Il pistacchio, dolce e un po’ salato…a no, quello era il cioccolato. Ma anche il pistacchio ha una doppia anima dolce e salata, il classico gelato al pistacchio, scelto da grandi e piccini, e la forma salata da sgusciare e da gustare.

Il pistacchio, dal greco Pistàkion, è una pianta originaria del bacino del Mediterraneo e si può dire che sia coltivato da sempre. Per la prima volta la parola “pistacchio” compare nell’Antico Testamento, nota sin dal III secolo a. C. come pianta dai principi curativi, afrodisiaci e come antidoto contro i morsi degli animali. È stato introdotto in Italia attorno al 20-30 dopo Cristo, ma non trovando condizioni climatiche favorevoli inselvatichì passando da fruttifera a legna usata per usi domestici. Si dovrà aspettare circa otto secoli affinché la coltivazione venisse ripresa grazie agli Arabi arrivati in Sicilia. Così alle pendici dell’Etna il pistacchio trovò l’habitat ideale per uno sviluppo rigoglioso e peculiare. Nelle sciare del territorio di Bronte si realizzò uno straordinario connubio tra la pianta ed il terreno lavico che, concimato continuamente dalle ceneri vulcaniche, favorì la produzione di un frutto che dal punto di vista del gusto e dell’aroma supera come qualità la restante produzione mondiale. Qui si producono piccoli, saporiti frutti della più pregiata qualità, di un bel colore verde smeraldo, ricercati ed usati in pasticceria e gastronomia per le loro elevate proprietà organolettiche. Grazie alla sua unicità il pistacchio di Bronte ha ottenuto la certificazione DOP nel 2009.

Le caratteristiche dell’oro verde

I frutti del pistacchio, riuniti in grappoli, sono costituiti da drupe allungate, leggermente compresse delle dimensioni di un’oliva, di un colore che a maturazione varia dal verde-rossastro al bianco-roseo e al giallo-crema. Ha un mallo sottile, che si sgretola facilmente ed un seme unico, aromatico, di colore verde chiaro (i produttori lo definiscono “rosso rubino fuori, verde smeraldo dentro”). Il pistacchio di Bronte, l’oro verde, presenta caratteristiche peculiari che lo contraddistinguono rispetto a quelli coltivati in altre aree siciliane o estere (Medio Oriente, Grecia, California e Argentina); come, ad esempio, le dimensioni e l’intensa colorazione verde.

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Il Pistacchio verde di Bronte è una pianta ricca di sostanze ad alto valore nutritivo. Contrasta i radicali liberi ed è utile in molte patologie quali le malattie cardiovascolari, l’arteriosclerosi, alcuni tipi di demenza inclusa la malattia di Alzheimer e per migliorare la qualità della vita durante l’invecchiamento.

Ricco di proteine e di grassi, il seme di pistacchio contiene circa 683 calorie per ogni 100 grammi, oltre a proteine, un altissimo contenuto in acidi oleici, zuccheri, in particolare glucosio, vitamine, come il precursore della vitamina E, e sali minerali. Inoltre, è ricco di ferro (100 gr. ne contengono 7,3 mg come mezzo chilo di manzo!), calcio, fosforo, potassio e zinco, fondamentale per la fertilità maschile. Buono anche l’apporto di magnesio che contribuisce al buonumore.

Il pistacchio in cucina

Il pistacchio di Bronte è comunemente utilizzato per il consumo diretto, ma è molto ricercato in alta pasticceria. 

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Pesto di Pistacchio di Bronte DOP

200 gr Pistacchi sgusciati di Bronte DOP

50 gr Parmigiano grattugiato

100 ml Olio Extravergine di Oliva

100 ml Acqua

5 foglie Basilico

qb Sale

qb Pepe

Mettere sul fuoco un pentolino pieno d’acqua, una volta raggiunto il bollore versare i pistacchi e sbollentarli per circa 5 minuti. Scolarli e togliere tutte le pellicine. Mettere nel mixer i pistacchi, il basilico e il parmigiano. Tritare il tutto e aggiustare di pepe e di sale. Unire l’acqua e l’olio extravergine di oliva e riavviare il mixer per qualche secondo.

Si ottiene così una salsa versatile da poter usare in tante occasioni.