Secondo le indagini dell’Osservatorio dell’Aperitivo è il drink preferito dal 46% degli italiani, esistono oltre mille ricette per degustarlo e la sua storia inizia 150 anni fa. Stiamo parlando dello spritz, il re degli aperitivi.

La sua paternità è da sempre contesa tra Trieste, Padova e Venezia, ma la storia nasce dal dominio austriaco, quando il vino locale, ritenuto troppo forte, veniva “spruzzato” (in tedesco «spritzen», da cui deriva appunto il nome) con dell’acqua frizzante per mitigarne la potenza. Non è un caso che lo spritz originale sia, semplicemente, vino bianco o rosso allungato con acqua, tanto che a Trieste o a Padova, se non si specifica al momento dell’ordinazione, lo spritz viene ancora servito così.

Il mercato degli alcolici è trainato proprio dal fenomeno degli aperitivi, momento in cui si beve maggiormente lo spritz. I dati di Unione Italiana Vini rilevano che in Italia la platea di bevitori ammonta a 29,4 milioni, più o meno il 55% della popolazione. Non solo under 40, ma la fascia di consumatori ormai leader, infatti, è quella compresa tra i 45 e 54 anni.

L’analisi dell’Iwsr, istituto di ricerche londinese, ci dice che sono in calo gli alcolici che dichiarano benefici dietetici mentre aumenta la richiesta dei marchi con ingredienti naturali. Aumenta anche il consumo di drink a base di alcolici, comandati dall’incremento della produzione di cocktail premiscelati.

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È anche in questo mercato dei ready to drink e ready to serve che lo spritz si sta facendo largo, conferma di un successo che va oltre l’arte della miscelazione. Ne è un esempio CHANDON Garden Spritz, lanciato ufficialmente a maggio 2022, si propone come il drink che sconvolge le regole dell’aperitivo. Un mix unico e aromatico, dato da un liquore all’arancia, in grado di dare vita a un drink che sprigiona tutti i profumi e gli aromi dell’estate.

Ma a cosa è dovuto il successo di questo prodotto nato dalla Maison argentina CHANDON? Lo abbiamo chiesto a Silvia Rossetto, senior brand manager del marchio.

Lo spritz è un drink squisitamente italiano. Come ha recepito il nostro mercato uno spritz che viene da fuori i confini nazionali?

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Lanciare uno spritz argentino nella patria dello spritz è stata la vera sfida per CHANDON, ma anche la più interessante in termini di vendita perché in Italia siamo molto legati al momento dell’aperitivo, mentre in altri Paesi non esiste questo momento conviviale così forte. Devo dire che è stato recepito assolutamente in maniera positiva. Quando i consumatori assaggiano CHANDON Garden Spritz, per loro è sempre una piacevole sorpresa e questo lo notiamo durante le nostre presentazioni e i nostri eventi. Certo, in generale è difficile cambiare le abitudini di consumo e, post lavoro, desideriamo andare nel nostro locale di fiducia a rilassarci con la solita birra o il solito spritz. All’inizio può esserci un po’ di reticenza nel cambiare, ma la novità, dovuta proprio al fatto di essere un prodotto argentino, ha creato curiosità e voglia di provare CHANDON Garden Spritz.

In quale mercato è più apprezzato?

Oggi è distribuito specialmente in Europa e il mercato nel quale sta lavorando bene è la Francia, perché è quella che per prima ha lanciato questo prodotto. Ma sta andando molto bene anche in USA e Australia. L’Italia però rimane sempre il Paese nel quale abbiamo scommesso di più, il focus sugli italiani in quanto amanti dell’aperitivo era particolarmente importante e il riscontro è più che positivo.

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A cosa si riconduce l’aumento rispetto alle previsioni?

Il nostro reparto commerciale fino a oggi era abituato a vendere marchi del gruppo Lvmh molto noti, invece con CHANDON Garden Spritz ha potuto mettersi in gioco con un prodotto innovativo ma poco conosciuto perché lanciato solo l’anno scorso. Sono riusciti a occuparsi molto bene della distribuzione, inoltre un altro punto di forza è stato quello di fare tanto training allo staff dei locali riguardo il nostro perfect serve, che prevede un calice ampio balloon, quattro cubetti di ghiaccio, arancia essiccata e un rametto di rosmarino. Ai barman piace e, a loro volta, lo propongono ai clienti come alternativa e prodotto innovativo.

Quali sono le vostre previsioni per il Garden Spritz?

Il mercato è molto forte e prevediamo di crescere sempre più negli aperitivi anche in Italia dove la concorrenza è alta e ci confrontiamo con prodotti meno costosi, meno premium, che il consumatore può scegliere. Non abbiamo boutique come Louis Vuitton, noi ci appoggiamo e ci affidiamo allo staff del locale che è l’attore dell’aperitivo e guida nella scelta del prodotto, ma i risultati al momento sono oltre le aspettative. L’anno scorso abbiamo quasi triplicato il budget che ci aspettavamo, quest’anno siamo partiti cauti, ma l’estate sta procedendo come prevedevamo.

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Quali sono i maggiori competitor di questo prodotto?

Di fatto la nostra categoria merceologica è quella del vino aromatizzato, per cui sempre di più il concetto di spritz vuole essere un connotato di “prima del pasto” o comunque per i momenti di high energy, ovvero di festa. A differenza di qualsiasi altro spritz, è ready to serve, questa è una differenza per noi sostanziale perché proprio per questo è più faticoso compararlo allo spritz a cui siamo abituati, che rientra nella categoria mixology. Mentre nel nostro caso CHANDON Garden Spritz è un aperitivo naturale, pronto per essere servito con il nostro perfect serve. I ready to drink sono prodotti che vanno messi in frigo e bevuti senza troppa attenzione al servizio. Noi rispondiamo ad una clientela più attenta.

Qual è il segreto di CHANDON Garden Spritz?

È un prodotto ready to serve, come abbiamo detto e, anche se in Italia molto spesso c’è stata una certa reticenza nei confronti di un drink che non viene miscelato al momento, è proprio qui che si nasconde uno dei nostri punti di forza: ovunque tu ti trovi nel mondo potrai sempre assaporare la medesima ricetta, servita sempre allo stesso modo, a differenza invece degli spritz preparati al momento al bancone, le cui proporzioni e ricette vanno a discrezione del barman e dello spumante utilizzato in quel locale. Ed è qui che troviamo un altro importante segreto del successo di CHANDON Garden Spritz: quando ordiniamo uno spritz classico pensiamo solo a quale liquore abbinare, e non al tipo di spumante che viene utilizzato. Nello CHANDON Garden Spritz, invece, viene utilizzato CHANDON Brut, la cuvée più rappresentativa della Maison, prodotta con uve Chardonnay, Pinot Noir e Sémillon coltivate a Mendoza in terreni a 1000 metri di altitudine. Un prodotto che ha ricevuto più di 15 premi tra il 2019 e il 2020. Questo ci dice che la base che compone il 70% del prodotto è fatta da un vino spumante eccezionale. Ma quello che notiamo spesso essere il volano che fa cambiare le abitudini, è il fatto di essere senza aromi artificiali e coloranti, per questo si presenta anche con colori più tenui rispetto a quelli che siamo abituati a vedere.

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Come è distribuito? Dove lo troviamo?

Oggi è distribuito nel retail, quindi negli store online come tannico, winelivery, callmewine, vino.com, che consegnano in tutta Italia. È distribuito nelle grandi città e, nel periodo estivo, anche in quelli che chiamiamo “hotspot dell’estate”, quindi quei locali che richiamano all’aperitivo, al tramonto, come il Phi Beach in Costa Smeralda, il The Lodge a Firenze e a Roma presso CHANDON Garden Spritz Restaurant & Bar del Rome Cavalieri (di cui vi abbiamo parlato qui, ndr). I locali che hanno un giardino trovano il luogo prediletto dove degustare CHANDON Garden Spritz, ma è ottimo proposto anche come welcome drink sotto l’ombrellone. Il nome garden vuole proprio evocare il consumo outdoor, ma soprattutto un concetto di naturalezza.

Chi lo beve?

È un drink estremante trasversale, lo beve anche mia madre, che si è innamorata di CHANDON Garden Spritz. Non ha limiti di età e sesso perché non è così dolce, presenta il 50% in meno di zuccheri rispetto a qualsiasi altro spritz, lo beve chiunque abbia voglia di qualcosa di rinfrescante.

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