Nella splendida Villa Collazzi, a 7 km d’aria da Firenze, ci accoglie la Marchesa Bona Frescobaldi, un’aristocratica signora del vino e dell’olio, sposata con il marchese fiorentino Vittorio.

Villa Collazzisituata a Impruneta, di epoca Rinascimentale progettata da Santi di Tito, allievo di Michelangelo Buonarroti, ha accolto negli anni ospiti come Carlo III e Lady Diana.

L’azienda affonda le proprie radici nella storia ma è proiettata al futuro, nel suo DNA ha il coraggio di chi non ha paura di sperimentare, anche sbagliando, per crescere e migliorare.

«A Collazzi si sperimentano cose uniche perché si sa cosa si fa.» afferma l’enologo Alberto Torelli, in azienda da quasi 20 anni ed ora suo punto di riferimento. 

Un territorio vocato da sempre alla viticoltura, negli anni Novanta il vitigno utilizzato, per tradizione, era il Sangiovese. Successivamente studiando il terroir si decise di puntare prevalentemente sul Cabernet Sauvignon e Merlot. La prima vendemmia risale al 1999 e il primo vino ad uscire è Collazzi, un blend di Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc, che nel 2009 è stato completato con un tocco di Petit Verdot.

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Una stampa settecentesca di Giuseppe Zocchi dedicata alla splendida Villa Collazzi veste la bottiglia; un’etichetta che da allora non è mai cambiata. La coerenza, infatti, è uno dei tratti distintivi di Collazzi, assieme alla scelta di muoversi con decisione ma a piccoli passi. Per questo la cantina inizialmente ha trovato spazio all’interno della Villa, per evitare investimenti sovradimensionati per un progetto che si stava definendo. 

Collazzi, vino simbolo dell’azienda, fin dall’inizio mantiene inalterata la propria freschezza nel tempo, tratto che marca il territorio. Le uve provengono dall’omonimo vigneto storico ed affinano in rovere francese con l’obiettivo che il legno non sovrasti ma si combini armoniosamente con il carattere. 

Verticale Collazzi IGT Toscana 

Collazzi IGT Toscana 2019: rosso carminio, naso preciso, vira sulla frutta rossa croccante, ciliegia, canberry, con un tocco di more e mirtillo. Ancora giovanissimo, nessun accenno di note terziarie. Il secondo naso regala note speziate, alloro, mirto, macchia mediterranea. Al sorso torna la frutta rossa e nera succosa, centro di bocca preciso, tannini giovani e scalpitanti, cedro, tabacco, tostature importanti ma eleganti. 

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Collazzi IGT Toscana 2015: predominano le note balsamiche, l’impronta delle pirazine del Cabernet Franc è ben evidente. Il calice regala note di frutta nera di rovo, mora, ribes nero, sottobosco, amaretto, cenni di vaniglia, legno di cedro, tabacco biondo, liquirizia e mirto. In bocca è morbido, avvolgente, rotondo con tannino ben presente. 

Collazzi IGT Toscana 2008: qui il Petit Verdot non è ancora presente. Naso intrigante, terziari eleganti, sottobosco, incenso, pepe nero, frutto scuro, mirtillo, prugna, ribes rosso, cacao, ricorda quasi un boero, foglia di tabacco. In bocca è agile, elegante e con un suo “spessore”, al retrogusto tornano liquirizia, prugna, tabacco. Un calice decisamente rassicurante nella sua morbidezza; questo è il momento ideale per poterlo degustare e assaporarlo in tutta la sua piacevolezza.

Collazzi IGT Toscana 2005: annata fresca, al naso richiama subito la quercia americana. Il naso è piacevole, classico ed internazionale, balsamico, speziato, frutti rossi e neri in confettura. In bocca il tannino ancora scalpita, ma gli regala lunghezza e piacevolezza.

Collazzi IGT Toscana 2001: ventidue anni e non sentirli. Un vino in cui il 13,5% di alcool gli regala una piacevolezza e una facilità di beva unica. Il bouquet è complesso e variegato, spezie, frutta rossa, ribes e lampone in gelatina, arancia sanguinella, balsamico e un tocco di macchia mediterranea. La nota apportata dal legno è piacevolissima, tostature leggiadre, cuoio, liquirizia e cacao in fave. Il sorso è equilibrato e fresco con un frutto perfettamente integro. Un calice elegante, classico con un tocco di nobiltà intrinseca, da gustare da soli o in compagnia. 

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Collazzi IGT Toscana è un vino che mantiene classe, eleganza, freschezza e una vena sapida anche in annate considerate “minori” come 2016 e 2020.

Un accenno anche a Ferro, Petit Verdot in purezza, prende il nome dall’omonimo vigneto e dalle caratteristiche del vitigno, deciso e leggermente ferroso. Prima vendemmia 2010, un calice intrigante, suadente, con una decisa personalità, caratterizzato da longevità e freschezza aromatica. 

La produzione di Collazzi varia di anno in anno a seconda di ciò che la natura dona. La media si attesta sulle 220.000 bottiglie.

Collazzi IGT Toscana Prezzo consigliato circa 43 euro