Giovane, intraprendente con una visione chiara sul vino da realizzare questo è Julian Reneaud. Classe 1988 Julian nasce a Carcassonne nel sud della Francia, una terra da pallamano. Ha iniziato a giocare con la squadra di Trèbes poi, dopo le selezioni regionali, è entrato nel Narbonne al livello N3. Durante l’Università ha giocato con le squadre di Montpellier con cui è stato vicecampione di Francia a livello universitario. Questo risultato gli ha aperto le porte di una scuola di ingegneria nel Tolosa, la stessa che gli ha fatto scoprire il mondo del vino. Viaggiando ha dovuto interrompere la sua carriera, ma ha ripreso in Italia nel 2014 nel Follonica in Serie A2.

Julian Reneaud

A trent’anni con l’acquisto di una sua cantina ha dovuto, a malincuore, fare la scelta di lasciare la pallamano. Ad oggi è sempre tesserato, continua gli allenamenti a livello amatoriale e dà una mano in caso di necessità al Follonica.

Facciamo un passo indietro. Fresco di studi di enologia Julian voleva viaggiare, tanti sogni e pochi soldi in tasca. La soluzione era semplice viaggiare e conoscere i territori vitivinicoli lavorando. Ha fatto un po’ di tutto anche il cameriere sulle navi, rimboccandosi le maniche per raggiungere i propri sogni. Arrivato in America ha lavorato come Assistant Winemaker a Opus One Winery. Quando Opus One 2013, il grande vino californiano, conquista i 100 punti da James Suckling arriva la proposta di trasferirsi in Toscana per lavorare come direttore a Caiarossa a Riparbella. I bianchi terreni e le dolci colline colpiscono Julian tanto che nel 2018 decide di fare il grande passo dando vita a una cantina tutta sua insieme a Dilyana e Irena, Business Angel, donne coraggiose e visionarie, nonché produttrici di vino nella valle dello Struma e sulla costa del Mar Nero, in Bulgaria. Da una cantina abbandonata Julian vede il potenziale per realizzare il suo sogno. Il grande Michelangelo una volta disse “Quando guardo un blocco di marmo, io riesco a scorgervi dentro la scultura. Tutto ciò che mi rimane da fare è togliere i residui.” Così ha fatto Julian con una Cantina dal grande potenziale ma che inizialmente era soltanto ruderi e vigneti abbandonati.

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La nascita di Colline Albelle

La zona di Riparbella, nell’entroterra di Cecina, è una delle giovani enclave della costa che si sta facendo notare per la qualità e la personalità dei propri vini. Un territorio poco antropizzato e dalla natura prorompente che negli ultimi decenni non è stata certo scalfita dalla viticoltura che, anzi, si è sviluppata ispirandosi ad un’enologia il più possibile naturale. Suoli drenanti, sabbiosi, con tanti sassi di colore bianco, infatti l’antico nome di Riparbella era Ripa Albella (Ripa Bianca) e da qui il nome della Cantina: Colline Albelle. I terreni e i vigneti dell’azienda, a 300 m slm, scendono dalla cresta ai crinali di due colline e sono punteggiati di sassi chiari che incontrano il bianco delle nuvole, e le brezze marine. «Grazie alle particolari condizioni climatiche – spiega Julian – le bucce diventano più spesse e la concentrazione in polifenoli aumenta. Ciò facilita l’estrazione di colore, regala tannini morbidi e aromi varietali necessari per produrre vini territoriali. In queste condizioni, così favorevoli, la viticoltura biologica e biodinamica dovrebbe essere obbligatoria»

Accanto ai filari è ospitato anche un apiario. «Nel primo anno abbiamo avuto la bellissima sorpresa di vedere tre sciami arrivare nelle nostre vigne, gli abbiamo dato casa e deciso di non prendere il miele.racconta Julian – Da tre, il primo anno, siamo arrivati oggi a più di 50 arnie in azienda. A questo ritmo, arriverà presto il tempo di una piccola produzione di miele».

vini colline albelle

I vini un sogno dalla matrice toscana su etichette di nuvole disegnate

L’azienda comprende 40 ettari, 20 di bosco e 20 a vigneto, Sangiovese, Ciliegiolo, Merlot, Vermentino e Canaiolo Bianco sono le tessere di questo mosaico che punta a produrre vini accurati, emozionanti, autentici e monovarietali. La prima vendemmia è stata la 2020. Tre le etichette in commercio: Inbianco (Vermentino), Inrosso (Merlot) e Serto (Sangiovese). Seguiranno Altenubi (Ciliegiolo), Halis (Canaiolo Bianco) e Nebe (un passito da uve Petit Manseng).

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Il segreto delle basse gradazioni è raccogliere le uve a maturazione tecnologica, che riguarda il rapporto tra gli zuccheri e gli acidi, ma non a completa maturazione fenolica. Per diminuire l’acidità del vino ecco che interviene la fermentazione malolattica che regala un’acidità più dolce.

Inbianco 2022 100% Vermentino raccolto appena maturo per regalare una beva fresca e giovane, con un titolo alcolometrico di 10,3%. Le uve vengono vinificate in acciaio e una minima parte affina per pochi mesi in barrique non tostate. Color paglierino tenue, un bouquet floreale, fiori di campo, erba sfalciata, fruttato, susina Mirabelle, pompelmo, lime ed erbe aromatiche fresche. In bocca è verticale, vibrante, fresco e salino, con un ritorno agrumato. Un’espressione autentica del terroir con una bellissima mineralità.

inbianco colline albelle

Costa circa 13,5 euro

Inrosso 2021 100% Merlot, 12,8% vol., 18 mesi di affinamento, 80% in barrique e 20% in anfora. Color rubino con una bella massa colorante. Il naso ricorda un fruttato croccante, piccoli frutti di rovo, more, amarene, mirto e ricordi di macchia mediterranea. In bocca è dinamico, giovane e verticale, con tannino elegante e delicato, il finale richiama il tostato con un tocco di liquirizia. Un Merlot dal sapore intrigante e fuori dagli schemi.

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inrosso colline albelle

Costa circa 13,5 euro

Serto 2020 (anteprima) il nome viene da Serto corona. 100% Sangiovese con 30 mesi di sosta in barrique. Color rubino con sfumature porpora. Il bouquet è intrigante e varietale con sentori di viola, giaggiolo, amarena e ciliegia. In bocca entra diretto, fresco, fruttato e floreale, con ritorni di macchia mediterranea e nepitella. Il tannino ben presente, ancora giovane e scalpitante con un bel finale balsamico e floreale. Un Sangiovese elegante vecchio stile con una bella facilità di beva grazie anche ai 13,5% vol.

serto colline albelle

Costa circa 30 euro

La produzione annua attuale è di circa 20 mila bottiglie con l’obiettivo di arrivare fino a 90-100 mila una volta terminati gli impianti vitati.

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