I baristi, insieme agli chef, sono diventati le rockstar della vita notturna. Se fino a qualche anno fa erano i chitarristi quelli automaticamente fighi, ora sono i bartender a essere i protagonisti dei nostri desideri. Mettete loro in mano un jiger e uno shaker Parisienne e, magicamente, diventeranno gli artefici del nostro destino alcolico.

Così ci siamo chiesti: dove vanno a bere i bartender dopo una serata passata a fare cocktail per il pubblico assetato? E cosa ordinano?

Questo articolo è dedicato a loro: dopo una notte passata a versare liquori nei nostri bicchieri per ore, sentendoci parlare delle nostre pene d’amore, dei nostri capi terribili e della disfatta della nostra squadra preferita, tra un “bevi qualcosa insieme a me” e un altro, scopriamo quali sono i loro locali preferiti e quello che di solito ordinano al loro corrispettivo dietro il bancone.

Carola Abrate – Dirty, Milano

Insieme a Mario Farulla, Gianluca Tuzzi e Paolo Coppola, la bartender Carola Abrate guida il “cocktail bar dei veri nottambuli” (aperto dalle 19 alle 4 del mattino) di viale Regina Giovanna a Milano, nato dal desiderio di ribellione verso questa società che vuole sempre più tutti stereotipati, dai luoghi che frequentiamo a quello che beviamo, a quanto politicamente corretti dobbiamo apparire.

Sede di un’ex officina meccanica, con arredi minimal/industrial uniti a un’ispirazione del graffitismo underground di Keith Haring e Jean-Michel Basquiat degli anni ’80 e ‘90, tra luci infuocate e musica pop, Dirty, in controcorrente rispetto alle tendenze milanesi, ha optato per una bottiglieria NO BRAND, con prodotti solo col loro marchio e una drink list di 19 cocktails fra proposte della casa e grandi classici, tre birre rigorosamente servite ghiacciate, 6 opzioni di vino e 9 snack insoliti.

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La nuova drink list “Normalize” con 8 nuovi cocktail vuole dare uno schiaffo alle apparenze. “Essere o dover essere? Preferiamo sempre l’essere, anche a costo di proporre immagini forti e disturbanti, ma che rappresentano la bellezza del corpo umano e la sua perfetta imperfezione”.

Dove va Carola a bere un drink volentieri? «Bartender o no, consiglio sempre a chiunque una tappa al Rita’s tiki room di Milano per un Margarita o un Jasper Jamaican (alternativa al Daiquiri più spicy con noce moscata): i ragazzi sono simpaticissimi, ci si diverte e si beve divinamente!».

Carlo Dall’Asta – ITER, Milano

Un locale che racconta il mondo. Carlo Dall’Asta è il Bar Manager di ITER “From Italy to the world” (Gruppo Farmily), il primo fusion cocktail bar con cucina, arredato con mappamondi, libri e cappelli da esploratore, ispirato al tema del viaggio. Ogni sei mesi Iter cambia destinazione, prodotti e arredamento, per portare l’ospite in Paesi diversi, dalla Scozia a Panama, dal Sud della Francia al Marocco, fino a Stati Uniti e Messico. Mixology e cucina raccontano i sapori e le storie dei luoghi più curiosi e sorprendenti di tutto il mondo. Tutti i prodotti presenti nel locale, dai soft drink alle materie prime, sono Made in Italy.

«Se devo consigliare un locale in Italia – spiega il barman – preferisco regalare una chicca, piuttosto che snocciolare i soliti e blasonatissimi nomi. Il mio suggerimento è di perdersi tra i vicoli del centro di Catania e cercare Uzeta Bistró. Il locale è incastonato tra pietra a vista e volte in pietra e, oltre ad offrire ottimi miscelati, ha subito catturato il mio cuore di bon vivant, con la sua piccola cucina e l’ottima selezione di vini curata dal proprietario Francesco».

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Cristiano Tito e Marco Borgonzola – Refeel, Milano

Il cocktail bar di viale Sabotino nasce dalla volontà di realizzare una realtà nella quale possano convivere il relax di un ambiente confortevole e la vitalità di un ambiente dinamico. Da un lato, i tavoli destinati alla degustazione di breakfast, brunch e soft dinner fanno da contrappunto alla zona lounge, nella quale il bancone del bar di 12 metri è brillante e vitale protagonista, insieme alla coppia di divani Chesterfield color testa di moro.

Cristiano Tito e Marco Borgonzola sono i bartender proprietari della scuola Bartender‘s Road Academy. Da settembre 2023 hanno portato il loro stile di miscelazione a Refeel, che si basa sull’incontro e sulla combinazione delle loro diverse personalità. Minimalismo ed eccentricità si fondono nei drink utilizzando materie prime homemade semplici e gustose. I drink hanno sapori umami e sono serviti in maniera essenziale ed elegante.

«Dove andare a bere è la stessa domanda che ci poniamo ogni maledetto giorno libero, e la risposta è sempre la stessa. I primi nomi che ci vengono sempre in mente sono Ronin e Dry a Milano. Siamo esteti e bevitori esigenti e questi due format ci garantiscono sempre un’accoglienza professionale in una location curata. I drink migliori? Ci affidiamo di volta in volta rispettivamente ai loro bartender Benny ed Edris perché ogni sera abbiamo voglia di qualcosa di diverso».

Francesco Bonazzi – Tripstillery, Milano

L’ultima creatura nata dalla mente di Flavio Angiolillo e i soci del Gruppo Farmily, immerso tra i grattacieli di Porta Nuova, è Tripstillery, il primo cocktail bar con distilleria dove si può realizzare il proprio distillato personalizzato. Tripstillery rivoluziona il concetto di cocktail bar e crea un nuovo capitolo della “Milano da bere”: ai clienti è riservata un’esperienza unica grazie all’alambicco, vero protagonista della scena, a disposizione di chi vuole sperimentare l’idea di creare un distillato, un amaro, un liquore esclusivo con una ricetta e un’etichetta completamente personalizzata.

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Il suo indirizzo del cuore? «King Cole Club a Bologna, perché mi piacciono i locali che creano condivisione. I loro drink sono sempre innovativi e con prodotti ricercati anche di piccoli produttori. La condivisione passa anche attraverso i loro piatti e tapas che incrociano tradizione e innovazione. Una bellissima selezione di vini naturali, perché si, i bartender bevono anche vino!»

Marco Melzi – Agua Sancta, Milano

Quando si entra da Agua Sancta è come ritrovarsi al bancone di qualche locale di Città del Messico, immersi in un’atmosfera unica tra colori accesi, teschi messicani, luci soffuse, una playlist in diffusione che va dai Gotan Project ai Los Cuates de Sinaloa. Al centro del bere qui ci sono i drink a base di Tequila e Mezcal dell’alchimista e Bar Manager Marco Melzi, con una bottiglieria ricca e di altissimo livello.

«Sono diversi i miei locali preferiti di Milano, ne ho uno per ogni stato d’animo in cui sono, una sorta di classifica in base all’umore. Se ho voglia di bere un Old Fashioned e sono in mood relax vado allo speakeasy 1930 Cocktail Bar o al BOB Milano. Spesso anche al Bella Milano, dove di solito lascio fare al bartender di fiducia Umberto. Se, invece, sono in mood divertimento sicuramente al Rita’s tiki room, dove di solito ordino il Nuclear Daiquiri. Per un afterwork come si deve, infine, la mia scelta ricade sulle birre di Dirty».

Cesar Araujo – BOB, Milano

L’innovativo cocktail bar di via Borsieri (Gruppo Chinese Box) affascina sia per lo stile, che per le proposte della sua drink list che è spesso un inno all’universo del whisky. La bottigliera di BOB è la protagonista assoluta del locale, sia a livello di design che di referenze, un palcoscenico delle migliori etichette internazionali dove troviamo più di 50 bottiglie tra Bourbon e Rye. Il lavoro del Bar Manager Cesar Araujo, origini peruviane e scuola Diego Ferrari, s’ispira alla cultura della miscelazione proveniente da tutto il mondo, prediligendo una materia prima di qualità che utilizza rispettando la tradizione e rielaborandola in chiave moderna e personale.

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«Uno dei miei locali preferiti di Milano è il 1930 Cocktail Bar, dove di solito mi affido ai consigli del bartender Benjamin Fabio Cavagna. È lo speakeasy più famoso di Milano, il secret bar tra i pochissimi locali italiani che è entrato a far parte della classifica dei World 50 Best Bars».

Giovanni Allario – Moebius, Milano

Caratterizzato dal suo ampio spazio in stile industriale, il Moebius di Milano rappresenta la perfetta fusione contemporanea fra stile, gusto, qualità ed ospitalità. La calda accoglienza del locale fa infatti da contorno ad una ricca e variegata offerta che, accanto alla miscelazione firmata da Giovanni Allario, affianca le prelibatezze dell’executive chef Enrico Coratti, da degustare sotto forma di tapas nel bistrot o nella ricercatezza dell’elegante ristorante.

Ecco gli indirizzi di Allario: «Premetto che, quando solo libero, prediligo spesso il vino, ma se voglio bere un cocktail i miei bar preferiti sono Carico a Milano, che ritengo il più internazionale come impostazione per offerta e servizio, o il Camparino in Galleria… Non puoi non cedere al fascino del classico e del tempo che sembra essersi fermato. A livello cocktail devo ammettere che ho gusti molto vari: bevo spesso degli highball con spiriti invecchiati e leggermente fruttati (ma non dolci), ma anche Martini e twist simili, o perché no un bel vecchio Adonis».

Diego Atlantico – Flores Cócteles, Milano

Un locale unico, non solo a Milano ma in tutta Italia. Elegante e raffinato, parte del ristorante ristorante argentino El Porteño Prohibido (Dorrego Company), il cocktail bar aperto dal 2022 in via Melloni è il tempio milanese della miscelazione classica e delle rivisitazioni dei drink più noti. Un centro di diffusione della cultura del bere miscelato, dei cocktail e di tutto il mondo che vi sta intorno. Ogni martedì, infatti, ospita una One Night, un evento nel segno della divulgazione della miscelazione e del bere responsabile e consapevole con protagoniste le star del settore e la supervisione del resident Bar Manager Diego Atlantico, maître à penser della mixology di alto livello.

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«Generalmente non bevo più drink nei bar, preferisco vino o birra. Però esistono i posti del cuore dove un cocktail me lo concedo volentieri, tra questi il mio preferito è lo Swiss Corner di Milano. Qui di solito prediligo drink come Vermouth e soda o Mai Tai».

Emanuele Cosi – MAG Cafè Navigli, Milano

MAG è un’istituzione a Milano. Fratello del locale storico di via De Amicis, parte del Farmily Group, il locale in stile bohémien è ispirazione e creazione, con un’atmosfera soffusa e un arredo accurato che si rinnova periodicamente. Due drink list si alternano ogni anno seguendo la stagionalità e proponendo sempre nuovi temi e ispirazioni. Dietro la creazione di ogni drink list c’è una divertente “game competition” tra lo staff del MAG Navigli e quello del MAG la Pusterla. Un luogo perfetto dove si possono assaporare spirits insoliti e sperimentare drink miscelati dalle combinazioni più alternative, oltre ai grandi classici, guidato dal Bar Manager Emanuele Cosi.

«Il primo locale che mi viene da consigliare è sicuramente Ultimo Varese. Appena fuori Milano, con la sua suggestiva posizione all’interno di una carinissima corte, ha una miscelazione che non ha nulla da invidiare al capoluogo lombardo; Fabio, il suo staff e un Fusettone in mano ed è subito casa».

Giuseppe Morelli – Living Liqueurs & Delights, Milano

Nato agli inizi del 2003 come primo Design & Vodka Bar di Milano – con quasi 100 etichette di vodka provenienti da tutto il mondo – il Living è un elegante salotto con vista su Arco della Pace e parco Sempione. Il format di ideazione della Dorrego Company, nelle figure di Fabio Acampora e Sebastian Bernardez, è stato concepito con l’obiettivo di proporre agli ospiti piacevoli momenti, dalla colazione al dopo cena. Il Bar Manager Giuseppe Morelli, alle spalle esperienze da Savini e per l’MTV EMA, si è specializzato nel corso degli anni, fino a ottenere il certificato di International Bartender presso la European Bartender School.

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«Uno dei miei locali preferiti – confida Morelli – è il Refeel di Milano. Qui consiglio di bere il Negroni alla Banana che è un signature drink ideato dal bartender Cristian, delicato e molto particolare al palato. Dopo averlo finito, ordinatene subito un altro!»

Edoardo Felsini – GAIA Bar, Como

Il cocktail bar all’interno del luxury boutique hotel 5* MUSA Lago di Como, incarna un concetto molto moderno, contemporaneo e fresco di mixology, dove il servizio riesce ad esaltare qualità del prodotto garantendo un’esperienza anche nel mondo dei drink. Un ambiente accogliente che ospita a qualsiasi ora del giorno ottimo cibo in abbinamento a cocktail ricercati, ma con un forte attaccamento alla tradizione.

Qui il Bar Manager Edoardo Felsini ha ideato una drink list ispirata a 12 grandi donne che hanno fatto la storia, che danno il nome anche alle 12 camere dell’hotel. Tramite un lungo lavoro di studio ed evoluzione, il team ha trasformato in forma liquida le storie di Rita Levi Montalcini, Eva Peron, Emmeline Pankhurst, Virgina Woolf, Marie Curie, Amelia Earhart, Giovanna d’Arco, la Regina Elisabetta, Coco Chanel, Margaret Thatcher, Rosa Parks e Serena Williams.

«Uno dei miei locali preferiti a Como è il Fresco Cocktail Shop di Andrea Attanasio, che propone sempre nuove ottime ricette utilizzando esclusivamente prodotti freschi. In tutta la sua drink list il mio preferito è sicuramente il Martini cocktail ridistillato in rotavapor (quindi distillato sottovuoto a bassa temperatura) con aglio nero e cipollotto, servito in coppa Martini ghiacciata: un gusto sorprendente che mi piace da impazzire!».

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Don Vidura Nilaksha Colambage – Il Sereno, Torno (Co)

Il Bar Manger alla guida del Lobby Bar e del Pool Bar all’interno dell’hotel 5* Il Sereno sul Lago di Como (il cui ristorante di chef Raffaele Lenzi ha appena ottenuto Una Stella Michelin), nasce in Sri Lanka nel 1990 e decide di diventare barman quando il maître di Villa Fiori, hotel comasco 4 stelle in cui inizia la sua carriera professionale, gli regala un libro sui cocktail. I suoi drink contengono preparazioni legate al mondo della cucina, tema che da sempre lo affascina. Al Lobby Bar il menu è associato agli haiku, componimenti poetici nati in Giappone nel XVII secolo, che il bar manager ha abbinato uno per uno a ogni cocktail, attingendoli dai grandi poeti o scrivendoli in prima persona.

«Nel mio tempo libero, se voglio bere un drink per trascorrere una serata tranquilla, restando sul territorio comasco, mi piace andare da Fresco Cocktail Shop – spiega Don Vidura Nilaksha Colambage. In questo locale, dove la materia prima è di eccellente qualità, di solito non c’è un cocktail che ordino più di altri, ma preferisco affidarmi ai consigli del bartender. Inoltre, dato che l’arte della mixology è il mio mestiere, andare nei cocktail bar per me è sempre un’opportunità per ampliare le mie conoscenze e, magari, trovare degli spunti per le mie creazioni. Ogni tanto, invece, vado a trovare i miei amici dell’Hemingway Cocktail Bar di Como, dove ho lavorato per qualche tempo. Lì ordino spesso i classici, come il Paloma d’estate, o il Negroni d’inverno. A volte, invece, quando non voglio pensare al lavoro, prendo il Whisky liscio. Credo che sia il distillato da meditazione più adatto. Scoprirne tutte le declinazioni è il mio obiettivo».

Rama Redzepi – Grand Hotel Fasano & Villa Principe, Gardone Riviera (BS)

Alla guida della Gin Lounge, della Terrazza e del Giardino dell’hotel 5* situato sulla sponda bresciana del Lago di Garda, c’è il Bar Manager Rama Redzepi. Nato a Pristina, nella regione kosovara della Serbia, diventa barman grazie all’importante lavoro di tutor di Remo Pizzolitto e Samuele Ambrosi. Dopo diverse esperienze in giro per il mondo, diventa Bar Manager del GHF a soli 29 anni, dove inizia un lavoro di ricerca che lo porta a vincere per due anni consecutivi il concorso regionale A.I.B.E.S. per il Friuli Venezia Giulia e a far diventare il Gin Lounge uno dei Migliori Cocktail Bar d’Albergo della Guida Bar d’Italia Gambero Rosso 2021.

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Dove trovare Rama per il bicchiere della staffa dopo il lavoro? «Quando esco dopo il lavoro e voglio rimanere sul lago di Garda, mi piace andare da Feeling American Bar Salò, un locale degli anni ’60 con una collezione di whisky unica nel suo genere e un panorama mozzafiato. Solitamente, ordino il Cuba Libre perché mi dà un piacevole senso di libertà. Altrimenti, quando ho voglia di un cocktail simbolo di una miscelazione più antica, prendo il Sazerac. Il drink, infatti, comprende ingredienti ricercati e misteriosi, come assenzio e Peychaud’s bitter ed è perfetto per un momento dedicato alla meditazione. Da Feeling, io preferisco la versione half&half, a base sia di Brandy che di Whisky, una zolletta di zucchero, qualche goccia di Peychaud’s bitter e una spruzzata di assenzio. Quando, sono a casa, invece, vado da De Room a Udine. Il bartender dell’insegna è un caro amico. Da lui, prendo spesso il Daiquiri, fatto con il Rhum Agricole».

Matteo Fornaro – Azotea, Torino

Matteo Fornaro, Bar Manager del cocktail bar torinese d’ispirazione nikkei, durante una stagione a Cervinia incontra la sua attuale socia e compagna Noemi Dell’Agnello. La coppia costruisce uno stile di miscelazione che non abbandonerà mai più, con l’utilizzo di tutti i distillati senza alcun tipo di distinzione e una grande attenzione alla tematica contaminazione. Scoperto il mondo nikkei grazie all’interesse per la Latin America’s 50 Best Restaurants, arriva Azotea, prima sul mare a Laigueglia, poi a Torino, nei pressi di piazza Vittorio. La loro filosofia riconosce grande importanza ai cocktail in abbinamento ai piatti di cucina nikkei con al centro il Perù, terra di origine dello chef Alexander Robles.

«Dopo lavoro o nel mio giorno libero, la domenica, mi piace andare a bere da miei amici e colleghi. – racconta Fornaro -. Solitamente, a Torino, vado da La Reserve, un salotto elegante non distante da Azotea, al D.One, un cocktail bar con cucina nel quartiere San Salvario, al Bar Cavour, un raffinato locale nel centro e da Eredi Borgnino, altro cocktail bar a pochi passi da Azotea. Se ho voglia invece di uscire da Torino, allora raggiungo Radici ad Asti. Di questi locali mi piace in primis la qualità dei prodotti che utilizzano e poi, chiaramente, i cocktail. Ciononostante, quando mi siedo al bancone di un collega non cerco di prendere spunti, ma esclusivamente di rilassarmi e di stare bene».

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Fabio Fanni – Locale, Firenze

Un palazzo dalla storia antichissima e unica, legata a doppio filo alla grandezza politica della Firenze dei Medici e diventato un’icona per il suo splendido design interno. Locale, oltre a essere il Locale per eccellenza a Firenze e in Toscana, è il bello e meritato palcoscenico che ogni sera vede esibirsi con successo il Bar Manager Fabio Fanni e i suoi cocktail “da laboratorio”. È merito suo e del General Manager Faramarz Poosty, insieme ovviamente a uno staff giovane ma organizzato e volenteroso, se il cocktail bar di via delle Seggiole è riuscito a creare un’identità talmente forte da proiettare Firenze – per la prima e finora unica volta – all’interno della scena internazionale del bar.

«Difficile dire quale sia il mio bar preferito in assoluto – confida Fanni -. A seconda della città direi Jerry Thomas a Roma che, secondo me, vince sotto ogni punto di vista. Nomino poi Manifatture a Firenze che, fra le altre cose, è uno dei bar che suggerisco più spesso ai miei clienti, mentre per Milano direi sicuramente il Rita. Quando esco a bere tendenzialmente la scelta varia in base al momento della giornata… Per un aperitivo ordino un Americano o un Fino sherry & soda, mentre nel dopo cena preferisco de cocktail a base Whisky».