Narrano le leggende che tanti e tanti anni fa in Armenia viveva l’albicocco, una pianta con dei fiorellini bianchissimi, ammirato da tutti per la sua bellezza. Ma, in ogni storia c’è sempre un ma, un brutto giorno arrivarono dei nemici che decisero di tagliare tutti gli alberi che non producevano frutto per ricavarne della legna. Anche l’albicocco avrebbe dovuto subire la medesima sorte, non producendo frutti, ma una fanciulla si rattristò e pianse ai piedi dell’albero tutta la notte. Al mattino la giovane si accorse che sui rami dell’albicocco erano nati dei frutti: le albicocche. 

Ai tempi dei romani l’albicocca (Prunus armeniaca) era conosciuta come mela armena, perché pensavano arrivasse dall’Armenia, ma in realtà è originaria della Cina. Il nome deriva dal latino praecocum, «precoce» e con questo termine i romani inizialmente chiamavano tutte quante le primizie. Nel Mediterraneo arrivò dopo le conquiste di Alessandro Magno, ma furono gli Arabi a reintrodurre la coltivazione in Italia attorno al X secolo.

Tante varietà per diversi sapori

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La Campania è certamente una delle maggiori produttrici di albicocche e qui troviamo l’albicocca vesuviana IGP, detta anche crisommole, si distingue per sapidità e dolcezza, caratteristiche organolettiche che vengono dal terreno vulcanico su cui crescono, si presenta di un colore rosso sfumato o punteggiato su una base giallo- aranciata della buccia. L’albicocca Val Santerno di Imola è un prodotto agroalimentare tradizionale Italiano (P.A.T.), piccola e dal sapore delicato, si caratterizza per una crescita e una maturazione scalare e per questo motivo la raccolta deve essere attenta e rigorosamente manuale. L’albicocca di Galàtone, presidio Slow Food, è piccola, gustosa, tenera e dal sapore particolarmente dolce, subito riconoscibile per dei puntini sulla buccia, come piccole “lentiggini”. L’albicocca Amabile Vecchioni si presenta color arancione accesso, di grandi dimensioni, dolce, ma non eccessivamente zuccherino. Ad alta quota troviamo l’albicocca Val Venosta, (marille) fa parte dei prodotti agroalimentari tradizionali, color giallo oro, con un sapore leggermente acidulo che la rende perfetta per confetture e strudel. L’albicocca precoce di Toscana ha una polpa arancione, particolarmente morbida e un sapore dolce e zuccherino. L’albicocca Preole, nasce da un albero poco vigoroso, le dimensioni sono piccole ma dal sapore marcatamente dolce. L’albicocca Diavola è caratterizzata da striature color rosso fuoco (da qui il nome), ha un gusto amabile e dolce ed è di grandi dimensioni. L’albicocca di Valleggia, Presidio Slow Food, è una varietà di piccole dimensioni, buccia sottile, color arancio picchiettato da puntini color mattone, particolarmente profumata e saporita. L’albicocca di Scillato, Presidio Slow Food, è una varietà di piccole dimensioni, succosa, caratterizzata da un sapore zuccherino molto intenso. La coltivazione è tradizionale, non si fanno trattamenti chimici e si raccoglie tutto a mano.

Le proprietà dell’albicocca 

L’albicocca è un importante fonte di fibre, sali minerali, in particolare magnesio, fosforo, ferro, calcio e potassio, vitamine, antiossidanti e betacarotene che sembra portare benefici a vista, pelle e intestino. Circa l’86% del frutto è composto di acqua le albicocche apportano veramente poche calorie, solo 28 ogni 100 g.

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Nella cosmesi popolare l’albicocca è stata sempre abbinata alla cura della pelle. L’olio ottenuto dai semi, racchiusi nel nocciolo, è molto efficace sia per il trattamento delle smagliature che delle rughe. 
Possono essere consumate fresche, secche e sciroppate. Classiche sono le crostate con la confettura di albicocche usata anche per farcire la famosa Sacher, celebre torta Viennese. Nei dolci o come spuntino sono perfette le albicocche disidratate. Molto usate anche nelle ricette salate o agrodolci. Il suo seme, detto armellina, viene usato nella pasticceria e nella distillazione per il suo caratteristico aroma ammandorlato. Dalle albicocche si ottiene anche un profumatissimo distillato ottimo fresco come fine pasto.

Canederli di albicocca

Dosi per circa 18 canederli 

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18 albicocche sode

18 zollette di zucchero o 18 cucchiaini di zucchero

600 g di patate crude 

350 g circa di farina 

1 uovo

un pizzico di sale 

Per la copertura 

150 g di pangrattato 70 g di burro 50 g di zucchero

 cannella a piacere

 zucchero a velo q.b. 

Lavare le albicocche e apritele quanto basta per eliminare il nocciolo e al suo posto mettere una zolletta di zucchero. Per l’impasto cuocere le patate, 35/40 min, fino a quando non saranno morbide, sbucciarle, schiacciarle con lo schiacciapatate e lasciarle raffreddare. Impastatele velocemente con l’uovo, leggermente battuto, il sale e la farina poco alla volta, fino ad ottenere un impasto morbido e liscio. Stendere l’impasto per ottenere una sfoglia sottile, per comodità si può dividere l’impasto in 2 o 3 parti. Tagliare dei quadrati di pasta tali da contenere le albicocche, quindi avvolgerle bene e chiuderle girandole tra le mani, come si fa per le polpette, e infarinateli. In una pentola capiente sciogliere il burro, unire il pangrattato e rosolarlo bene, aggiungere poi lo zucchero e la cannella, cuocete per qualche minuto a fiamma dolce. Fate cuocere i canederli in acqua salata bollente e appena saliranno a galla, dopo circa 10 min., scolateli e metteteli nella padella con il pangrattato, rigirateli in modo che la copertura avvolga perfettamente i canederli. Serviteli caldi e poco prima spolverateli con zucchero a velo.  

Marillenknödel (Knödel o canederli di albicocca, Marillen o albicocche) sono un dolce che troviamo soprattutto nella cucina altoatesina. In Alto Adige i Marillenknodel sono tutelati come prodotto agroalimentare tradizionale ed erano tra i dolci preferiti del compositore austriaco Gustav Mahler.