memoria è una componente fondamentale. Colore, olfatto, sapore sono i primi segnali di reminiscenze difficili da ignorare per chiunque abbia dimestichezza con il vino. Annata fredda, annata calda, annata perfetta. Quelle disastrose o quasi sono quasi sempre escluse dalle degustazioni verticali. A volte anche perché di una determinata annata in cantina non è restato più niente o quasi. Ma le cantine più accorte oggi custodiscono la memoria di ogni vendemmia.

rottensteiner

Territorio

… e terroir, che è un concetto più antropologico che enoico. In particolare riguardo all’Alto Adige. Regione di piccoli, piccolissimi, viticoltori, ma con un attaccamento formidabile alla terra e alla vigna. A volte persino nel nome come i Rottensteiner (“roten steiner” significa pietra rossa, in altre parole il porfido, la porpora altoatesina). La famiglia ha antiche origini, oltre mezzo secolo, ma la sua svolta moderna nel mondo vitivinicolo avviene, con tre soli ettari di vigneti di proprietà, nel 1956. Quindi negli anni Ottanta, con la svolta dell’imbottigliamento. E infine, quasi ai giorni nostri, con l’ultima generazione, che sviluppa l’azienda nel segno della qualità sui vitigni autoctoni e con i conferitori storici, piccoli e piccolissimi viticoltori, appunto. Questo è, forse, il vero concetto di terroir, o almeno una sua componente importante. E in questo il Lagrein ha un ruolo non da poco in Alto Adige.

Il Lagrein, varietà locale con caratteristiche tutte sue, trova nel quartiere di Gries (Bolzano) la sua massima espressione. Bevibilità e insieme longevità. Frutta rossa, scura  e nera, vigore acido, cacao, sapidità. Non deve essere facile da gestire, se non tramite un’attenta riduzione della resa e un attento lavoro in cantina complicato, con un delicato affinamento di 12 mesi in barriques dopo la fermentazione in vasche di cemento. Se non hai una visione precisa non vai da nessuna parte e Hannes Rottensteiner una visione pare averla per davvero, dura e nobile come il porfido, non solo riguardo al Lagrein ma a tutte le varietà altoatesine di cui ha cura l’azienda.

lagrein rottensteiner

«Un produttore di Lagrein ha a che fare con un vitigno vigoroso, quindi deve ridurre le rese – dice Hannes Rettonsteiner -. Inoltre non deve spaventarsi sia riguardo alla acidità sia riguardo al Ph, deve domare i tannini ed evitare che il vino sia troppo corposo, muscolare, ma insieme strutturato, anche di pronta beva. In base all’andamento dell’annata si cerca la giusta misura».

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E allora ecco qualche accenno alle annate degustate (2022; 2021; 2020; 2019; 2018; 2017; 2016; 2014; 2011; 2010) della linea Select (30/35 mila bottiglie). Senza dilungarci su osservazioni speciose, riprendiamo solo qualche nota registrata a caldo. Dal lontano 2010 al 2022 nel calice il colore del vino è praticamente invariato. E l’annata 2010 ha retto in modo formidabile. È ancora un signor vino vigoroso ed elegante. Ma saltando nel tempo e andando indietro con la memoria, ecco il 2016, un assolo. Mentre le vendemmie 2021 e 2017 hanno consentito di imbottigliare due Lagrein “classici”, proprio come ti aspetti da questa varietà, proprio come è scritto sui manuali. Infine la 2020 può riservare piacevoli sorprese nel tempo. Più impegnativa e problematica l’annata 2019, che tuttavia regge e accompagna benissimo un piatto di carne importante.

lagrein rottensteiner

Dove mangiare

A Bolzano è senz’altro da segnalare il ristorante ConTanima (leggi qui la recensione) presso lo storico Parkhotel Laurin, con la cucina diretta dallo chef Dario Tornatore. Un cuore napoletano che batte ovunque con la medesima curiosità e creatività. Provate tra l’altro il suo carciofo.

Dove dormire

Be’, ovvio la cuccia ideale è un maso all’ombra delle montagne di porfido, ma il sole certo non manca. Alla famiglia Rottensteiner appartiene Kristenplonerhof, una struttura che risale all’XI secolo circondata dai vigneti. Un maso che dispone anche di tre eleganti appartamenti su due piani con due terrazzi con vista sulla conca di Bolzano.

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