Il lampredotto fiorentino, la piadina romagnola, l´arancino, il cannolo siciliano, la focaccia genovese e il panzerotto pugliese: sono solo alcuni dei cibi da street food squisitamente italiani, che affondano le loro radici nei secoli scorsi, alla faccia di hamburger e hot dog. Ricette, spesso di natura povera, radicate nelle tradizioni regionali italiane, che sono alla base della popolarità di quel cibo di strada che negli ultimi anni sta tornando sempre più alla ribalta, trovando sempre più spesso anche rivisitazioni gourmet.

La FAO, a tal proposito, indica che 2.5 miliardi di persone al giorno consumano cibi da street food, una tradizione che in Italia esiste e resiste da secoli, ma che negli ultimi anni è diventata una vera e propria tendenza in costante crescita, sia nei numeri (Deloitte ha registrato un +21,3% per tutto il settore nel 2021) sia nell’offerta qualitativa.

Le origini del cibo di strada? Antichissime

Leggi anche:
Cozze glassate

di Chef Davide Camaioni Ingredienti per 4 persone Per le cozze: 1 kg di cozze 200 ml di vino bianco secco 2 spicchi di aglio 200 ml di acqua Olio…

Le empanadas del mercato di piazza Scotti a Roma o i ravioli cinesi di Zhang al Mercato Giornaliero di Trento per quanto suonino esotiche sono insegne che non fanno che raccogliere l’eredità di attività antichissime, come quelle degli stigghiolari nella Ballarò palermitana e dei trippai di Firenze. Tenendo insieme in modo mirabile passato e futuro. Un passato che arrivava fino all’antica Grecia. Nel Medioevo, erano i i banchi, banchetti e carretti che vendevano a poco prezzo cibo cotto e cucinato per le vie anguste dei bassifondi delle grandi città a sfamare il popolo e a gettare le basi della cultura gastronomica. È così, infatti, che nascono a Parigi i pâtés, o meglio pâstés, involucri di pasta contenenti varie farciture – in genere carni stufate o verdure – venduti per pochi soldi a garzoni e braccianti che potevano così nutrirsi mentre lavorano, senza alcun bisogno di posate: daranno origine alla parola “pasticciere” e diventeranno, nel Rinascimento e durante l’Illuminismo, i trionfi delle tavole regali di tutta Europa sotto forma di timballi, torte salate e sfoglie di ogni genere ripiene di tartufi, piccioni e foie-gras.

Trendy e young, anche nell’impresa

Lo street food è ancora cibo delle masse in alcune zone del mondo: pensiamo alle strade asiatiche, dense di banchi con pentoloni e specialità di ogni genere, fonte principale di nutrimento per la maggioranza della popolazione. In altre parti del mondo, Italia compresa, le cose invece sono cambiate: il consumo di street food è diventato da popolare a pop – inteso come cibo smart, oltre che young – e visto soprattutto come un mangiare tipico. In quanto cibo giovane, per i giovani, perché veloce, economico, senza formalità, lo street food attrae anche un’imprenditoria di età piuttosto bassa: persone che si reinventano con la libertà di un food truck arrivando da tutt’altro mestiere, cuochi con formazione classica stanchi di subire costi e pressioni della ristorazione alta, ultima generazione di attività storiche, spesso centenarie, che imprimono una svolta nell’offerta e nella comunicazione alle proprie aziende. Lo dicono in primis i dati: secondo Il Sole 24 Ore nel nostro Paese esistono circa 25mila realtà appartenenti alla categoria street food, gestite soprattutto da giovani con un’età media di 40 anni.

Leggi anche:
Colpo di coda invernale. Le previsioni de iLMeteo

Tendenza 25-02 aprile 2023 Lorenzo Tedici de iLMeteo Con il cambio dell’ora, cambierà anche il tempo. Domenica sposteremo le lancette avanti di 60 minuti ed il Sole inizierà a tramontare…

Lo street food è, per definizione, un pasto semplice, ed è in questa semplicità che continua a risiedere il suo successo anche ai giorni nostri, tra tradizioni regionali e nuove declinazioni di una tendenza, come dicevamo, in ascesa.

I migliori d’Italia

A raccogliere i migliori indirizzi d’Italia è la guida Street Food del Gambero Rosso. A dieci anni dalla prima pubblicazione, il volume resta l’unica mappa nazionale e aggiornata del cibo di strada tricolore, tra attività storiche e tradizionali, nuove idee imprenditoriali, format internazionali e l’avanzata del cibo etnico, che piace sempre di più agli italiani. In oltre 500 indirizzi, c’è tutto il racconto del mangiare di strada da Nord a Sud, con un’appendice interamente dedicata ai food truck, che valorosamente girano l’Italia tra piazze, delivery e festival. Novità nell’edizione 2024 gli approfondimenti sui mercati e le food court, luoghi sempre più interessanti per gli appassionati del settore.

Nelle prime pagine della guida si può trovare l’atteso elenco dei Campioni regionali, il riconoscimento che la squadra del Gambero Rosso riserva a quelle attività – una per regione – che nell’anno in esame si sono distinte per il loro lavoro: il quadro che ne esce fuori rappresenta una cultura del cibo di strada che ormai fonde tipicità e contaminazioni esotiche (vari i locali di cucina “etnica” premiati, come Mei Shi Mei Ke a Torino), tradizione familiare (con insegne che raccolgono attività di lungo corso, come Serafino’s Porchetta a Spoleto o Iallonardi a Isernia) e formule nuove e gourmet, di grande cucina a portata di tutti (vedi Is Pop a Pomigliano d’Arco e Katsusanderia a Milano).

Nell’edizione 2024 appena uscita in tutte le librerie ed edicole, sono 80 le nuove segnalazioni tra attività stanziali e food truck e un premio speciale, Street Food da Chef, assegnato in questa edizione a Gianfranco Pascucci, noto chef del ristorante Pascucci al Porticciolo di Fiumicino, che apre il suo menu degustazione con il Panino da Spiaggia, un paninetto prima cotto al vapore e poi fritto, farcito con un burger di palamita (oppure, secondo pescato, di alalunga o di alletterato), maionese di macchia e salsa ponzu, ottenuta con un ristretto degli scarti del pesce. Un inno al mare e allo street food.

Leggi anche:
Alla scoperta del Cavolfiore Val Venosta

La Val Venosta è una delle quattro valli del Trentino-Alto Adige. Un territorio unico dove troviamo filari di meli a perdita d’occhio, proprio per questo è definita il Paradiso delle Mele. Ma…

Presentazione guida Street Food 2024 Gambero Rosso © Francesco Vignali Photography

I Campioni regionali

Dalle Valle d’Aosta con Pane per Focaccia ai tacos di Taquito della Sardegna, la classifica del Gambero Rosso va a comporre un menu che si dipana tra tradizione e innovazione. Ognuno dei campioni italiani è assolutamente da provare, quindi se quest’estate vi trovate nella zona di uno di questi, farci un salto ne varrà sicuramente la pena.

Mei Shi Mei Ke, la doppia insegna torinese specializzata in ravioli cinesi, la cui insegna significa “cose buone tutti i giorni”; il genovese Rooster, che propone un nuovo modo di interpretare il pollo: allo spiedo nelle varianti classico, agli agrumi, piccante, stupefacente o, a straccetti, in insalata; la Katsusanderia di Milano, con i suoi sandwich nipponici nella nuova Sidewalk Kitchen di Milano; il vicentino Bacaro della pizza, un ossimoro con i suoi golosi toketin di base pizza farcita con salumi, formaggi e cicheti locali; lo Chalet Cimone di Lavarone, davanti alla seggiovia per godersi in quota appetizer locali; il triestino aMano, in cui tutto è tagliato rigorosamente a mano, a partire dai salumi; Indegno, a Bologna, la prima crescentineria street food d’Italia, dove non mancano nemmeno i tortellini fritti, accompagnati da birre artigianali; A pancia piena a Pontassieve, food truck stanziale con hamburger gourmet con tanto di selezione di vini e Champagne; il pesce e i frutti di mare take away di Gastrò di San Benedetto del Tronto, dalle tagliatelle di seppia al baccalà di zia Marcella; la porchetta, alla terza generazione, di Serafino’s a Spoleto; Grasso Fish Burger di Roma e i suoi panini di pesce; il Ristoro Mucciante di Castel del Monte nell’aquilano, meta degli appassionati di arrosticini e grigliate (troverete anche carne d’agnello, di maiale e di vitello), dove troverete graticole sempre in piena attività per cuocere le carni che potrete acquistare nel loro market, assieme a salumi, formaggi, vini, birre e dessert; i sapori autentici dei salumi molisani di Iallonardi a Isernia; Is Pop a Pomigliano d’Arco con le sue ciabatte pop e i salumi di mare; la Salumeria Bianco a Putignano, bottega dal 1936, luogo storico di selezione e preparazione di panini e aperitivi, con salumi naturali, formaggi e tipicità di produttori di tutt’Italia; in Basilicata c’è il food truck Retrò… Gusto, roulotte “street food trotter” dal sapore decisamente retrò; in Calabria, Civico 5 di Scilla delizia con i suoi iconici panini al pesce spada; Delicatessen in Drogheria di Ragusa, ibrido nato dalla fusione tra un’antica bottega di generi alimentari e uno spazio di ristoro sviluppato in una stanza che concettualmente rappresenta l’interno, a fiori, di una valigia anni ’70.

Altri indirizzi da non perdere (secondo noi)

Non possiamo non ricordare alcuni altri campioni del cibo di strada, a partire da Porcobrado, premiato come migliore panino di strada in Europa, che oggi potete anche ricevere direttamente a casa, in tutta Italia. Ve ne abbiamo raccontato qui.

Leggi anche:
L’Albicocca, la mela armena

Narrano le leggende che tanti e tanti anni fa in Armenia viveva l’albicocco, una pianta con dei fiorellini bianchissimi, ammirato da tutti per la sua bellezza. Ma, in ogni storia…

Pane, vino e rock’n roll sono le tre parole magiche de Il furgoncino, dalle Marche con furore (foto di copertina). Il cibo gourmet anche per strada è invece l’idea di due chef, Alessandro Cattaneo e Giulio Potestà, che hanno lasciato le quattro pareti dei loro ristoranti e hanno abbracciato la vita culinaria on the road. Specialità assoluta: i ravili ripieni che replicano i primi piatti italiani più famosi.

Il Biroccio è un’ape itinerante milanese che propone il risott giald, ovvero il risotto allo zafferano preparato secondo la ricetta de La Pesa Trattoria dal 1902, mentre per gli amanti del sushi, sempre all’ombra della Madonnina c’è il food truck Sushita, che porta in strada bento box, roll e cirashi.

Vuoi non avere anche i dolci street food? Segnatevi questo nome: Marchese On Wheels, è lo street food itinerante dedicato ai cannoli siciliani, dove il pastry chef palermitano Alessandro Marchese vende le proprie leccornie a bordo di un carrettino con cilindro refrigerato (brevettato) che permette di avere una ricotta fresca e fragrante in ogni momento. Dai classici con ricotta di pecora, granella di pistacchio o cioccolato e arancia candita, fino alle insolite creazioni tutte da scoprire.