La Susina di Dro DOP della Valle del Sarca
La Valle del Sarca, nei pressi di Dro, è il luogo d’origine di una varietà di prugna molto particolare, che vanta anche la certificazione DOP e De.Co. Si tratta della susina di Dro DOP, o prugna nera di Dro, parente stretta della normale prugna allungata, ma molto più gustosa e ricca di potassio.
Questa cultivar autoctona ha una antichissima tradizione, infatti proprio queste colline sono l’area di produzione storica della susina di Dro, chiamata così già nel 1200. La susinicoltura moderna decolla nel 1911 con la costituzione del “Consorzio Cooperativo Lega dei Contadini del Bacino Arcense”, che alla sua nascita contava già 650 soci. Nel 1941 avviene un ampliamento dei magazzini e la realizzazione di un moderno impianto di essiccazione della “Susina di Dro” che all’inizio degli anni ’60 arrivò a produrre 150 tonnellate di prugne secche. La sua zona di produzione corrisponde oggi al bacino idrografico del fiume Sarca.

La susina di Dro DOP si distingue per il colore blu-violaceo e la polpa più soda rispetto alla comune prugna. La forma è ovale, moderatamente allungata, con polpa compatta, ricoperta dalla caratteristica pruina biancastra, e, a volte, con piccole superfici verdastre. La raccolta avviene tra agosto e settembre esclusivamente a mano rispettando la scalarità di maturazione dei diversi microclimi vallivi e collinari e delle varietà. L’area di produzione della DOP “Susina di Dro” è caratterizzata da un clima particolarmente favorevole legato all’azione mitigatrice del Lago di Garda, il più grande lago italiano, alla grande luminosità ed alla pressoché costante limpidezza del cielo. Queste peculiarità climatiche si rivelano determinanti nella fase di svolgimento dei meccanismi fotosintetici che portano all’accumulo di carboidrati e quindi degli zuccheri.
Il frutto presenta, inoltre, particolari caratteristiche di precocità, di consistenza, di equilibrata sapidità e di una giusta durezza della polpa, qualità che fanno apprezzare l’unicità della Susina di Dro DOP. I particolari livelli di sapidità e consistenza della polpa sono influenzati dalla natura dei terreni che, di medio impasto tendente al sabbioso con lieve componente argillosa e leggermente alcalini, favoriscono l’assorbimento di fosforo, potassio, calcio e magnesio. Un’altra caratteristica importante è la presenza della pruina, un’abbondante patina biancastra che ricopre la superficie del frutto, correlata invece alla relativa freschezza delle notti del clima alpino.

Le virtù della prugna nera di Dro
Le susine di Dro DOP sono ricche di vitamine, di potassio e di fibre. Grazie al loro sapore dolcemente acidulo sono ottime sia come frutta fresca sia come ingrediente per confetture o sfiziose ricette come, ad esempio per preparare il ripieno dei tradizionali gnocchi alle prugne. La susina è eccellente anche essiccata, diventando una fonte di energia e vitamine ideale per affrontare la stagione fredda.
Nella Valle di Ledro la cucina sa di tradizione trentina, di prodotti di stagione e di influssi boemi. Durante la Prima Guerra Mondiale, la popolazione della Valle di Ledro venne evacuata in Boemia e Moravia: qui, le donne trentine impararono a confezionare alcune specialità locali che divennero poi parte della loro cucina, come i gustosi gnocchi boemi, che possono essere serviti come dessert o come contorno per piatti salati.

Gnocchi boemi, due tradizioni culinarie si incontrano
Ingredienti circa 16 gnocchi:
30 g di lievito di birra
1 kg di farina bianca
½ l di latte
16 Prugne
Sale
Burro
Cannella o semi di papavero
Zucchero
Sciogliere il lievito in poco latte, poi aggiungere il latte rimanente, un po’ di sale e la farina lasciandone una parte per il successivo impasto. Mescolare fino a formare una palla di pasta lievitata, coprirla con un canovaccio e lasciarla lievitare al caldo per circa due ore. Quando l’impasto ha raddoppiato il volume aggiungere la farina rimasta e lavorarlo fino ad avere un impasto ben amalgamato e morbido. Avvolgere una porzione di impasto intorno ad una prugna e formare delle palline. Lasciar lievitare di nuovo per circa tre quarti d’ora. Preparare una pentola con abbondante acqua salata. Quando bolle buttare gli gnocchi e lasciarli cuocere per circa 10-12 minuti girandoli ogni tanto. Nel frattempo, fondere il burro. Spolverare gli gnocchi con zucchero e cannella e versarvi il burro. In alternativa formare delle semplici palline di pasta, cuocerle in acqua salata e servirle come contorno per gulasch o spezzatino.
fotografia Susine di Pro Loco Sant’Antonio Dro
Ogni settimana un articolo con ricetta nella sezione L’ingrediente della settimana.