Se ancora non credete alle potenzialità del Teroldego Rotaliano di essere uno dei grandi vini rossi d’Italia, assaggiate Luigi di Dorigati e capirete quanto il Trentino sta sbagliando a non credere in questo vitigno e puntare tutto e solo sulla produzione spumantistica.  

Non basta, infatti, che Michele e Paolo Dorigati con questo vino esprimano la decisa volontà – riuscita – di elevare il Teroldego Rotaliano a eccellenza del territorio. Ci vorrebbe un sistema corale che segua questa strada di valorizzazione. «Questa convinzione – raccontano Michele e Paolo Dorigati – nasce dalla consapevolezza del potenziale territoriale della Piana Rotaliana, e il Luigi rappresenta questo potenziale grazie all’interpretazione del vigneto Sottodossi, coltivato dalla nostra famiglia fin dal 1996. La sottozona dei Sottodossi è caratterizzata da un limitato strato limo sabbioso, a favore di un ampio strato ghiaioso sottostante, che porta la vite a raggiungere stress idrici importanti. Ciò induce maturazioni polifenoliche eccellenti e apporta un’ottima struttura. Luigi persegue quello che noi chiamiamo “stile Rotaliano”, ovvero la capacità del Teroldego coltivato nella Piana Rotaliana di ottenere un’eleganza e un frutto straordinario, pur dimostrandosi pieno e corposo».

E così è questo vino dedicato al fondatore della cantina nel 1858 che fa una lunga macerazione post-fermentativa di tre-quattro settimane finalizzata ad aumentare l’estrazione del tannino valorizzandone la sua grande maturazione, che si protrae per 12 mesi in piccole botti di rovere, con successivo passaggio in acciaio. Luigi affina poi per 24 mesi in bottiglia prima di essere rilasciato sul mercato. Profuma di sentori di frutta matura, marasca e ribes nero, mentre al sorso è pieno ma anche fresco, vellutato e dal finale lungo. Un Teroldego di grande classe (40 euro circa) firmato da una cantina che ha nel dna l’essere pioniera: era il 1986, infatti, quando Carlo Dorigati e l’amico Enrico Paternoster diedero vita al Trentodoc Methius, spumante prodotto solo nella tipologia riserva per sottolineare la qualità eccelsa e la sua unicità.